Termini tecnici del linguaggio turistico.

MIGLIAGGIO

La distanza da un punto ad un altro, percorsa in aereo, si misura in miglia (e non in chilometri) in base alle quali si stabiliscono le tariffe aeree. Occorre però notare che la distanza reale tra due punti viene ampliata del 20% cosicché si possono effettuare deviazioni (in inglese, free deviation limit = limite di libera deviazione) fino ad un massimo consentito (del 20%) senza pagare alcun aumento tariffario. Il termine tecnico-turistico (sempre in lingua inglese) è maximum permitted mileage, cioè massimo migliaggio consentito.

In base a questo regolamento, tra l’aeroporto di origine del volo e quello di destinazione, si possono effettuare soste intermedie purchè la somma delle loro distanze non superi il massimo migliaggio consentito. Ma ecco un esempio: per andare a Parigi, partendo da Roma, un passeggero desidera fermarsi a Milano e a Zurigo, senza alcun supplemento di costo rispetto al volo diretto. In tal caso l’operatore che emetterà il biglietto aereo dovrà accertarsi se la somma della distanza (espressa in miglia) da Roma a Milano, più Milano-Zurigo, più Zurigo-Parigi non superi il numero di miglia esistenti tra Roma e Parigi. Nei manuali ufficiali si troverà: Roma-Parigi = 825 miglia M.P.M. ( = Maximum Permitted Mileage), mentre il migliaggio reale tra Roma e Milano è uguale a 311 miglia, tra Milano e Zurigo è di 135 miglia e tra Zurigo e Parigi è di 299 miglia, con un migliaggio reale totale pari a 745 miglia. Pertanto le soste intermedie di Milano e Zurigo sono ampiamente consentite con una differenza positiva di 80 miglia, per cui non si richiede nessun supplemento tariffario.

 

MOTEL

Il vocabolo è una contrazione delle due parole motor e hotel. Si tratta ovviamente di alberghi ubicati su grandi vie di comunicazione stradale e frequentati specialmente da automobilisti. In Italia vengono equiparati agli Hotel di seconda categoria o 3 stelle mentre in America (U.S.A.) possono essere anche di prima categoria. Sono dotati, di ampio parcheggio (dovendo accogliere anche autotreni e pullmans) e spesso addossati a notevoli complessi denominati stazione di servizio per la fornitura degli autoricambi e dei carburanti.

 

NO-SHOW

L’espressione idiomatica deriva dal verbo inglese to show ( = apparire, mostrarsi, comparire, presentarsi ecc.) . Si tratta pertanto di una NON-PRESENTAZIONE e nel caso specifico è la rinuncia al posto in aereo (già regolarmente prenotato) da parte di un potenziale viaggiatore.

I no-shows determinano una grave disagio al corretto utente del trasporto aereo e un danno notevole per lo stesso vettore. In base a recenti statistiche effettuate dalla Compagnia di bandiera italiana (Alitalia) il fenomeno raggiunge una media del 34% sui voli interni (domestic flights). Anche nel settore alberghiero il problema dei no-shows o annullamenti è preoccupante tanto da certificare, talvolta, cambiamenti di destinazioni turistiche anche su scala internazionale, con grave danno degli stessi operatori. Le cause sono molteplici e costituisce un fenomeno negativo del mercato turistico.

 

OKAY – O.K.

Probabilmente il vocabolo si trova in tutti i vocabolari delle principali lingue del mondo col significato che tutti conoscono. Si tratta comunque di una sigla (O.K.) che nei primi decenni del secolo indicava il nome del comitato o club democratico americano Old Kinderhook. Nel settore turistico la sigla (O.K.) è diventata di uso comune (forse per il suo significato cosi concisamente espresso) nel comparto aereo per indicare la conferma del posto su qualunque vettore aereo. Altre sigle notissime in tale settore sono W.L ( = waiting list o lista d’attesa) oppure RQ che significa posto richiesto ma non ancora confermato.

Inoltre sarà utile ricordare il vocabolo OPEN ( = aperto) scritto sul biglietto aereo acquistato da un passeggero che sa di doverlo utilizzare, ma non quando e come; per tale motivo vengono lasciati aperti i voli, le date, gli orari e per conseguenza anche la conferma del posto. Molte altre sigle tuttavia stanno nascendo con l’uso dell’informatica e della telematica.

 

OPEN-BAR

Il significato letterale è ovvio (= Bar o Locale aperto). Il linguaggio turistico del settore incoming o ricettivo attribuisce all’espressione idiomatica una accezione piuttosto singolare: un tavolo speciale dove sono imbanditi pasticcini e bevande di vario genere (analcoliche e alcoliche) ad uso esclusivo di un gruppo di turisti appartanenti ad un medesimo Tour. La consumazione, ipoteticamente senza alcun limite, viene offerta gratis dall’organizzatore in occasione di viaggi speciali come gli incentive-tours o per uomini d’affari od anche in occasione di congressi. E’ consuetudine offrire l’open-bar nel primo giorno del viaggio. Sostanzialmente identico all’open bar è il welcome-drink ( = bevanda di benvenuto).

 

OPERATING

Questo sostantivo deriva dal verbo inglese to operate ( = operare, agire, produrre). Nel linguaggio turistico assume invece un ben altro significato unitamente all’espressione: tassa di (operating). Potremmo definirla in concreto una specie di percentuale o commissione che si aggiunge al costo dei servizi quando si effettua un preventivo per un programma di viaggio. In altri termini il costo che l’Agenzia di viaggi sostiene nel preparare (e quindi, nell’operare) un programma di viaggio, viene recuperato con questa quota aggiuntiva (dal 5 al 20 per cento) che verrà pagata dal turista-viaggiatore.

