di Harry di Prisco
Danzica, la graziosa città del Baltico, ha il privilegio di aver concorso alla caduta del muro di Berlino e tutto quello che poi ne è seguito. Infatti qui fu costituito il sindacato Solidarność, che, con Lech Wałęsa ha contribuito al tramonto del regime comunista in tutta Europa. Ma soprattutto è tristemente ricordata come il luogo ove scoppio la seconda guerra mondiale a seguito del segnale convenuto: una cannonata sparata dalla vecchia corazzata Schleswig-Holstein. Alla cessazione della resistenza tedesca i soldati sovietici saccheggiarono e incendiarono la città e gli edifici rimasti in piedi, distruggendola quasi del tutto.
La penisola di Westerplatte
Varie sono le chiavi di lettura di questa stupenda città del nord della Polonia, una è il voler ricordare gli orrori della guerra alle future generazioni al fine di evitare il ripetersi di quanto accaduto. Luogo simbolo è la penisola di Westerplatte con il monumento ai 15 soldati caduti polacchi che difesero nel ‘39 eroicamente la fortezza per una settimana. In segno di rispetto il comandante tedesco restituì la spada al comandante polacco che – in seguito – morì in un ospedale di Napoli.
Altro luogo da visitare è il World War Museum, inaugurato da pochi mesi, nel cui piano interrato è stata allestita un’esaustiva mostra permanente su Danzica dopo, durante e successivamente all’ultima guerra. Il visitatore viene portato per mano a vedere di persona attraverso foto, filmati e oggetti unici come era la vita spensierata e come si trasformò in seguito, fino all’olocausto finale degli ebrei, agli episodi di eroismo di tanti polacchi, alla distruzione della città e alla fedele ricostruzione in base alle foto e ai quadri di cui disponevano i polacchi. Nell’ultima sala è stato fedelmente ricostruito uno spaccato della città bombardata con al centro un carro armato.
Sapori inconsueti
Questo popolo è portato naturalmente all’allegria, che si può vedere nell’espressione di tanti giovani che affollano le strade e i locali fino a tardi. Il visitatore potrà “assaporare” questa gioia di vivere attraverso i piatti della cucina polacca, frutto di una fusione tra le cucine regionali e delle minoranze esistenti, con una decisa influenza dei gusti orientali. Molto diffuse i vari tipi di zuppe a base di funghi, gallina, pomodoro, cetriolini oppure con la panna acida. La più famosa è la zurek fatta con il lievito di farina acido servito in una pagnotta scavata. Quasi ovunque in menù viene riportata l’oca con mirtilli o ripiena di grano saraceno, più raramente al sangue. Il piatto più tipico sono i pierogi, in pratica i nostri ravioli, ripieni con ricotta, con carne, con cavolo o con patate. Le aringhe con vari condimenti sono molto apprezzate, come pure i pesci di fiume o del mar Baltico. Famosi i dolci locali come: le frappe, la torta di papavero o quella con la ricotta e i biscotti di panpepato. Ottima la birra e l’idromele ricavato dalla fermentazione del miele. La specialità di Danzica è il liquore Goldwasser, a base di varie erbe e di pagliuzze d’oro, inventato dall’olandese Ambrosius Vermollen nel 1598, di cui era un estimatore lo zar Pietro I di Russia che ordinò che gli venissero consegnate varie bottiglie in modo permanente. Solo per citare qualche ristorante: Gdański Bowke; Kubicki; Ciekocinko Palace 1906; Grono di Rucola; Piwna 47 dove si può trovare la cucina della tradizione, mentre al Metamorfoza si assaporeranno piatti rivisitati frutto di una ricerca al segno dell’innovazione con alla base le eccellenze del territorio.
Il deserto del mar Baltico
Varie sono le escursioni che si possono fare, fra le più suggestive quella a Leba nel Parco Nazionale Slowinski con ampie spiagge di sabbia e con dune costantemente in movimento, protetto dall’UNESCO come riserva mondiale della biosfera. Il fenomeno è raro in Europa, sembra di trovarsi in pieno deserto del Sahara, se non fosse per il mare Baltico che si scorge da lontano. La tentazione di rotolarsi nella sabbia fine delle dune alte fino a quaranta metri è forte, bisogna tornare bambini per lasciarsi andare a questa forte emozione.
Un pezzo d’Italia a Sopot
La cittadina di Sopot, situata tra Danzica e Gdynia, insieme alle quali costituisce la cosiddetta Tripla Città, è dove i polacchi, e non solo, vengono a rilassarsi.
E’ conosciuta soprattutto per il Festival della Canzone e per il molo in legno “Monte Cassino” di 512 metri, il più lungo d’Europa di questo tipo, il suo nome è in ricordo dei caduti di Monte Cassino, in cui caddero molti polacchi. Sopot deve la sua fortuna ad un medico alsaziano al seguito di Napoleone, Johann Georg Haffner, che nel 1807 costruì uno dei primi stabilimenti balneari esistenti al mondo, diviso fra uomini e donne, che fu uno scandalo per l’epoca, anche se i bagni si facevano vestiti in cabine riservate. La ferrovia che collegò Danzica a Berlino nel periodo della belle epoque, fece si che la graziosa cittadina divenisse una delle località di villeggiatura più note e raffinate d’Europa. Non perse tale caratteristica nel corso delle guerre e neanche nel periodo dell’occupazione nazista e sovietica. Il gelato prodotto della Gelateria Italiana Milano, fondata nel 1956 da Oronzo De Marco, è fra le curiosità del luogo, anche se ben diverso dai nostri prodotti artigianali.
I Templari dell’Unesco
La fortezza, la più grande al mondo in mattoni, è un bellissimo esempio di architettura gotica difensiva, essa si estende su ben 21 ettari, costruita dai cavalieri teutonici che qui stabilirono la loro capitale tra il 1308 e il 1457. Dal ‘97 è inserita nel patrimonio mondiale dell’UNESCO, fu bombardata dai nazisti e poi interamente ricostruita secondo il modello ottocentesco. Si può raggiunge facilmente in treno da Danzica; l’audio-guida interattiva consente un agevole visita anche dei passaggi esterni.
Il castello ne racchiude altri due: in quello più basso, non occorre biglietto; nel castello medio, dopo aver attraversato un ponte levatoio, si apre un grande cortile, con una mostra di arte moderna, su cui si affacciano la chiesa della Vergine, il Palazzo ed il refettorio dei cavalieri. Degna di nota è l’esposizione permanente di stupendi gioielli antichi e moderni di ambra. Fra le curiosità le latrine segnalate da un diavoletto corrucciato riportato nelle volte, con le foglie di cavolo adibite all’uso di carta igienica. Per la visita alla Torre Quadrata, al fine di ammirare il panorama dall’alto, occorre un biglietto supplementare. Nelle sale si avverte ancora la presenza dei cavalieri teutonici con la legenda che aleggia sulla loro storia.
Danzica è facilmente raggiungibile con voli diretti di ca. 2 ore da vari aeroporti italiani effettuati da Wizz Air e Rynair a partire da 50 Euro a tratta. Maggiori informazioni potranno essere fornite dall’ente nazionale polacco per il turismo (www.polonia.travel/it).