Evidentemente gli agenti di viaggio debbono aver fatto una efficace cura antiparassitaria. Nessuno degli addetti ai lavori nel settore agenziale potrà dimenticarlo. Correva l’anno di grazia 2007 quando Ryanair ebbe la infelice uscita di appellare il mondo degli agenti di viaggio con termini non proprio lusinghieri.
Scese in campo anche la Fiavet la quale dichiarando che le affermazioni erano gratuite e prive di fondamento intraprese le vie legali. Con sentenza di primo grado datata 28 novembre 2011 la prima sezione del Tribunale di Roma condannò la compagnia irlandese ritenendola responsabile di diffamazione a mezzo stampa applicandole una multa di 25.000 euro. L’episodio ricordato si inquadra nella politica sempre sostenuta dal vettore dell’arpa gaelica di non permettere a terze parti di intromettersi nel processo di vendita della sua biglietteria. Chi vuole acquistare un biglietto su Ryanair deve passare per il suo sito. Fra l’altro dobbiamo ricordare che con questa trovata la compagnia può dire che il suo sito è visitato annualmente dai milioni di passeggeri da lei trasportati e chiedere tariffe di tutto rispetto a chi vuole fare pubblicità tramite banner sul suo sito. Con queste premesse non desta certo meraviglia che Ryanair abbia sempre “snobbato” il mondo dell’intermediazione.
Recentemente però il vento è iniziato a cambiare. La Ryanair sarebbe pronta a innovare il suo website e ad avvicinarsi ai
sistemi on-line a disposizione degli agenti di viaggio. Quali possono essere stati i motivi di tali ripensamenti? Con ogni probabilità la frenata sulla crescita annunciata in apertura di settembre ha il suo peso nella decisione.
E circa quest’ultima notizia i lettori ricorderanno che già eravamo intervenuti in merito:
“Sussidi aeroportuali che verranno per forza di cose ridimensionati, problemi sul personale impiegato nelle basi estere con relativi aumenti dei costi (almeno se si vogliono mantenere attive quelle basi), relazioni non proprio idilliache con il personale di volo, il prezzo del carburante che cresce: d’accordo che Ryanair ha creato un modello innovativo che tutti cercano di copiare, ma ogni cosa ha un limite, ogni cosa prima o poi giunge al capolinea, anche Ryanair.” (“Il profit Warning di Ryanair non è certo una sorpresa” ; Travelling Interline, 17 settembre 2013)
La tregua con gli ex parassiti
Ma secondo il nostro parere, dietro a questa “sofferta” decisione di tregua con i suoi ex parassiti, vi sono due problemi che richiedevano immediate misure.
Il primo si chiama EasyJet. E’ da molti anni ormai che Easyjet, avendo superato per numero passeggeri la British Airways, è di fatto la prima compagnia aerea del Regno Unito: 59.2 milioni contro 37.6 (dati del 2012); per la cronaca il sorpasso è avvenuto fin dal 2008 ed è passato in sordina anche perché Easyjet -al contrario di un’altra compagnia- non suona le trombe quando supera gli avversari.
Ora se si volessero trovare rivali alla compagnia low cost numero uno in Europa, gli stessi non andrebbero ricercati fra compagnie classe Lufthansa o classe Air France: la vera spina nel fianco è costituita dalla rivale di sempre, ovvero la low cost britannica.
Poche cifre chiariranno la situazione. Se osserviamo gli ultimi tre anni (2010:2012) troveremo che i passeggeri trasportati da EasyJet sono cresciuti del 19% (da 49.6 a 59.2 milioni) , quelli di Ryanair del 9% (da 72.7 a 79.6 milioni). La compagnia britannica, avendo da tempo fatto la scelta di scendere non solo su aeroporti secondari, vanta una tipologia di traffico che può interconnettersi con quello dei vettori tradizionali; per farla breve EasyJet è una compagnia low cost ma non ha disdegnato le fonti tradizionali del traffico aereo, agenzie di viaggio incluse.
Questo particolare forse agli inizi del fenomeno low cost ha significato meno gloria, ubriacati come si era dal taglio delle tariffe a tutti i costi, ma oggi questo particolare inizia ad essere un punto di vantaggio per la compagnia britannica ed un contemporaneo punto debole per il vettore irlandese.
Ben differente la situazione sul fronte Ryanair la quale volendosi per forza distinguere e da sempre alla ricerca della provocazione non ne ha voluto sapere del traffico di interlinea, non ha mai prestato attenzione agli adv, puntando tutta la sua strategia sugli aeroporti secondari e sui sussidi che poteva ottenere da questo fronte. Ma è un dato di fatto che su questo modello di aeroporti il traffico sta giungendo al capolinea anche perché riguarda collegamenti di limitata distanza alcuni dei quali fra l’altro intaccati dall’alta velocità di superficie.
Non va dimenticato che mentre sugli aeroporti tradizionali si incontrano entrambe le tipologie di traffico short-haul e long-haul, gli aeroporti “secondari” ospitano solitamente solo la prima tipologia.
A riprova di queste nostre osservazioni, allorchè Ryanair ha annunciato questi “riavvicinamenti” è stata pure comunicata la possibile apertura di rotte più lunghe e di cooperazione con vettori lungo raggio.
La seconda ragione del disgelo potrebbero essere le aule dei tribunali. Quanto ancora può durare questa storia che se vuoi vendere un volo Ryanair devi per forza passare sul sito istituzionale della compagnia? Non è forse questo un caso di abuso di posizione dominante? Ora mentre si apprende circa nuovi ricorsi avanzati da altri agenti, ricordiamo quanto scrivemmo ad aprile su queste colonne:
“le adv da parte loro debbono combattere nuove battaglie per riuscire a vendere i biglietti ‘ultima generazione’ e con questo termine intendiamo riferirci a compagnie come Ryanair che pretendono di vendere biglietti solo se l’acquisto viene fatto tramite il proprio sito.
Quest’ultimo argomento si trascina da anni nelle aule dei tribunali e a tal proposito non possiamo che rallegrarci della recente sentenza spagnola pronunciata dal Tribunal Supremo (TS) il quale ha ratificato la precedente decisione (Audiencia Provincial de Madrid) che autorizza l’agenzia online Rumbo (Gruppo Bravofly) a commercializzare i servizi di Ryanair non ravvisando in ciò gli estremi di una politica concorrenziale scorretta.” (Travelling Interline; “Tagli sull’intermediazione dalla padella alla brace” ; aprile 2013)
A ben vedere quindi vi sono molteplici motivi che giustificano i cambiamenti che bollono in pentola e ognuno di essi sembra confermare un vecchio principio da sempre in vigore nel campo delle compagnie aeree: è un mondo interconnesso ove non si può rimanere a lungo isolati e l’isolamento di Ryanair a nostro parere è durato pure troppo, complici i sussidi aeroportuali.
Leggere gli articoli di Antonio BORDONI è sempre piacevole, nonché elemento di riflessione. Grazie.