bancomatAl Ministero per lo Sviluppo Economico si parla di nuovo di POS,anche nelle agenzie, dove – oltre ad ipotizzare un credito d’imposta per i professionisti che si dotassero del POS (ipotesi da porre a verifica con le eventuali necessarie coperture finanziarie) – si sta pensando anche all’imposizione di sanzioni per chi insistesse nel non volerne fare uso.

Il costo medio annuale per le aziende si aggirerebbe intorno ai 1.200 euro, costo derivante dal noleggio degli strumenti messi a disposizione dagli istituti bancari (dai 120 ai 180 euro/anno per gli apparecchi tradizionali che possono scendere ai 25/60 euro/anno per gli apparecchi che utilizzano il web) e dai costi “variabili” rappresentati dal costo della strisciata del bancomat o della carta di credito, costo che può oscillare tra i 0,60 e i 2,50 euro per cento sul costo del bene o del servizio pagato.

Esistono anche delle soluzioni diverse e più economiche, esenti da canoni e commissioni minime: hanno un costo di attivazione ed una commissione sulla transazione. Una di queste è Wallet-ABILE, a disposizione degli utenti che utilizzano iOS e Android, che ha un costo di 84 euro di attivazione ed una commissione dell’1% sulle carte di debito e del 2,75 su quelle di credito e debito internazionali.  Sempre per utenti iOS e Android è l’app SumUp, con un costo di attivazione di 79 euro ed un costo fisso per ogni transazione pari all’1,95%.  Per Windows vi è invece Jusp, dal costo di attivazione di 47,50 euro IVA inclusa ed una commissione del 2,50% per ogni carta utilizzata,

Transazione esclusivamente possibile con un sistema “mobile” per Solo: il cliente riceve un link tramite mail, SMS, QRCode o NFC attraverso il quale può effettuare il pagamento. Solo prevede una commissione del 2,5% oltre al costo di 18 centesimi per transazione Non ha costi di attivazione per l’azienda. (Fonte AIAV)

 

Infine parliamo di ciò che potrebbe accadere trovandosi di fronte ad un utente che insiste per pagare con strumento elettronico e ad un professionista che si rifiuta di accettarlo: considerando il fatto che il pagamento avviene alla fine della transazione, il consumatore potrebbe avvalersi dell’istituto della “mora del creditore”, poco usato dal Codice Civile ma pure esistente. In pratica il consumatore dichiara in maniera formale (in forma scritta) di voler pagare con bancomat o carta di credito, e , in quel modo, non maturano interessi a suo carico per un pagamento postergato all’acquisto. Inoltre, il consumatore avrebbe facoltà di trascinare il professionista davanti al Giudice di Pace non per farlo sanzionare ma, piuttosto, per chiedere di essere risarcito del danno causato dall’impossibilità di effettuare il pagamento.