ok fotoSale la Spagna e la Germania, scendono Grecia, Francia e Croazia

Quasi la metà degli italiani, secondo il sondaggio sull’estate 2013 di Confesercenti-Swg, non si concederà una vacanza nei mesi estivi. Il peso della crisi si fa sentire: saranno infatti solo  25.700.000 le persone che non rinunceranno ad un periodo di riposo e svago, ma rispetto all’anno scorso mancheranno all’appello ben 5 milioni di vacanzieri. Mentre più di 18 milioni di italiani dichiarano di essere costretti a rinunciare.

La crisi primeggia fra le cause che hanno determinato l’imponente defezione: sono quasi 14 milioni di italiani ad indicarla come la prima responsabile della loro rinuncia.

Ancora nel 2010 la percentuale dei vacanzieri sfiorava l’80%, nel 2013 frana al 58%. E rispetto al 2012 ( eravamo al 66%) salgono di otto punti coloro che gettano la spugna.

Complessivamente la vacanza degli italiani vale quest’anno 24,5 miliardi di euro con una spesa media a persona di 961 euro,  inferiore ai 1056 euro di prima della crisi, vale a dire nel  2008.

Anche agosto segna una flessione nelle preferenze degli italiani passando dal 55% del 2012 al 52% di quest’anno. Sale di ben 4 punti invece l’opzione per giugno e di due quella per luglio, mesi premiati evidentemente per la convenienza economica.

Il fattore economico appare dominante per le famiglie italiane assediate dalle tasse, dalla disoccupazione, dall’erosione dei risparmi. S’impenna così dal 39% al 44% il numero di coloro che giudica determinante il  reddito disponibile per programmare le vacanze. Ed un italiano su due (esattamente  il 53%) lega la rinuncia alla vacanza al fatto che non se la può permettere ( costa troppo rispetto alle difficoltà dei bilanci familiari deteriorati dalla  crisi).

Non cambia invece la durata dei giorni di vacanza che dal 2009 resta attestata a 12 giorni (erano 14 giorni nel 2008). Se le risorse sono misurate, è tanta la voglia di cambiare il soggiorno estivo che sale da un già notevole  61% al 64%.

Le mete regine sono il mare (al 50%   ma era il 73% nel 2006 ed ancora il 53% nel 2012), all’estero la Spagna (27%), in Italia Emilia-Romagna e Sicilia (14%). Ma insidiate da soldialcune evidenti novità: con un grande balzo dall’11 al 18% aumenta la quota di vacanzieri che si recheranno in Germania. Ed è più forte l’attrazione, in Italia, delle città d’arte che conquista il cuore  del 14% dei turisti  (dall’11% dell’anno scorso).

Cedono vistosamente fra  le mete estere prescelte per una vacanza la Francia (dal 31 al 24%) la  Grecia (dal 25% al 16%) e la Croazia (dal 19 al 12%). Mentre si fanno apprezzare Gran Bretagna e Danimarca con un aumento di tre punti.

Stabile la montagna che non viene tradita da alcuni anni dal 12% dei vacanzieri.  Un passo in avanti lo fa pure la campagna, dal 4 al 5%.

Per  metà degli italiani la vacanza assume soprattutto  tre significati: riposo (24%), passeggiate (15%), attività culturali (13%). Mentre segue a ruota un 11% che punta decisamente al divertimento ed un altro 11% che si fa sedurre dai piaceri della tavola e del buon vino.

Dove si alloggerà? Alberghi e pensioni restano i preferiti con il 34% (in  flessione dal 37%). L’afflusso si deve soprattutto alla  politica moderata dei prezzi ed all’ampliamento dei servizi  offerti. Cresce inoltre  la ricerca di una casa in affitto e si accetta volentieri l’ospitalità degli amici e dei arenti.  In risalita anche i bed & breakfast, mentre segnano il passo l’agriturismo ed i  campeggi. Gli alberghi a tre stelle  sono i più ricercati  (si passa dal 59% del 2012 al 64%) inseguiti da quelli a quattro stelle (dal 22 al 25%).