Palmucci: Non possiamo pensare ad un’ulteriore inasprimento della fiscalità sui viaggi, l’economia deve ripartire.

“Abbiamo appreso con preoccupazione delle dichiarazioni dell’On. Silvio Berlusconi in materia di nuove imposte per chi viaggia a compensazione parziale del mancato gettito derivante da un’eventuale abolizione dell’IMU sulla prima casa.

Si tratta di una proposta che non tiene conto delle migliaia di famiglie italiane che devono il loro sostentamento all’economia del turismo e che con un’ulteriore frenata del settore, la casa rischiano di perderla!” dichiara Giorgio Palmucci Presidente dell’Associazione Italiana Confindustria Alberghi.

“Il settore da solo vale l’11% del pil nazionale ed è riconosciuto da tutti gli analisti, come un asset del Paese capace di tirare la volata alla ripresa dell’economia nazionale. La crisi in questo periodo ha messo a dura prova le aziende gravate da un carico fiscale insostenibile e condizionate nella capacità di competere da scelte miopi come l’istituzione dell’imposta di soggiorno che ha pesato a nostro sfavore nel confronto con i principali competitor. Non possiamo pensare ad un’ulteriore inasprimento della fiscalità sui viaggi. Particolarmente in questa fase dobbiamo favorire i flussi turistici dall’estero, per conquistare i nuovi mercati Bric che hanno notoriamente ampi margini di sviluppo e possono contribuire positivamente alla nostra bilancia dei pagamenti. Una tassa d’imbarco cosi onerosa avrebbe la conseguenza di dirottare questi turisti su altri hub europei per poi vederli magari poche ore in pullman a visitare le nostre bellezze, lasciando le revenues più significative ai grandi TO stranieri e riducendo il soggiorno nelle nostre città e nelle nostre strutture. “

“E’ chiaro che quello della fiscalità è il tema della prossima legislatura, ma se vogliamo conciliare con l’equilibrio dei conti dello Stato con l’esigenza imprescindibile della crescita, dobbiamo lavorare sulla riduzione della spesa pubblica improduttiva e riconsiderare radicalmente l’imposizione che grava sul mondo produttivo e sul lavoro per permettere all’economia di ripartire”