Di Alessandro Valentini.
Il 26 gennaio 1950, tre anni dopo aver ottenuto l’indipendenza dalla Gran Bretagna, l’India divenne una Repubblica. Per questo ogni anno il 26 gennaio in tutto il paese si celebra la parata del Giorno della Repubblica, che ha la sua massima espressione nelle manifestazioni che hanno luogo a Nuova Delhi. Qui, nell’atmosfera surreale di una città solitamente caotica ma in quest’occasione completamente vietata alle auto, la parata, dopo l’innalzamento della bandiera nazionale, prende il via dal palazzo presidenziale, il Rashtrapati Bhawan, per snodarsi poi lungo il Rajpath, attraverso l’India Gate e fino allo storico Forte Rosso. La parata ha una duplice connotazione: è anzitutto una marcia militare, dove contemporaneamente ai jet acrobatici e agli elicotteri che sfrecciano nel cielo sfilano le divisione aria, terra e mare dei reparti di tutti gli Stati dell’unione con le loro divise favolosamente decorate e colorate, tra gli elefanti e i cammelli delle guardie del Rajastan e i sikh dai grandi turbanti e della lunghe barbe; vengono passate in rassegna anche le armi tecnologicamente più avanzate in dotazione alle forze armate indiane. Ma si tratta anche di una marcia civile che rende onore alla straordinaria complessità culturale dell’India: il ricco patrimonio culturale indiano viene infatti rappresentato attraverso riproduzioni dei diversi Stati indiani, suonatori e danzatori provenienti da ogni parte del paese che danno vita a musiche e danze tradizionali, richiami ad atmosfere e cerimonie di epoche remote, esibizioni del diverso modo di vivere delle varie caste. Trascorrere il 26 gennaio a Nuova Delhi significa quindi tuffarsi nel passato, nel presente e nel futuro della grande nazione indiana.