A inizio dicembre l’Ente del Turismo Tunisino ha organizzato un viaggio stampa nel paese maghrebino. Giornalisti del settore, accompagnati dal dottor Frej Fekih, hanno visitato diverse località della costa, a cominciare dalla capitale Tunisi, per vedere le sue bellezze e constatate di persona la situazione di assoluta normalità, sicurezza e fiducia che regna in Tunisia.
Il soggiorno ha offerto anche l’occasione per intervistare alcune importanti personalità del turismo tunisino, che hanno fornito un quadro della situazione in un settore economico fondamentale.
La nuova Tunisia guarda con fiducia e speranza al futuro, e punta ancora sul turismo come uno dei settori trainanti della propria economia. E dovrà farlo partendo da un anno, il 2011, disastroso che ha visto un crollo verticale degli arrivi internazionali. Anche questo è il prezzo che il Paese è stato disposto a pagare sulla strada della democrazia.
“In realtà – ci dice Mohamed Belajouza,presidente della Federalberghi tunisina (FTH), che conta 620 strutture classificate – un calo c’era già
tato prima della ‘rivoluzione dei Gelsomini’, ma il periodo successivo ha fatto registrare un crollo verticale dei turisti stranieri”.
E il mercato italiano è stato tra i più colpiti, con un calo pari al 67% nel 2011 rispetto al 2010. Nel 2009 gli italiani ospitati dagli alberghi in Tunisia erano stati 380mila, nel 2011 sono precipitati a 110mila, meno di un terzo.L’ex ministro Brambilla aveva promesso l’impegno del Governo italiano per una azione congiunta di promozione che però è rimasta sulla carta.
“Abbiamo bisogno di una buona comunicazione – sottolinea il presidente Belajouza – e di dare un’immagine rassicurante del Paese, anche e soprattutto in Italia. Comunicare che è ancora sicuro, nonostante i cambiamenti politici, e lo resterà anche in futuro, indipendentemente dal
governo in carica. La Tunisia darà al mondo una prova di grande democrazia”.
Il prossimo Primo Ministro ha già annunciato che le porte della Tunisia resteranno sempre aperte e che tutti sono pronti ad accogliere al meglio tutti i turisti. Intanto emerge la volontà di diversificare l’offerta da quella esclusivamente balneare, con i campi da golf, le strutture per il benessere, le attrazioni storiche, culturali e ambientali.
E il nuovo governo ha anche promesso aiuti economici ai tour operator che riempiono almeno il 50% dei loro voli.
La Tunisia si sta muovendo su tre direttrici – ci spiega Mohamed Ali Toumi, presidente della FTAV (Federazione Tunisina delle Agenzia di Viaggi), che associa 640 delle 700 adv del Paese – La prima è politica: il governo appena eletto, seppur di ispirazione islamica, si presenta come moderato e ha garantito che non stravolgerà l’ordinamento del Paese.
Il ruolo della stampa è, quindi, di rassicurare i tunisini e i turisti che nutrono pregiudizi ingiustificati nei confronti dei partiti islamici. Inoltre, il settore turistico, che conta per il 6% del pil e due milioni di impiegati, è troppo importante per l’economia della Tunisia perché possa essere trascurato”.
“Il secondo aspetto – prosegue Toumi – è sociale: tramite lo sviluppo del turismo si possono diminuire le diseguaglianze ereditate dal passato regime, con la costa più ricca e l’entroterra e il sud sottosviluppati. Inoltre la creazione di nuovi posti di
lavoro bloccherebbe l’emigrazione verso l’Italia e l’Europa.
La terza azione consiste nella diversificazione dell’offerta turistica con il benessere e la talassoterapia, il golf, il deserto e la loro promozione anche grazie all’utilizzo di internet e dei social network che tanta importanza hanno avuto nella rivolta di gennaio 2011.
Il nostro obiettivo è di creare una Tunisia per tutti, per i tunisini e per i turisti, e non più per pochi privilegiati”.
Angelo Sessa