Italia, Spagna, Grecia o crociere? Ritardo nelle prenotazioni e preoccupazione tra gli addetti ai lavori.

Dopo gli avvenimenti di rivolta accaduti in Tunisia, Egitto, Libia e Siria, gli operatori e gli agenti di viaggio formulano con grande preoccupazione le ipotesi su come andrà la stagione. Le incertezze sono tante, il mondo turistico si è ristretto e la stagione, che dovrebbe già essere ben avviata, stenta a decollare. Si sta assistendo, da parte dei T.O., ad una vera e propria ricerca di alternative rispetto a quanto hanno già nella loro programmazione.

Non passa giorno, infatti, che operatori specializzati da anni su determinate destinazioni, di punto in bianco inseriscono tante altre mete nella loro programmazione in modo da compensare la scarsità di richieste per alcuni paesi non considerati sicuri dal nostro mercato.

La scelta balneare, dato il periodo, cade inevitabilmente su Italia, Spagna, Grecia, Caraibi in modo da offrire al turista italiano (quello che può ancora permettersi di viaggiare) destinazioni considerate  sicure.

Parliamoci chiaro, l’inverno e la primavera sono stati un vero e proprio disastro. A soffrire di più e a farne le spese in misura maggiore sono stati soprattutto i T.O. specializzati sull’Egitto e sulla Tunisia, -i perché si son visti venir meno  quella che era la linfa invernale-vitale  di grandi e piccoli operatori.

Ma anche i dettaglianti sono stati coinvolti in questo mancato incasso, che ha sempre sostenuto  le deboli entrate economiche del nostro periodo freddo.

Le due destinazioni, specialmente  il Mar Rosso,  erano quelle che facevano girare il “cash flow” nelle casse di tutti in periodi nei quali gli italiani hanno sempre prediletto recarsi in un posto caldo a poche ore di volo dalla propria città, e località come Sharm el Sheikh, Marsa Alam e Hurghada sono sempre state fra le mete preferite dai nostri connazionali. Abbastanza vicine all’Italia ma con un clima ben più caldo e con un rapporto qualità-prezzo ottimo, il Mar Rosso ha sostenuto, e non poco, il settore turistico italiano.

Il fallimento di Sprintours , l’ultimo che si conosca di aziende di un certo rilievo, rappresenta un po’ il fallimento di tutto il nostro settore. La sua chiusura, evidentemente legata moltissimo alla mancanza di entrate per i viaggi verso le 2 destinazioni del Nord Africa, ci fa comprendere – se ancora ce ne fosse bisogno – quanto sia fragile il settore e come sia facile cadere dalle stelle alle stalle.

Sembrava un’azienda solida, anche se erano circolate voci nei periodi in cui c’erano state le rivolte nei paesi in cui Sprintours era maggiormente coinvolto e “forte”, ma, come sempre, si era pensato ad un periodo momentaneo di difficoltà che si sarebbe risolto nel momento in cui nei due Paesi sarebbe ritornata la calma.

Ma così non è stato! Ed ancora oggi si fa fatica ad invogliare i nostri vacanzieri a recarsi in quelli che erano i loro luoghi preferiti per trascorrervi le proprie ferie.

I charter, chiaramente, sono diminuiti in maniera esponenziale e condivisi da più operatori, inoltre, cosa piuttosto contestata sia dai clienti che dai dettaglianti che sono i loro “interfaccia “, questi pochi aeromobili fanno un po’ il “giro d’Italia”  per caricare passeggeri da ogni parte d’Italia. Sta capitando, infatti, che chi parte da Roma per recarsi a Sharm, si veda ‘dirottato’ su Verona, dove vengono imbarcati altri passeggeri e così, un viaggio che dovrebbe durare 3 ore, alla fine diventa un tour de force di quasi una giornata.

Certo, gli operatori lo fanno per poter proseguire in parte la programmazione, ma i clienti che pagano non amano questo genere di sorpresa, quasi sempre imprevista e comunicata un po’ troppo sotto data.

E’ un gioco alla sopravvivenza e alla speranza di riprendere a lavorare come prima, però, non sempre il metodo è quello giusto e sicuramente non è apprezzato da chi pensa di stare su un aereo un tot di ore e, invece, si ritrova a stare su una ‘navetta’ che spesso non ha neppure una logica: perché partire da Roma per Verona o Bologna e poi scendere per l’Egitto? Non sarebbe più logico il contrario? Far partire l’aereo dal nord e poi farlo scendere verso il sud…perderebbero tutti meno tempo e si capirebbe di più il discorso dell’unificazione di un aereo per prendere altri passeggeri  da vari aeroporti.

Bene, tutti noi speriamo che la fiducia e la voglia di trascorrere una vacanza in luoghi vicini, economici e validi sotto ogni punto di vista, torni fra gli italiani, ma, di certo, credo che la paura di non farcela più a reggere una situazione come questa sia sempre più presente nella mente di chi opera nel turismo, dal più grande al più piccolo. I soldi che non entrano mandano a ”gambe all’aria” qualsiasi azienda che non abbia le spalle supercoperte.

