Come è noto a tutti,  non si può proprio dire che nei cieli italiani tutto sia rimasto calmo e tranquillo. Acquisizioni e merger si sono susseguiti a ritmi sostenuti nel corso degli anni.  Eppure a leggere statistiche e cifre l’aviazione civile italiana naviga in acque tutt’altro che tranquille. Addirittura come abbiamo riportato nel nostro precedente articolo del 21 giugno (“Aumentano i passeggeri ma per le compagnie aeree italiane va male”) qualcuno è arrivato a parlare,  per le compagnie aeree nostrane, di rischio estinzione. Alla lista sopra esposta, tutt’altro che completa,  bisognerebbe ricordare che nel luglio 2003 un’altro primario vettore italiano, la Air Dolomiti, è passato di mano divenendo controllato al 100 per cento da Lufthansa. Dunque le compagnie aeree italiane non sono state affatto con le mani in mano, eppure le statistiche sono impietose. Tutti sappiamo che Ryanair è ogni anno in agguato pronta a dichiarare che lei da sola nei servizi da/per l’Italia ha portato più passeggeri di quanti ne ha portati sull’intero network il nostro principale vettore. Ma anche ipotizzando che questo fatidico sorpasso mai avverrà, i dati diramati dall’Enac per il 2011 ci dicono che sommando i passeggeri di Alitalia con quelli di Meridiana, ovvero dei due maggiori vettori italiani, la somma che ne deriva è inferiore al numero  passeggeri portati da Ryanair più Easyjet.

Infatti  analizzando la tabella sulla graduatoria dei primi 50 vettori operanti in Italia in base al numero passeggeri trasportati (Annuario Enac 2011, Tavola VET1) troviamo la seguente situazione:

Alitalia-Gruppo CAI  25.896.582 + Meridiana 4.323.926 = Totale 30.220.508

Ryanair 22.114.392 + Easyjet   10.526.297 = Totale  32.640.689

In questo scenario chi parla di invasione delle low cost straniere non afferma nulla di esagerato, ma è altresì evidente che bisogna anche aggiungere che in Italia qualcosa è stato sbagliato.  Dispiace tornare su un dolente tasto da noi già trattato ma sinceramente qualcuno dovrà spiegare cosa significa far unire due compagnie se poi il risultato che ne deve scaturire è quello di mettere su un nuovo vettore che in termini di flotta e di servizi finisce per offrire meno collegamenti e meno massa critica, nei confronti della concorrenza, di quella che singolarmente offrivano i due vettori. Ci riferiamo ovviamente all’unione di Alitalia con AirOne. A tal proposito non si può non ricordare che quando Air France in Francia ha acquisito Air Inter e Uta lo ha fatto per  ingrandire il suo network e la sua forza, e stessa cosa possiamo dire è avvenuta per British Airways nei confronti di British Caledonian.

Il lettore “Stefano” commentando il nostro precedente articolo di cui sopra, circa lo stato comatoso dei vettori italiani, avvertiva: “Il problema è sicuramente complesso e interessante ma, alla sua base, risiede, a mio avviso, una ripetuta mancanza di competitività dei vettori italiani. I piccoli (Meridiana, Air One e via dicendo) soffrono la concorrenza delle low cost e non riescono a stargli dietro ne in termini di tariffe ne di collegamenti (low cost si nasce e non si diventa). Alitalia invece, non è in grado di reggere il confronto con le low fare sul point to point sul corto raggio e, dall’altro lato, non ha capacità sufficiente per misurarsi con i grandi sulle rotte intercontinentali. I piccoli potrebbero salvarsi facendo servizio di feed per qualche grande (LH, BA, AF/KL), Alitalia deve riuscire a riabilitare il proprio nome dopo anni di cattivo servizio e tanti problemi. Alla fin fine, agli italiani piace volare italiano e fare voli diretti o con un solo scalo in un hub nazionale. “

Prendiamo spunto da questo nostro nuovo articolo per inserirci nel commento del lettore e prendere atto di quanto giustamente da lui precisato circa la mancanza di competitività dei vettori italiani i quali non riescono a stare dietro alle low cost. Su questo aspetto va ricordato che vettori come Meridiana e Air One (e la stessa Alitalia) erano già attivi e presenti sul mercato quando sono apparse Easyjet e Ryanair ed evidentemente dobbiamo ritenere che non hanno saputo reagire nei tempi e nei modi alla sfida che si preannunciava nei cieli.

E l’unione AZ+AP per avere un vettore di dimensioni più contenute è l’ultimo di una serie di errori i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti, basta guardare le cifre da noi surriportate e le altre eloquenti tabelle contenute nell’annuario dell’Enac.

Oggi Alitalia &  AirOne non si possono certo definire un vettore dedicato all’intercontinentale (un tipo di vettore come annota Stefano che pure gli Italiani vorrebbero)  e puntano invece a incrementare il segmento low cost (acquisizione di Windjet) dove la fanno da padrone gli stranieri: è una strategia superata per la quale è difficile vedere un sbocco positivo.

I movimenti dei vettori italiani dal 2000….

•Nell’anno 2000 Volare acquisisce Air Europe e forma Volare Group

•Nell’anno 2005 Alitalia acquisisce il gruppo Volare che a sua volta era composto, oltre ad Air Europe, anche di Volareweb;

•Nel 2006 Meridiana avvia il processo di integrazione con Eurofly che nel 2010 porterà alla nascita del marchio Meridiana Fly;

•Nel 2008 la nuova Alitalia acquisisce Air One e Air One Cityliner;

•Nel 2011 Meridiana annuncia l’ulteriore integrazione con Air Italy. Il comandante Giuseppe Gentile, fondatore di Air Italy diviene amministratore delegato delle due compagnie aeree della holding Meridiana S.p.A.;

•Ancora nel 2011, Riccardo Toto acquista il vettore Livingston;

•Nel 2012 Alitalia acquista Windjet.

 

Antonio Bordoni