di Liliana Comandè.

 

Le responsabilità dei tour operator e il lungo silenzio degli agenti…

 

Mentre stavo rimettendo in ordine l’archivio delle riviste cartacee di Travelling Interline, mi è capitato di vedere in prima pagina un articolo che ho scritto, e pubblicato, esattamente nel lontano mese di ottobre del 1994. Ben 23 anni fa!!!
L’ho riletto e, tranne per alcune cose ormai sorpassate, mi sono resa conto che il problema che esisteva già 23 anni fa, non ha ancora trovato una soluzione. Di chi la responsabilità di questo fenomeno che si è sparso anziché fermarsi?
Le colpe sono tante e di tutti, ed oggi se ne stanno pagando le cosiddette “decime”.
Fra le Associazioni di categoria va segnalato il lavoro che ha svolto, e che ancora sta svolgendo, Autotutela a difesa della categoria denunciando anche agenzie non regolari o privati che s’improvvisano operatori turistici.

Ora, dopo tutto questo tempo, mi piace riproporre lo stesso articolo per far comprendere che i problemi non sono nuovi, ma vecchi e si trascinano in maniera vergognosa.

Di seguito il mio “vecchio”, anzi, antico redazionale.

E’ da un po’ di tempo che c’è un certo fermento nel mondo turistico per cercare di frenare il fenomeno dell’abusivismo. Se ne è parlato tanto nelle varie assemblee Fiavet e si è sempre data la “croce” agli agenti di viaggio sprovvisti di regolare licenza e associazioni pseudo-culturali.

Crediamo che, se si analizzassero razionalmente i fatti, si potrebbe veramente porre fine al problema. Chi è titolare di agenzia di viaggio sa che le lungaggini burocratiche italiane sono veramente assurde. Mediamente per ottenere una licenza, soprattutto nelle grandi città, ci vogliono un paio di anni, ma quando si iniziano le pratiche con la Regione di appartenenza, bisogna già avere i locali idonei ed avere un direttore tecnico abilitato.

 

Ora, sia l’affitto del locale che lo stipendio al direttore tecnico va pagato e tutti siamo al corrente dei costi che si devono sostenere ogni mese per poter mantenere in piedi la richiesta di licenza.

 

Poiché non tutti quelli che decidono di mettere su quest’attività hanno alle spalle tanti soldi, accade che, per sopravvivere, in attesa che qualcuno di buona volontà mandi avanti la pratica, incominciano a lavorare con la “serranda semi-abbassata”…e qui, ecco che subentrano le prime responsabilità dei T.O. che si guardano bene dal chiedere copia della licenza alle nuove agenzie che si rivolgono a loro.

 

Un altro tipo di abusivo è colui che richiede non già la licenza di dettagliante, ma di tour operator (ci vuole meno tempo per ottenere quest’ultima), però si comporta come se fosse un dettagliante.

Per Legge, il T.O. è colui che programma i viaggi da vendere alle agenzie dettaglianti che, a loro volta, vendono ai clienti.

 

Accade, invece, che molti tour operator con un solo tipo di licenza, acquistino servizi dai grossi T.O. e li vendano direttamente ai clienti come se fossero dettaglianti.

Anche qui, come mai il grosso operatore non si accerta se chi sta acquistando il viaggio è un altro T.O. o un dettagliante?

 

C’è ancora un tipo di abuso che compie il T.O. ed è quello di vendere ai privati o ai Cral aziendali i propri viaggi, scavalcando il dettagliante che, invece, deve essere il tramite di queste operazioni di vendita.

Scagli la prima pietra il T.O. che non ha mai venduto, senza intermediazione, al privato o al Cral (quest’ultimo cliente denigrato e odiato ma, nello stesso tempo, ricercato)!

 

Riscontriamo inoltre un altro tipo di abusivo ed è il semplice privato che si presenta sempre al grosso T.O. per organizzare viaggi per i propri conoscenti o, addirittura, ai circoli aziendali.

Anche qui ci piacerebbe sapere quanti, fra i grossi nomi del turismo abbiano indirizzato gli improvvisati agenti di viaggio verso i dettaglianti!!!

 

In quanto al fenomeno delle Associazioni culturali, se fossero veramente culturali, non avremmo niente da ridire, però, ci risulta che offrano ai loro soci soltanto viaggi ed inoltre, personaggi appartenenti a questi circoli, che spesso provengono dal mondo del turismo, contattano i grossi T.O. (sempre loro) ed ottengono da questi ultimi commissioni ben più alte di quelle che vengono date alle agenzie di viaggio regolari che sostengono spese elevate per mantenere l’attività e il personale.

 

Che dire poi di quei tour operators che pubblicano sui loro depliants anche il proprio numero telefonico? A questo punto sorge spontanea una domanda: ”Ma cosa ci stanno a fare le agenzie dettaglianti? Avranno un futuro in questo mondo senza rispetto delle regole e delle Leggi esistenti? E chi è il più grosso responsabile del fenomeno dell’abusivismo? Crediamo sia abbastanza facile comprendere che se i T.O. facessero bene e seriamente il proprio lavoro e se si riuscisse a rendere più snelle le pratiche di concessione di licenza, il fenomeno dell’abusivismo cesserebbe in quanto non avrebbe fonti di energia per sopravvivere.
Ecco, questo accadeva 20 anni fa.

In altri editoriali parlavo anche delle parrocchie organizzatrici di gite e viaggi, surclassando le agenzie dettaglianti, degli alberghi che applicano tariffe più basse ai clienti piuttosto che alle agenzie, e delle compagnie aeree che, pensando di “far più soldi” eliminando GDS e rivolgendosi direttamente ai clienti (sempre con tariffe meno care), sarebbero andate meglio economicamente – cosa che non è poi avvenuta -. E poi…di tutto quello che sarebbe accaduto con l’avvento di Internet e del punto interrogativo sul futuro del settore.

Qualcuno mi definì una Cassandra senza ottimismo…ma mi sembra che, forse, già da allora vedessi molto più lontano di tanti altri “miopi” personaggi che oggi “calcano” le mie orme….

Forse, allora,  era giusto definirmi una Cassandra. Probabilmente perché avevo “un binocolo” migliore (o un cervello che sapeva pensare un po’ di più alle cose negative piuttosto che a quelle positive -che non avevano bisogno di previsioni). Ma oggi, mi dispiace constatare che quanto da me previsto con tanto anticipo è diventato realtà. Il settore è in agonia. La gente non si muove o, se lo fa, preferisce stare con il “sedere” sopra una sedia e fare da sé.

Anni fa, durante una Bit, il proprietario di Viloratour mi disse che era giusto che gli operatori trattassero direttamente con i clienti. Bisognava eliminare l’intermediazione per offrire prezzi più bassi al mercato.

Peccato che, per lui, non c’è stato più posto nel mondo degli operatori. Eppure era un buon T.O. che offriva discreti prodotti. Ma non ha fatto in tempo a trattare con i clienti. Purtroppo per lui è sparito – come tanti altri, negli ultimi anni – nel mondo del fallimento!

Liliana Comandè