Sicuramente gli operatori che hanno nella loro programmazione il prodotto Italia avranno pensato ad un’estate tutta Mediterranea, soprattutto concentrata sulle località balneari del Belpaese. Ma anche qui non è come si pensava perché ci sono avvisaglie negative anche per l’Italia, che veniva data per vincente in questa estate così incerta e piena di preoccupazioni per il suo andamento altalenante e non rispondente alle aspettative. Si cerca di correre ai ripari con offerte varie: nave gratis per la Sardegna anche se le compagnie di navigazione hanno raddoppiato i prezzi, bambini gratis, e prezzi già ribassati per l’altissima stagione.  C’è massima prudenza fra i T.O. che, spesso, pur di non dire che la stagione va male, preferisce sempre ricorrere alla consueta bugia del “fatturato e numero di passeggeri  aumentati rispetto all’anno precedente, nonostante la crisi”.

Ormai tutti dobbiamo fare i conti con una moltitudine di novità tecnologiche. Tutti gli hotel hanno un sito e, spesso, con poca onestà, rubano i clienti agli operatori che li pubblicizzano nei loro cataloghi perché vengono contattati direttamente dai turisti che chiedono lo sconto.

Se quest’estate è caratterizzata da un ritardo nelle prenotazioni degli hotel, villaggi o residence, d’altra parte si sta assistendo ad un ritorno agli anni ’60-’70, in quanto le famiglie hanno preferito affittare gli appartamenti nelle varie località balneari più vicine alle proprie abitazioni. Mi è stato riferito che per il mese di luglio è impossibile trovare un appartamento libero al Lido di Ostia, a 25 chilometri da Roma! Regressione? Crisi?

Sicuramente la situazione è abbastanza stagnante e poiché la gente è sempre più oppressa da ciò che viene detto dai nostri mass media, è diventata più oculata, più attenta al risparmio anche se in una casa non si fa una vera e propria vacanza.

Chi prenota lo fa approfittando delle occasioni che non mancano mai in un mercato incerto e instabile.

Tiene sempre il mercato degli Stati Uniti e di alcuni tour in altre parti del mondo che costano meno di una settimana balneare, ma non basta a ritirare su un settore che ogni anno sta perdendo pezzi importanti del tour operating e dei dettaglianti. L’Australia e la Polinesia, sono mete riservate a fasce di clientela piuttosto selezionata o ai viaggi di nozze, ma i matrimoni sono in diminuzione e, quindi, anche per queste mete le aspettative non sono positive.

Ma abbiamo delle eccezioni: le crociere.

Infatti, un concorrente divenuto sempre più agguerrito e concorrenziale rispetto alla vacanza nel villaggio dove i “figli” vengono presi in consegna da animatori e i genitori possono approfittare del tempo libero per  riposarsi o praticare attività sportive , è la crociera, sempre più amata dagli italiani. Il successo di questa tipologia di vacanza, che sembra  non conoscere crisi, è dovuto alla varietà e validità degli itinerari, alla certezza di una vacanza riuscita e senza brutte sorprese e al fatto che i figli che non hanno compiuto ancora 18 anni – e viaggiano nella cabina con i genitori – soggiornano gratis. E di questi tempi, con i portafogli sempre meno pieni e con l’incertezza di mantenere il  proprio lavoro, non è poca cosa.

Però, se le prospettive per il traffico crocieristico sono abbastanza buone, come andrà l’Italia e il resto del Mediterraneo inteso come Spagna e Grecia? Oggi come oggi l’andamento delle prenotazioni non è positivo, e se c’è qualcuno che si azzarda a dire che i risultati fino ad oggi sono eccellenti, non credetegli. Siamo tutti  capaci di dire che le prenotazioni e  i passeggeri o sono raddoppiati. Se lo scorso anno abbiamo fatto partire per una certa destinazione 5 persone e quest’anno 10, è chiaro che abbiamo raddoppiato! Ma non sono i piccoli numeri a “far primavera”. Con le magre commissioni che vengono date dagli operatori ai dettaglianti, hai voglia a far partire clienti per poter dire che guadagni qualche soldo!

A proposito, perché i Cral hanno commissioni che le agenzie non hanno? Perché i T.O. devono creare queste disparità e altra concorrenza fra chi paga per avere una licenza, paga le tasse regionali e la CCV, paga i dipendenti, paga un locale superattrezzato per poter lavorare decentemente per i propri clienti epoi…arriva un vecchio cliente e ti dice che è partito con il Cral del “Pinco Pallino” perché ha pagato una quota agevolata? E quella parte di quota che è rimasta nelle tasche di chi si occupa dei viaggi dei dipendenti perché non può esserci anche nelle tasche degli imprenditori che sono in regola con tutte le normative vigenti per fare il dettagliante e che, sicuramente, sa fare il suo lavoro molto meglio di chi s’improvvisa agente di viaggio solo per interesse personale, pur avendo già tutto pagato – stipendio compreso?

Passano gli anni, ma questo è un vecchissimo problema che a nessuno  interessa risolvere.

Ci sono forse troppi pezzi di pane da intingere nel sugo in pentola ancora sul gas?

A proposito, allegato al settimanale “Il Venerdì” di Repubblica del 17 giugno, c’era un piccolo folder di Welcometravel contenente offerte per l’Italia e l’estero di noti operatori con sconti ai clienti che una semplice agenzia non può neppure sognare di ottenere per sé stessa. E allora, in un’estate così disgraziata, con chi si vuole combattere-competere? Contro i mulini a vento?

Le normali agenzie di viaggio hanno già perso prima della partenza…

Liliana Comandè