Sergio Siciliano, con il suo libro “Ti iodio da morire” (Lupo editore), offre ai lettori un perfetto manuale di autodifesa da un male pericoloso: il tumore alla tiroide. Sono pagine autobiografiche che diventano testimonianza di vita segnata dalla lotta contro il male. Non solo, educano, attraverso l’esperienza, a trovare il giusto sistema di vita per non soccombere e indicano la giusta strada per vincere. Supportato dalla endocrinologa, dott.ssa Elisa Giannetta dell’università di Roma, che ha curato la prefazione, ne è nato un libro, ma anche vademecum della salute, da tenere a portata di mano come testo letterario, essendo ben scritto, guida alla salute, non solo utile per il tumore alla tiroide ma, come Sergio Siciliano spiega: «la dieta è ideale anche per problemi di ritenzione idrica, cardiaci e, comunque, per assicurare il giusto equilibrio all’organismo attraverso il controllo del sodio».
La pubblicazione, attraverso indicazioni di comportamenti e un ricettario di cibi senza iodio, illustra le tecniche della preparazione alla cura del tumore della tiroide, con il valido concorso della esperienza diretta dell’autore che spiega: «mi scoprii il tumore da solo palpandomi e percependo una protuberanza in gola….non mi bastò una prima diagnosi che la diagnosticò come cisti». E prosegue: «dopo l’intervento di tiroidectomia e nella fase di preparazione alla radiometabolica (40 giorni di deprivazione da iodio, sono stato, involontariamente, cavia di me stesso».
Il racconto di Sergio Siciliano mette in primo piano aspetti nuovi, anche per la precedente controtendenza scientifica: «Sono andato contro un protocollo internazionale che imponeva una serie di atteggiamenti. Per esempio, non avrei dovuto praticare esercizi in palestra, mi sarei dovuto astenere dal frequentare ristoranti, trascorrere lunghi periodi di riposo e utilizzare il Novosal – (che contiene il 30% di sodio), seguire un’alimentazione molto restrittiva, con la conseguenza per il malato di diventare, purtroppo, consapevole di essere tale».
E’ stata, appunto, la ribellione allo stato di infermità, la voglia di trovare una via di uscita, che ha permesso a Sergio Siciliano di imboccare la strada che porta alla guarigione. Così racconta: «grazie alla scoperta sul mercato del “sale rosa dell’Hymalaia”, unico al mondo che non contiene iodio, e una seria di comportamenti e ricette che mi hanno portato all’obiettivo primario di sconfiggere il male».
Sergio Siciliano, con l’esperienza acquisita su se stesso, è ormai un missionario tra i malati di tiroide. Il suo libro, “Ti iodio da morire”, li aiuta in un percorso che, da doloroso, diventa sempre più sereno.
Recentemente l’autore è stato invitato a raccontare la sua esperienza in occasione della Giornata della Tiroide 2011 nel convegno organizzato a Roma dall’associazione ATTA Lazio ONLUS che si occupa dei malati di tumore alla tiroide.