Chi ha la possibilità di ammirarlo ne subisce il fascino e gli rimane nel cuore l’immagine, tra reale e magica. E’ quanto ispira il Forte Rosso di Agra,dalla maestosa grandezza, patrimonio mondiale dell’umanità, un gioiello incastonato nella preziosa India.
La fortezza, circondata dal fiume Yamuna, prende il nome  dall’arenaria rossa. E’ antichissima, risale a poco dopo l’Anno Mille.
E’ stata residenza di antichi imperatori,  come Akbar il Grande (1542-1605) che voleva fare di Agra la capitale dell’impero moghul. Purtroppo mori poco dopo averne preso possesso.  La Porta di Amar Singh è l’ingresso principale, di là del ponte levatoio sulle acque del fossato. La fece costruire Shah Jahan nel 1665, per commemorare l’audacia di Rao Amar Singh, fratello del sovrano Rajput di Jodhpur e nobile di corte.
In cima alla rampa, i giardini a destra portano, all’Akbar Mahal, il Palazzo.
II grande bagno posto sul fronte e datato circa 1600 risale al matrimonio d’amore di Jahangir con Nur Jahan e forse fu uno dei regali dello sposo.
La facciata di marmo, sempre dello stesso periodo e fittamente decorata, fu aggiunta da Jahangir.
Oltre l’arcata ci sono le stanze di Akbar, di fede hindu, realizzata da artigiani locali. La corte centrale è su archi, con tetto poggiato su mensole decorate da singolari intagli.
Soffitti in oro e azzurro, pareti con arazzi e ritratti, stanze riccamente decorate a intaglio. Gli ambienti sono una rassegna di meraviglie.All’esterno cantano  le fontane   un inno d’amore ai fiori  profumati.
I bagni reali erano nell’angolo nord-est, dotati di due anticamere dette Shish Mahal o Palazzo degli Specchi, perché ricoperti di specchi che riflettevano la luce delle candele. Poco distante c’è il maestoso Diwan-i-Khas, la sala delle udienze, decorata con stupende colonne in pietra dura.
Nella parte inferiore del palazzo, quella che sembra lambita dal vicino fiume,
c’era la Malchchi Bhavan o casa del pesce di Akbar.  Immaginiamolo affollato da cortigiane, che mostravano la loro bellezza agli ammiratori. Poco distante si può ancora ammirare la maestosa Diwan-i-Am ,  sala delle udienze pubbliche, in pietra arenaria, secondo uno stile che coniuga l’architettura persiana con quella indiana.
Qui il turismo è viaggiare in un mondo ideale, quasi un angolo del mitico Eden profumato di arte e di una magica cultura che permette di entrare nel mondo dello spirito.