 

 

MIGLIAGGIO

La distanza da un punto ad un altro, percorsa in aereo, si misura in miglia (e non in chilometri) in base alle quali si stabiliscono le tariffe aeree. Occorre però notare che la distanza reale tra due punti viene ampliata del 20% cosicché si possono effettuare deviazioni (in inglese, free deviation limit = limite di libera deviazione) fino ad un massimo consentito (del 20%) senza pagare alcun aumento tariffario. Il termine tecnico-turistico (sempre in lingua inglese) è maximum permitted mileage, cioè massimo migliaggio consentito.

In base a questo regolamento, tra l’aeroporto di origine del volo e quello di destinazione, si possono effettuare soste intermedie purchè la somma delle loro distanze non superi il massimo migliaggio consentito. Ma ecco un esempio: per andare a Parigi, partendo da Roma, un passeggero desidera fermarsi a Milano e a Zurigo, senza alcun supplemento di costo rispetto al volo diretto. In tal caso l’operatore che emetterà il biglietto aereo dovrà accertarsi se la somma della distanza (espressa in miglia) da Roma a Milano, più Milano-Zurigo, più Zurigo-Parigi non superi il numero di miglia esistenti tra Roma e Parigi. Nei manuali ufficiali si troverà: Roma-Parigi = 825 miglia M.P.M. ( = Maximum Permitted Mileage), mentre il migliaggio reale tra Roma e Milano è uguale a 311 miglia, tra Milano e Zurigo è di 135 miglia e tra Zurigo e Parigi è di 299 miglia, con un migliaggio reale totale pari a 745 miglia. Pertanto le soste intermedie di Milano e Zurigo sono ampiamente consentite con una differenza positiva di 80 miglia, per cui non si richiede nessun supplemento tariffario.

 

MOTEL

Il vocabolo è una contrazione delle due parole motor e hotel. Si tratta ovviamente di alberghi ubicati su grandi vie di comunicazione stradale e frequentati specialmente da automobilisti. In Italia vengono equiparati agli Hotel di seconda categoria o 3 stelle mentre in America (U.S.A.) possono essere anche di prima categoria. Sono dotati, di ampio parcheggio (dovendo accogliere anche autotreni e pullmans) e spesso addossati a notevoli complessi denominati stazione di servizio per la fornitura degli autoricambi e dei carburanti.

 

NO-SHOW

L’espressione idiomatica deriva dal verbo inglese to show ( = apparire, mostrarsi, comparire, presentarsi ecc.) . Si tratta pertanto di una NON-PRESENTAZIONE e nel caso specifico è la rinuncia al posto in aereo (già regolarmente prenotato) da parte di un potenziale viaggiatore.

I no-shows determinano una grave disagio al corretto utente del trasporto aereo e un danno notevole per lo stesso vettore. In base a recenti statistiche effettuate dalla Compagnia di bandiera italiana (Alitalia) il fenomeno raggiunge una media del 34% sui voli interni (domestic flights). Anche nel settore alberghiero il problema dei no-shows o annullamenti è preoccupante tanto da certificare, talvolta, cambiamenti di destinazioni turistiche anche su scala internazionale, con grave danno degli stessi operatori. Le cause sono molteplici e costituisce un fenomeno negativo del mercato turistico.

 

OKAY – O.K.

Probabilmente il vocabolo si trova in tutti i vocabolari delle principali lingue del mondo col significato che tutti conoscono. Si tratta comunque di una sigla (O.K.) che nei primi decenni del secolo indicava il nome del comitato o club democratico americano Old Kinderhook. Nel settore turistico la sigla (O.K.) è diventata di uso comune (forse per il suo significato cosi concisamente espresso) nel comparto aereo per indicare la conferma del posto su qualunque vettore aereo. Altre sigle notissime in tale settore sono W.L ( = waiting list o lista d’attesa) oppure RQ che significa posto richiesto ma non ancora confermato.

Inoltre sarà utile ricordare il vocabolo OPEN ( = aperto) scritto sul biglietto aereo acquistato da un passeggero che sa di doverlo utilizzare, ma non quando e come; per tale motivo vengono lasciati aperti i voli, le date, gli orari e per conseguenza anche la conferma del posto. Molte altre sigle tuttavia stanno nascendo con l’uso dell’informatica e della telematica.

 

OPEN-BAR

Il significato letterale è ovvio (= Bar o Locale aperto). Il linguaggio turistico del settore incoming o ricettivo attribuisce all’espressione idiomatica una accezione piuttosto singolare: un tavolo speciale dove sono imbanditi pasticcini e bevande di vario genere (analcoliche e alcoliche) ad uso esclusivo di un gruppo di turisti appartanenti ad un medesimo Tour. La consumazione, ipoteticamente senza alcun limite, viene offerta gratis dall’organizzatore in occasione di viaggi speciali come gli incentive-tours o per uomini d’affari od anche in occasione di congressi. E’ consuetudine offrire l’open-bar nel primo giorno del viaggio. Sostanzialmente identico all’open bar è il welcome-drink ( = bevanda di benvenuto).

 

OPERATING

Questo sostantivo deriva dal verbo inglese to operate ( = operare, agire, produrre). Nel linguaggio turistico assume invece un ben altro significato unitamente all’espressione: tassa di (operating). Potremmo definirla in concreto una specie di percentuale o commissione che si aggiunge al costo dei servizi quando si effettua un preventivo per un programma di viaggio. In altri termini il costo che l’Agenzia di viaggi costieni nel preparare (e quindi, nell’operare) un programma di viaggio, viene recuperato con questa quota aggiuntiva (dal 5 al 20 per cento) che verrà pagata dal turista-viaggiatore.

 Continua…