Cosa c’è di più gradevole, quando il clima in Italia non è proprio mite. Se non volare a Cipro per abbandonarsi al fascino del suo paesaggio fatto di colline verdi ingentilite da macchie, del colore del sole, di profumate arance  e dai chicchi di un’uva dalla quale si ricava un vino inebriante, capace di regalare forza all’anima e grande stimolo alla creatività di chi, sdraiato all’ombra di uno dei maestosi alberi di fico, trasforma i pensieri in poesia.
E’ dolce Cipro, accarezzata dal tiepido vento d’Oriente. Ha sempre ammaliato tutti, anche i Templari, monaci e guerrieri, uomini che con ardore pregavano e con ferocia ammazzavano, riuscivano ad apprezzarla.  Come loro, anche i navigatori che, su quest’isola, crocevia dei traffici internazionali, in ogni epoca hanno fatto scalo.  E’ piacevole avventurarsi nei borghi, avvolti da naturale tepore e inondati di profumi della natura. In quest’isola, che è un libro di storia tutto da sfogliare, è bello  scoprire le ricchezze archeologiche, oppure restare ammaliati davanti alla spiaggia di Paphos.

Il mare canta l’eterno inno all’amore, come quel dì quando, dalla candida schiuma  nacque la bellissima dea Afrodite. Cipro è terra dove nacque il sublime principio dell’Amore? Espressione della bellezza femminile, non fine a se stessa, ma forza ispiratrice della creatività in tutti i sensi?  Basta chiudere gli occhi davanti alla scogliera di Paphos per sentirsi trasportare nel mondo più puro dell’Eros, dove la passione si confonde con la poesia.
E’ d’obbligo la visita alla capitale, Lefkosia, conosciuta in Italia come Nicosia. Ospiterà la Presidenza EU nel secondo semestre del 2012, portando Cipro sotto i riflettori internazionali.
Lefkosia riesce a coniugare storia  e modernità. Circondata dalle mura, all’interno delle quali è possibile trovare pittoresche botteghe sotto balconi dalle superbe cancellate in ferro battuto. Qui il passato sembra essere ancora presente. E già! Cipro è un grande libro di storia, sempre aperto, pronto per essere sfogliato, rivissuto, assaporato fino all’ultima goccia, come gli ottimi vini prodotti su quest’isola.
Lefkosia, anticamente, fino all’epoca paleocristiana, si chiamava Ledra,  solo in tempi relativamente moderni è stata ribattezzata  con il nome  Nicosia. La città  oggi conta circa 224.500 abitanti. Al viaggiatore curioso si consiglia una visita a piedi, soprattutto per assaporare il cuore antico della città, una “bomboniera” circondata dalle mura veneziane del XVI secolo.
Progettate dall’architetto veneziano Giulio Savorniano, racchiudono, come un prezioso anello, il centro della città,  sviluppando un  perimetro di 4,5 km,  nel quale sono incastonati  undici bastioni e tre porte,  Porta di Kyrenia,  Porta Famagosta, Porta di  Pafos .
Il centro culturale cittadino si è sviluppato all’ombra dell’antica Porta di Famagosta,  caratterizzata dalla bella facciata con il grande passaggio a volta. E’ un luogo decisamente ammaliante. Per un  periodo è stata anche chiamata Porta Giuliana, dal nome del progettista di queste mura.
Passeggiare nel cuore della città offre sensazioni magiche. Le antiche strade si snodano come vene pulsanti di arte e creatività. Su queste si aprono botteghe che sono un grande trionfo di colori e di sapori.

Qui si respira il magico profumo d’Oriente reso ancora più prezioso dalla commistione della cultura occidentale che qui  ha radici forti e profonde. C’è l’influenza inglese, ma se sente anche quella dei contatti con l’antica Repubblica di Venezia e l’Europa in genere.
E poi Nicosia è ricca di sorprese. Come d’incanto le stradine vivaci si aprono in uno slargo, dominato dalla grande statua dell’arcivescovo Makarios III, il grande fondatore della Cipro libera e democratica.

Qui si apre il museo archeologico che merita una visita  per alcune “chicche” che tutto il mondo invidia a Cipro. Quella che colpisce di più è la raffigurazione di Cleopatra sulle monete coniate nell’Egitto sotto il suo governo. Coeve alla sua esistenza, sono le immagini reali della sovrana che fece invaghire Cesare e impazzire d’amore Marcantonio. E poi la bellezza del Museo Bzantino con tesori unici al mondo.
La bellezza di questa terra di miti, arte, natura e cultura perde smalto imboccando una delle strade che portano appena fuori, dove i negozi sono rimasti chiusi, al sorriso della gente si sostituisce il severo piglio dei militari. E’ la zona della “linea verde”, controllata dai “caschi blu” dell’ONU, che, dal 1974 segna il limite della zona occupata dalla Turchia.

Salvatore Spoto