Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera di Carmelo Lentino del movimento “Lavoriamo per l’Italia”.

Caro Direttore,
mi perdonerà per l’orario della mail, per la lunghezza e per il tempo che sottraggo al suo lavoro. Ma purtroppo non ho altro mezzo per sensibilizzarla su quanto stiamo promuovendo. Siamo giovani, tutti ci invocano e nessuno ci da retta. Le risorse economiche mancano, ma la determinazione delle idee ci portano a proseguire sulla strada che abbiamo deciso di intraprendere.


Rileggevo, proprio oggi, le parole che il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha pronunciato in occasione della cerimonia di commemorazione del Giudice Giovanni Falcone. Sono parole che hanno lasciato un segno in me ed in tanti ragazzi che come me hanno a cuore il futuro di questo Paese.
“Facciamo affidamento – ha detto Napolitano – sulle forze dello Stato, sulle migliori energie della società civile, sulle nuove generazioni. Vedete, incontro in molte occasioni ragazze e ragazzi più o meno dell’età di Melissa, di Veronica e delle loro compagne, di tante e tanti di voi presenti in quest’aula, e colgo, in questa vostra generazione, una carica di sensibilità, di intelligenza, di generosità che molto mi conforta, che mi dà grande speranza e fiducia.

E perciò voglio dirvi: completate con impegno la vostra formazione, portate avanti il vostro apprendistato civile, e scendete al più presto in campo, aprendo porte e finestre se vi si vuole tenere fuori, scendete al più presto in campo per rinnovare la politica e la società, nel segno della legalità e della trasparenza. L’Italia ne ha bisogno; l’Italia ve ne sarà grata”.


Ecco non servirebbe aggiungere altro per giustificare la volontà del nostro impegno.
Con un PIL praticamente piatto, una disoccupazione giovanile mortificante, un’incontenibile e sembrerebbe irrisolvibile evasione fiscale, i servizi pubblici statali e locali al palo, vetusti e privi di risorse per modernizzarsi e rendersi efficienti, la credibilità internazionale che tenta affannosamente la risalita dai suoi minimi storici, l’Italia pare sull’orlo del baratro.


E’ di tutta evidenza che per questo stato di cose, c’è intanto un principale responsabile: l’intera classe politica che negli ultimi quarant’anni ha gestito in modo pessimo il Paese, anteponendo interessi personali o partitici a quelli prioritari della Nazione.


E’ anche vero, però, che la responsabilità è pure di tutti quelli che come cittadini hanno assistito passivamente a questa deriva, senza pretendere contromisure immediate e serie, senza denunciare prontamente truffe e corruzione, senza chiedere immediatamente il “conto” ai loro rappresentanti parlamentari, regionali, provinciali e comunali.


I più, si sono di fatto “lavati le mani”, allontanandosi volontariamente da un sistema politico giudicato forse anche giustamente disgustoso, ma così, di fatto, lasciando allo stesso sistema l’assoluta e incontrollata libertà di agire nella più totale assenza di controllo, senza dover rendicontare alcunché.
Il disinteresse mostrato dai cittadini italiani durante le ultime elezioni, rappresenta un segnale forte ed inconfutabile del biasimo verso la classe politica centrale e locale.

Ma questa non è cosa sufficiente, lo abbiamo ben capito tutti, e finalmente: perché, infatti, solo la partecipazione attiva ed appassionata alla vita politica del Paese può cambiare le cose e restituirci il futuro che gli italiani meritano e che, anche troppo pazientemente, attendono da tempo.
L’Italia e gli italiani, siamo convinti, hanno però ancora respiro, energia, fantasia, capacità, coraggio, voglia di intraprendere.

Ed è con queste forze vive che l’Italia può cambiare, può farcela a risorgere e riconquistare il privilegiato e ammirato ruolo che ha sempre avuto nel mondo civile e sviluppato.


E’ allora giunto il momento di diventare protagonisti del cambiamento, di agire perché l’Italia diventi giorno per giorno un Paese sempre più giovane, moderno, dinamico, energico, incentivante, positivo; dove l’orizzonte sia limpido e il percorso che ognuno sceglie di fare, libero e chiaro; con uno Stato “amico” che sia a fianco di chi studia, lavora, investe, e rispetta le leggi.


Uno Stato equo, con tasse adeguate alla qualità dei servizi ricevuti, in cui innovazione, istruzione e ricerca siano capisaldi e occasioni principali su cui crescere. Dove il “Made in Italy” costituisca la ricchezza, la forza, l’opportunità, l’assett di tutti, non solo di pochi privilegiati; e faccia il paio con il migliore welfare, l’economia sociale e lo sviluppo della persona, per risolvere gli squilibri economici, territoriali e culturali che si trascinano immodificabili e sempre più esasperati, sostenendo con forza il “diritto al futuro” di tutt’Italia e dell’abbandonato Sud in particolare.


Per queste ragioni, nasce, da una lunga e consapevole valutazione culturale e una radicata convinzione “politica”, “Lavoriamo per l’Italia”. Iniziativa a forte connotazione giovanile, che vuole soprattutto unire le forze sane e innovative del Paese e la cosiddetta società civile (senza tralasciare, naturalmente, le grandi esperienze delle sue migliori figure professionali) nell’impegno per un concreto e profondo ricambio generazionale del Paese che, come tutti sanno, è ai record mondiali di “gerontocrazia”, non riuscendo da tempo, di fatto, a rimuovere caste, lobbies e potentati che pervadono ogni ambito sociale, istituzionale, economico.


Sono, invece, assolute priorità, il merito e la capacità, metro di reale valutazione e reclutamento. E il rigore, la trasparenza e la sostenibilità dei conti pubblici, le basi necessarie per la corretta gestione dello Stato.


Per questo, “Lavoriamo per l’Italia”.

Carmelo Lentino
“Lavoriamo per l’Italia” – www.lavoriamoperlitalia.it
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