Nell’ambito delle votazioni degli emendamenti relativi al Decreto Sviluppo-bis, il Governo è stato battuto nella Commissione industria del Senato sulla proroga della concessione delle spiagge. La proroga, inizialmente stabilita della durata di 30 anni, è stata poi ridotta a 5 dopo i rilievi della Commissione bilancio, nonostante il parere contrario del Governo anche sulla mini-proroga.

Lo stop alla proroga trentennale da parte della Commissione industria del Senato ha, intanto, riscosso il plauso delle associazioni ambientaliste e degli utenti. Federconsumatori: “Finalmente si inizia a ragionare sul problema delle concessioni demaniali delle nostre coste. Una mini-proroga di 5 anni è sicuramente meglio di un regalo di 30”.

Per l’associazione dei consumatori l’avvio immediato delle gare pubblica rimane comunque la scelta Di parere nettamente contrario, ovviamente, la voce di Confesercenti a difesa dei bagnini: “È ormai del tutto evidente che questo Governo ha stretto accordi in sede europea esclusivamente per favorire i grandi gruppi a scapito delle piccole e medie imprese”. Secondo il Vice-presidente nazionale (Riccardo Vincenzi) e il coordinatore regionale per l’Emilia-Romagna (Riccardo Santoni) di Fiba Confesercenti, l’Esecutivo dovrebbe lasciare aperta la possibilità di riconoscere alle imprese balneari italiane “ciò che è stato o sarà concesso a Spagna, Croazia e Portogallo” (nostri diretti concorrenti nel turismo balneare), cioè proroghe molto più consistenti.

Secondo la Sib-Confcommercio ed Assobalneari unitesi alla Fiba nella protesta, “la cosa che sorprende di più è che ancora una volta non si è tenuto conto che questa proroga non dà fiato alle imprese né promuove gli investimenti”. Circa trentamila imprese balneari disseminate lungo i 3534 chilometri di spiagge italiane sono, di fatto, già sul piede di guerra e l’intero settore conferma lo stato di agitazione.