Come ogni apertura di anno che si rispetti eccoci pronti anche con questo primo articolo del 2014 a parlare di previsioni, ovviamente riferite al trasporto aereo. Su questo settore si può partire da due punti di vista i quali nei loro risultati finali divergono profondamente.
Se parliamo di compagnie aeree italiane il quadro è nero, se parliamo invece di trasporto aereo nel suo complesso, quale industria mondiale, le cifre sono più rosee.
Congiungendo i due aspetti farebbe molto comodo a noi italiani poter dire che le nostre compagnie vanno male perché va male l’industria aerea nella sua generalità, purtroppo tuttavia una tale affermazione non corrisponde a verità.
La Iata che comprende 240 vettori i quali assorbono l’84 per cento del traffico aereo globale, si è spinta oltre le solite previsioni annuali e addirittura allargandosi fino al 2016 preannuncia notevoli incrementi sulla maggior parte dei fronti. Per i passeggeri si parla di 3.6 miliardi (nel 2011 avevano toccato i 2.8); in particolare sui settori internazionali i passeggeri dovrebbero attestarsi su 1.45 miliardi con un rateo di crescita annuo del 5,3% .
Iata e traffico passeggeri
I primi cinque Paesi interessati da questo traffico saranno gli Stati Uniti (223,1 milioni), il Regno Unito (200,8 milioni), la Germania (172,9 milioni), la Spagna (134,6 milioni) e la Francia con 123,1 milioni.
La differenza fra il totale dei 3.6 miliardi e gli 1.45 dell’internazionale viene assorbita ovviamente dal traffico domestico. Su questo fronte gli Usa saranno sempre in testa con 710,2 milioni di passeggeri seguiti dalla Cina con 415 milioni; seguono poi Brasile (118,9 milioni), l’India (107,2 milioni) e il Giappone (93,2 milioni).
Nel dettaglio delle regioni, il traffico passeggeri (complessivo, ovvero domestico e internazionale) nell’Asia/Pacifico crescerà del 6,7% CAGR (Compound Annual Growth Rate); in Africa crescerà del 6,8 per cento, per il Medio Oriente è prevista una crescita del 6,6%; in America Latina il traffico crescerà del 5,8 per cento. Per il Nord America si parla di recessione (-4,3%) , mentre per quanto ci riguarda da vicino le previsioni per la regione Europa parlano di una crescita del traffico passeggeri del 4,4%.
Da annotare però che per quest’ultima regione sul fronte delle merci internazionali è prevista la più bassa crescita rispetto a tutte le altre regioni: solo il 2,4 per cento segno evidente questo che per l’Europa la ripresa è ancora lontana.
La mancata ripresa economica tra polemiche e speranze
Ed eccoci allora giunti al nodo cruciale della mancata ripresa economica, ammesso e non concesso che un giorno essa arriverà davvero. Non va infatti dimenticato che quando si parla di traffico in crescita da/per una certa regione o una certa nazione non è detto che il numero di passeggeri previsto necessariamente prenderà posto a bordo di velivoli di aerolinee di quel continente.
In altre parole gli incrementi che la Iata prevede per le singole regioni non vogliono dire che automaticamente si trasformeranno in benefici per i vettori della regione stessa.
Ormai nell’aviazione “liberalizzata” -non governata più da accordi bilaterali- le aerolinee dei paesi che pure avrebbero traffico in abbondanza, se sono state messe fuori uso da una concorrenza eccessiva o da una economia interna rallentata (se non da entrambi i fattori insieme), non possono far altro che assistere impotenti all’invasione dei loro paesi da parte di vettori di quelle nazioni la cui economia “tira” e che magari non sono prigionieri di vincoli economici dovuti all’appartenere a opinabili “blocchi” geopolitici.
E tali vincoli se nel campo dell’aviazione commerciale si traducono nei problemi da noi ricordati, sono altresì responsabili in ogni settore di altri non meno invadenti problemi quale è ad esempio in Europa la ritirata degli Stati nel battere moneta costringendo i cittadini a dotarsi di carte di credito per far fare soldi agli istituti di credito a evidente nocumento dei profitti degli esercizi commerciali già in crisi per la scarsa domanda.
La attualissima polemica circa l’obbligo bancomat nelle adv ne è un evidente esempio. E non si creda che ci siamo eccessivamente allargati dal tema principale perché in Europa i problemi riconducono tutti alla abdicazione degli Stati da quelli che una volta erano i loro compiti istituzionali, e quando sono altri che decidono al posto dei Parlamenti nazionali, può succedere di tutto.
La fine delle aziende “made in Italy” ne è un ulteriore esempio; se infatti mancano aziende primarie nazionali in salute, ad acquistare le nostre imprese in difficoltà saranno giocoforza gli stranieri e qui ci potremmo ricollegare al discorso di quale bandiera straniera verrà “in soccorso” di Alitalia. Previsioni per il 2014 ?…Sembrerebbe proprio che per ognuno di noi sia sempre più attuabile il titolo del film “io speriamo che me la cavo”.