Quanto sta accadendo in Italia nel settore del trasporto aereo è qualcosa di assolutamente incredibile, come altrettanto incredibile è la reazione della stampa italiana agli avvenimenti.
Dopo  aver osannato a non finire la deregolamentazione perché avrebbe portato più compagnie aeree favorendo in tal modo la concorrenza, ora è del tutto normale che Alitalia nel giro di pochi anni abbia fagocitato in se Airone, Blue Panorama e Wind Jet.  Per quest’ultime (addirittura due in un sol colpo) la firma dell’MOU con Alitalia (Memorandum of Understanding) siglato in questi giorni parla per il momento di “integrazione”.

Ebbene non solo è del tutto normale che ciò avvenga, ma addirittura vengono usati toni trionfalistici che annunciano come finalmente “si sta avverando il sogno di una sola grande compagnia aerea italiana”.  Vi eravate  voi mai accorti che c’era questo progetto in corso? A noi risulta che una grande compagnia aerea italiana c’era e faceva paura davvero ai concorrenti, ma poi nel corso degli anni grazie al mondo politico questa grande compagnia è stata ridotta ad essere uno scheletro di se stessa assolutamente irriconoscibile.

Collateralmente a queste incredibili notizie ecco poi comparire le immancabili cifre. Le due nuove compagnie porteranno ad Alitalia altri 5 milioni di passeggeri, “una spinta propulsiva” che farà varcare la soglia delle maggiori compagnie europee, “con il matrimonio la compagnia sale a 30 milioni di passeggeri dietro a British Airways”…

Sinceramente non si sa se ridere o piangere. E già perché fra l’altro si finge pure di dimenticare che quando Alitalia ha accorpato Airone non vi è stato affatto un aumento dei voli o della flotta, ma addirittura una diminuzione nel numero passeggeri che i due vettori singolarmente portavano, nonché anche un ridimensionamento del numero aeromobili in servizio.

Quindi come ben si vede vi è più di un motivo per prendere con le pinze i toni trionfalistici che troneggiano in questi giorni sulla stampa nazionale. Tornando al numero passeggeri ricordiamo come questo sarà pure un parametro che “fa scena”, ma da solo esso è assolutamente insignificante  per saggiare l’andamento di una compagnia aerea.

Tanto per dirvene una, la American Airlines entrata di recente sotto la protezione del Chapter 11 è la quarta compagnia aerea al mondo per numero passeggeri trasportati avendone portati nel 2010 oltre 86 milioni. Ma come si vede non è con l’alto numero di passeggeri che ha evitato l’amministrazione controllata. Questa storia dell’avvicinamento di Alitalia ai numeri di British Airways è stata riportata da più quotidiani quasi fosse un qualcosa di estremamente importante mentre presa di per se stessa non significa assolutamente nulla.

Detto ciò cosa sta accadendo nei cieli italiani? Per quale motivo Alitalia avrebbe fatto questa mossa inattesa? Una chiave di lettura la si potrebbe avere ricordando che nella bozza del decreto legge semplificazioni emanato da Monti si parla di viaggi low-cost per giovani, anziani e disabili. E’ prevista la “promozione di forme di turismo accessibile, mediante accordi con i principali vettori operanti nei territori interessati attraverso pacchetti agevolati per i giovani, gli anziani e i soggetti portatori di disabilità”.
Ora è chiaro che se il Governo intende  fornire agevolazioni ai vettori per favorire la mobilità legata  alla tipologia di turismo accessibile in determinati territori nazionali, ciò non potrebbe non riguardare quei vettori che operano sulle tratte nazionali “minori”. Di riflesso questo potrebbe spiegare l’interesse di Alitalia ad accorpare i due vettori nazionali. Altre fonti propendono per una lettura decisamente più tradizionale, avvertendo che in un momento economico a dir poco drammatico è necessario rafforzare la dimensione industriale degli operatori; anche per quest’ultimo appunto come non essere d’accordo?  Ma il fatto è che in tutti questi anni ci avevano raccontato la favoletta della deregulation che avrebbe portato più concorrenza…

Antonio Bordoni