di Liliana Comandè.
Anche quando c’era lo sconsiglio su Sharm, russi, ucraini, tedeschi, inglesi e francesi non hanno mai smesso di andare nelle località balneari egiziane.
Negli ultimi due anni sono stata varie volte in Egitto, al Cairo e sul Mar Rosso. Sono stata più volte a Sharm El Sheikh e ad Hurghada. Ho scelto strutture internazionali e, ogni volta, ero l’unica italiana presente nell’hotel. Se la lingua predominante era un tempo quella italiana, da due anni a questa parte il russo e il tedesco sono le lingue che parlano tutti gli egiziani che lavorano negli alberghi, nei ristoranti e nei negozi.
A differenza di ciò che vogliono gli italiani: villaggio, cibo e animazione esclusivamente in italiano – e per questo scelgono i villaggi degli operatori nostrani – gli stranieri mangiano tutto quello che viene preparato , senza stare troppo a pensare a quello che ingurgitano, basta che hanno i piatti strapieni di ogni tipo di cibo presente sul buffet, amano fare escursioni e, soprattutto divertirsi la sera con il team di animazione.
I bambini, poi, a differenza dei nostri, prendono il mangiare da soli e non vedi mai imboccarli o correre loro appresso con il piatto e la forchetta pregandoli di mangiare….
E poi devo dire che fanno anche la felicità di chi è preposto a far trascorrere bene il loro tempo libero. Sono sempre i primi a partecipare ad ogni gioco classico dei villaggi, senza farsi pregare come gli italiani, e si divertono e fanno divertire anche chi assiste agli spettacoli.
Mi è capitato solo due volte di vedere qualcuno che aveva bevuto alcool più del dovuto, ma era notte, era sulla spiaggia e non ha dato fastidio a nessuno.
Sfatato, per ciò che mi riguarda, il discorso della sgradevolezza della loro presenza e della difficile convivenza con loro, ritorno al discorso che oggi come oggi, se non si cercano i paesi dove ci sono i cittadini che possono spendere soldi per le loro vacanze, non si va più da nessuna parte.
Mi è stato raccontato da alcuni amici che in Sardegna, un famoso e grande villaggio era pieno di russi che si potevano permettere di spendere quasi 200 euro al giorno a persona. Intelligente il settore marketing dell’hotel che ha saputo intercettare questa importante fetta di mercato emergente.
Ma torniamo al discorso del Mar Rosso, anche se ci sono agenti di viaggio italiani che dimostrano “un’antipatia” particolare per questa zona egiziana tanto da non proporla mai ai propri clienti.
Poiché, per fortuna, esistono persone che amano viaggiare solo per visitare luoghi culturali, mentre altri vogliono solo stare con la “pancia” rivolta al sole e non fare assolutamente niente, sarebbe il caso di rispettare ogni tipologia di cliente e proporre anche quello che il nostro mercato del tour operating programma investendo parecchi soldi e dando da lavorare a parecchie persone.
Da più parti si è scritto che Sharm el Sheikh non è decollata come avrebbe dovuto nonostante sia stato tolto lo sconsiglio da parte della Farnesina ma, tutto sommato, considerando il poco tempo avuto per promuovere nuovamente la destinazione, le paure degli italiani, non è andata proprio malissimo, soprattutto per il T.O. Eden Viaggi, che si è confermato primo operatore italiano sulla destinazione.
Marsa Alam è andata bene, così come Marsa Mathrou, mentre Hurghada – nonostante il bel mare, le ottime strutture e la bella cittadina – non riesce ad attrarre gli italiani come le altre due mete balneari.
Ma…fortuna per gli egiziani, i russi e gli altri europei non hanno mai desistito dal recarsi in Egitto per trascorrere le loro vacanze e le numerose locandine appese nelle bacheche degli hotel, evidenziavano grossi nomi del tour operating straniero.
Inoltre, alcuni desk nelle hall, con personale rappresentante dei vari T.O., dimostravano quanto questi ultimi ci tenevano a far sentire seguiti e importanti i propri turisti presenti negli hotel.
Informandomi da questi ultimi, sono venuta a sapere che grossi operatori russi, “acquistano” voli charter anche per gli operatori tedeschi. Un bel movimento con uno grosso giro d’affari.
E noi? Noi, fra paure varie, sconsigli solo per poche località, antipatia per la destinazione (o per gli arabi in generale?), abbiamo abbandonato il campo lasciandolo in mano ai russi i quali, fra le tante cose, pagano subito e sempre, non si fanno “correre appresso” dai T.O. egiziani, come è accaduto con alcuni nostri operatori, e lavorano bene.
Credo che per il nostro mercato il Mar Rosso sia molto importante per il rapporto qualità-prezzo, nonostante quest’anno ci sia stata una nuova richiesta per le Baleari e le Canarie. Ma è poca cosa in confronto a quanto lavoro continuo possa dare il mare Egiziano sia per la sua bellezza che per il rapporto qualità-prezzo.
Sono lontani i tempi in cui il grande “pioniere” delle isole spagnole, Stefano Patacconi, titolare della Condor Viaggi, inviava migliaia di persone ogni settimana alla scoperta di quelle isole che nessuno conosceva se non sulla carta geografica.
E allora?
Allora bisogna mettere da parte ogni considerazione personale sulle scelte dei clienti e vendere tutto quello che può anche risollevare le sorti degli operatori, ma anche quella dei dettaglianti.
E se il Mar Rosso ci da le garanzie che le persone possono trascorrere le vacanze in tutta tranquillità, ben vengano le offerte degli operatori e le richieste dei clienti perché, che ci piaccia o meno, il turismo “campa” sul lavoro continuo e non su destinazioni stagionali.
Riappropriamoci di quella destinazione che abbiamo lanciato noi e dove il primo albergo costruito è stato opera di un italiano.
Ma, nel caso disgraziatissimo in cui dovesse accadere quello che è successo ad agosto di due anni fa, il settore turistico deve essere tutelato al massimo e non più lasciato allo sbando, così come è avvenuto creando scompiglio, disorientamento, caos e grandi liti fra Associazioni di categoria, Operatori, Associazioni dei Consumatori, dettaglianti e clienti.
Ognuno diceva la sua e nessuno voleva rimetterci i propri soldi.
Il cliente è sacro, ne siamo coscienti ed è giusto che sia così, ma bisogna incominciare a capire che anche i lavoratori del settore lo sono, anche se qualcuno non se ne ricorda mai.
Liliana Comandè
Caro Luigi, io credo che dietro questo sconsiglio ci sia stato qualcosa di “inquietante” e che nulla aveva a che fare con la sicurezza dei turisti. Una prova? Oggi ho ricevuto un comunicato stampa su Israele. A quanto pare si può ritornare a visitare il paese…Tu che ne pesni?