di Antonio Bordoni.
Da più parti ci si lamenta, giustamente dobbiamo dire, che per Alitalia le cifre ufficiali rese pubbliche si fermano al bilancio del 31 dicembre 2015. Tenuto conto che i dati 2016 sono stati diffusi per tutti i vettori e che a breve disporremo anche dei dati del 2017 effettivamente per Alitalia siamo rimasti indietro.
Come è noto i Rapporti Annuali delle compagnie aeree sono suddivisi in due distinte sezioni.
Abbiamo le cifre riferite a costi & ricavi (aspetto finanziario) e abbiamo i numeri operativi (passeggeri, flotta, dipendenti ecc).
Ora dobbiamo precisare che mentre le cifre finanziarie sono “oscurate” e non divulgate in quanto, si dice, è in corso il processo di valutazione di offerte e acquirenti (1) , i numeri che si riferiscono alle operazioni sono invece disponibili da altre fonti.
Per quanto riguarda i dati sui passeggeri trasportati da Alitalia l’annuario statistico pubblicato dall’ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile) è ad esempio una fonte primaria assolutamente indispensabile.
Tramite essi sappiamo l’andamento delle vendite con relativa suddivisione fra settori domestici e internazionali:
TOTALE INTERNAZIONALI DOMESTICI
ANNO 2015 22.987.134 10.636.650 12.350.484
ANNO 2016 23.106.354 10.327.430 12.778.924
ANNO 2017 21.765.476 9.614.368 12.151.108
Dalla loro analisi balza evidente come il numero passeggeri internazionali continui inesorabilmente a scendere mentre il numero dei domestici sia pur fra alti e bassi, risulta attestarsi sui 12 milioni di passeggeri annui. In merito ricordiamo che ultimo punto di vanto rimasto ad Alitalia è appunto quello di essere il vettore numero uno in Italia per passeggeri nazionali in quanto sappiamo bene che è ormai Ryanair il primo vettore italiano. (2)
Altra fonte che ha reso noti alcuni dati Alitalia riferiti al 2016 è la pubblicazione WATS (World Air Transport
Statistics) della Iata. (3)
Tramite essa apprendiamo che nell’anno 2016 l’Alitalia risulta aver prodotto RPK (passeggeri trasportati per chilometri operati) per un valore di 35.427.000.000, nel 2015 l’RPK si aggirava su 34.400.000.000 ; nel 2017 il dato manca ma tenendo presente che il numero complessivo passeggeri è diminuito e che sicuramente non vi è stata una espansione del network si dovrebbe essere tornati al di sotto della cifra prodotta nel 2015. A titolo comparativo annotiamo che nell’anno 2000 Alitalia produceva RPK per 41.436 milioni.
Una interessante tabella contenuta nel WATS della Iata è quella relativa al rapporto Passeggeri lavorati su numero dipendenti in forza (4).
Per quanto riguarda Alitalia, contrariamente a quanto ci si potrebbe attendere, i dati riferiti all’anno 2016 indicano una situazione di tutto rispetto per la nostra compagnia.
Su 50 compagnie mondiali esaminate, Alitalia risulta essere al tredicesimo posto precedendo compagnie insospettabili come ad esempio:
Alitalia 1814 pax per dipendente
American Airlines 1384
Klm 1275
United 1143
Malaysia Airlines 1115
Qatar 1063
Emirates 1063
British Airways 1060
Cathay Pacific 1046
Air Canada 1029
Iberia 826
Lufthansa 459
Meglio di Alitalia, come detto, solo 12 compagnie:
Ryanair 8792 pax per dipendente
All Nippon 3538
Japan Airlines 3019
Scandinavian 2754
Turkish Airlines 2591
Azul 2249
Gol 2206
Virgin Australia 2167
Hainan 2151
Alaska Airlines 2116
Asiana 1887
WestJet 1829
Sono cifre che non possono non sorprendere tenuto conto di tutti commenti non certo lusinghieri che sono circolati sulla forza lavoro della compagnia. Tornando comunque ai dati finanziari ignoti pur nel rammarico della loro indisponibilità, dobbiamo precisare che trattando di una compagnia che si trova ad operare grazie ad un prestito-ponte ottenuto dal governo e il cui destino sembra variare ad ogni mutazione politica, ogni paragone sui dati finanziari proposto con le consorelle risulterebbe inopportuno.
Di certo si può dire che se l’azienda è andata male quando l’industria aerea commerciale andava bene (5), prima di parlare di vendita del paziente ad altro vettore più capace dal punto di vista gestionale, sarebbe il caso una volta per tutte di prendere in considerazione una guida manageriale efficiente, esperta che ben conosca il settore. Non si può continuare a far ingrassare gruppi che hanno già conglobato altri vettori di bandiera e che stanno contribuendo a trasformare questa industria in una concentrazione quale mai si era assistito nel corso della storia e che è esattamente l’antitesi di quanto la deregulation aveva promesso.
(1) Sui tempi completamente differenti con cui si è decisa la sorte di Air Berlin si legga la nostra newsletter “Lo spezzatino di Air Berlin” pubblicato il 21 febbraio scorso nella sezione Analisi del nostro sito www.Aviation-Industry-News.com
(2) Nel 2017 Ryanair ha trasportato da/per gli aeroporti italiani 36.273.000 passeggeri contro i 21.765.000 di Alitalia (Tabella VET2, pagina 63) del Rapporto Enac 2017.
(3) Il WATS del 2016 è l’ultimo uscito e disponibile in quanto l’edizione che comprenderà i dati del 2017 uscirà a giugno 2018.
(4) Secondo i dati diffusi dall’ICAO , nel decennio 2006-2016 il ritorno sul capitale investito è stato sempre positivo arrivando a toccare la punta del 10.3% nel 2016.
(5) Nel valutare la tabella in questione si tenga presenta che essa riporta solo 50 compagnie aeree.
“tratto da www.aviation-industry-news.com”