Centinaia di milioni di risparmio grazie all’introduzione dell’eticketing; eliminazione del timetable cartaceo; chiusura delle agenzie passeggeri; servizi di bordo a pagamento; motoristica degli aerei sempre più efficiente che porta a tagli nei costi del carburante; free flight con relativa eliminazione dell’instradamento su aerovie con voli che procedono più speditamente nei cieli; servizi di bordo a pagamento; taglio delle commissioni agenziali…….e chissà per quanto ancora potremmo continuare elencando tutte le trovate e le innovazioni cui sono ricorse le aerolinee per tagliare le spese con il dichiarato intento di migliorare i bilanci.

Ma i risultati, ahime, sono davvero deludenti in quanto le perdite continuano, la crisi dei vettori non conosce sosta e, tanto per rimanere sui casi più recenti, Iberia e Sas sono alle prese con tagli di personale, negli Usa proseguono senza sosta accorpamenti e consolidamenti, mentre a casa nostra Blue Panorama è entrata sotto il cosidetto “chapter 11 italiano” e le previsioni per Alitalia sono di perdita anche per l’anno corrente.  E tutto ciò, lo ribadiamo, pur in presenza di ripetuti e reiterati interventi di tagli e risparmi per riportare i conti sotto controllo.

Il dato di fatto obiettivo del quale, una volte per tutte, si dovrebbe prendere atto è che la politica dei tagli non è affatto propedeutica alla fase di ripresa che immancabilmente viene proclamata in contemporanea all’annuncio della “dolorosa ma indispensabile” politica di sacrifici.   E forse qui il miglior esempio che si potrebbe citare è quanto sta accadendo a livello continentale europeo ove a fronte di continui interventi di sacrifici e rinunce rivolte a tutte le classi sociali (ormai è inutile parlare di classe lavoratrice, perché il “macello” sociale è collettivo e investe tutti) non si ravvede  traccia di appropriate politiche economiche per il rilancio della crescita.

Specificatamente nel campo delle compagnie aeree vorremmo ricordare  il caso della Cassa Nazionale della Gente dell’Aria che forniva assistenza sanitaria ai dipendenti di tutte le aerolinee, la quale un bel giorno in nome del nuovo clima sociale venne assorbita nel tanto decantato innovativo SSN (Servizio Sanitario Nazionale),  per poi arrivare ad oggi e leggere la notizia che la spesa della sanità pubblica è insostenibile e pertanto si ritornerà al privato;  non ne hanno indovinata UNA e poi si rivolgono alle nostre tasche per ripianare buchi creati dalle loro scelte sbagliate.

A questo punto delle due l’una: o la cosiddetta crisi  altro non è che un espediente per attuare tagli che si volevano in ogni caso fare, o comunque la politica dei tagli non è quella soluzione che ci porterà all’uscita del tunnel della recessione. Ora se per caso noi ci trovassimo d’accordo con entrambi questi due punti ne consegue una terza ben più grave considerazione e cioè che è il nuovo sistema instaurato, quello della finanza innovativa, della globalizzazione, e quant’altro  che non funziona e che andrebbe completamente rivisitato.

E’ inutile infatti prenderci in giro: la crisi non riguarda solo le compagnie aeree, la crisi è endemica ed è partita proprio dalla scelta di aver voluto sostituire la finanza alla politica. Recita il primo articolo della nostra Costituzione: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.”

Ora la domanda che tutti ci dovremmo porre è come faccia il popolo a esercitare la sovranità, pur prevista dalla Costituzione, se ai Parlamenti nazionali vengono eletti politici che non possono attuare la politica finanziaria, economica per il proprio Paese in quanto la stessa viene decisa e comandata altrove. E sono proprio in storture di questo genere che si devono far risalire i malanni europei che fanno rimanere il nostro continente in recessione.

Tornando al settore compagnie aeree è noto come fra i provvedimenti presi per risanare bilanci in perenne bilico vi siano anche quelli rivolti alle agenzie di viaggio in tempi normali considerate indispensabile strumento per la vendita del prodotto aereo.  Su questo fronte non solo si sono volute in pratica azzerare le commissioni sulla tariffa aerea ma si è pure proceduto a trovate di dubbia portata come quella di includere la sovrattassa carburante  nelle tasse anziché nella tariffa in modo tale (fra l’altro) di non dover riconoscere alcuna percentuale, laddove ancora esistente, sulla stessa. Ebbene tirando le somme, quali sono i risultati di tale politica fatta solo di tagli anche a voci che non si potevano di certo definire superflue ma che avrebbero invece potuto incrementare le vendite della biglietteria?

La risposta è semplice: anche per i vettori -così come avviene per le promesse del governo a livello nazionale- alle scelte di tagli non ha fatto seguito l’annunciata ripresa.

Antonio Bordoni