Il fenomeno delle case vacanza non è certo nuovo, ma se una volta ci si affidava al passaparola o alle piccole agenzie immobiliari per affittare per periodi anche di mesi, la situazione adesso è molto diversa.  Resistono poche realtà dove ancora  si affitta per un mese intero,  mentre fino a qualche anno fa non era raro trovare chi affittava, per esempio, una casa al mare per l’intera stagione estiva a una ola famiglia.
Anche i proprietari di case vacanze, quelli più lungimiranti almeno, hanno dovuto fare buon viso a cattivo gioco e si sono dovuti adattare alle nuove abitudini di turisti e consumatori: soggiorni sempre più brevi e prenotazioni con sempre meno preavviso. E’ evidente come per fare ciò, i vecchi metodi non fossero più sufficienti e, allo stesso tempo, la mission delle case vacanza si è sovrapposta sempre più a quella di hotel e alberghi.
I proprietari più aperti si sono dotati anni fa di siti web per far conoscere la propria offerta, ma con la nascita dei portali di affitti per vacanze questo non basta più. Infatti, non c’è più speranza per un piccolo proprietario di essere trovato tramite il web a meno che si affidi a uno dei portali di affitti che hanno, è il caso di dirlo, cannibalizzato il mercato e che continuano ad aumentare di numero.
Alle piattaforme più conosciute, Homeaway e Airbnb se ne aggiungono ogni mese di nuove. Nel marzo 2011 è stata varata una nuova “corazzata” del genere, forte di 90 milioni di dollari di investimenti: Wimdu.
La società tedesca, ma con sedi in tutto il mondo, in meno di un anno di attività è riuscita ad arruolare moltissimi proprietari: offre già oltre 250 case vacanza a Venezia e oltre 2000 a Londra e Parigi. Numeri che fanno impressione, ma quello degli appartamenti per vacanze non è un mercato esente da problemi.
Negli Stati Uniti per esempio, è notizia di qualche tempo fa, un affittuario ha semidistrutto la casa dove ha soggiornato per qualche giorno.

Il fatto ha suscitato tanto clamore che molti portali si sono precipitati a offrire un’assicurazione gratuita ai propri iscritti. Ancora più di recente il comune di New York ha diffidato i proprietari sprovvisti di licenza dall’affittare il proprio spazio, mentre in Svizzera si pensa di mettere un limite alla percentuale di case per vacanze presenti sul territorio.