I colloqui di lavoro ed i processi di selezione del settore alberghiero
Il blog di Roberto Necci ha già trattato nel precedente articolo ” Le problematiche di chi lavora in hotel ” la tematica dell’incontro fra domanda ed offerta di lavoro.

Una tematica molto sentita sia dalla componente datoriale che dai lavoratori, ognuno impegnato a portare avanti le proprie ragioni considerandosi portatore di verità assolute.

In un vortice di motivazioni spesso usate per altri fini e non per analizzare nel dettaglio il problema, la stampa ed in generale i mezzi di informazioni con relativa amplificazione da parte dei social media hanno dibattuto ampiamente il tema.

Questo blog, che ha fatto dell’imparzialita’ il suo obiettivo, analizzerà alcune criticità di parte imprenditoriale, portando in rassegna alcune situazioni tipo, che probabilmente creano disequilibrio nell’incontro fra domanda ed offerta.

In questi mesi, lontano dai clamori, e con l’aiuto della mia rete amicale, professionale e relazionale ho intervistato alcuni candidati successivamente ai loro colloqui di lavoro presso le aziende alberghiere italiane.

Non nascondo che tutto ciò oltre ad essere molto formativo per il sottoscritto ha permesso di guardare da una altra prospettiva la tematica.

Ringrazio tutti coloro che, pur non potendo essere citati, hanno contribuito con il racconto delle loro esperienze alla realizzazione del presente articolo.

L’annuncio di lavoro

Spesso l’annuncio di ricerca è piuttosto vago su ruoli, funzioni, livelli e se questo da una parte disorienta il candidato dall’altra scoraggia i candidati che già occupati, preferiscono non intraprendere strade che ai loro occhi sono già incerte dall’inizio.
Migliorare la qualità delle informazioni ed essere ” sinceri ” su cosa si cerca e cosa si è in grado di offrire permette una ottimizzazione dei tempi.

Il colloquio di lavoro

L’esperienza raccontata dai candidati è piuttosto diversa, mentre da una parte alcune aziende hanno corrette metodologie di contatto ovvero:

A) rispondono alla mail proponendo già alcune date per un colloquio

B) rispondono alla mail chiedendo la disponibilità di un candidato

Altre invece non riescono materialmente a fissare un giorno per il colloquio visto che ” il responsabile ” ha un differimento temporale troppo elevato tra l’invio della mail e la risposta finalizzata a fissare l’appuntamento.
Alcuni candidati hanno raccontato di risposte ricevute dopo 2 giorni dalla prima mail con la data per l’appuntamento facendo saltare così ogni possibilità.
Andrebbe ricordato che chi cerca lavoro generalmente invia diversi cv ed anche in questo caso si registrano, da parte dei candidati, offerte o richieste di ulteriori colloqui quando oramai erano occupati.
Sostanzialmente queste aziende non hanno compreso che il mercato del lavoro è molto più ” vivace ” rispetto al passato e per certi aspetti si è modernizzato.
Le risorse valide sono in grado di ricevere una molteplicità di offerte ed accettare la più veloce.

I candidati raccontano a tale fine che spesso il selezionatore non aveva nessun potere decisionale e doveva rimandare ad altri con un allungamento della catena decisionale che ha fatto perdere all’azienda il candidato più qualificato.

Altra situazione manifestatasi è della totale assenza di competenze sul ruolo da parte del selezionatore.
Qui la casistica è piuttosto varia:

A) Il candidato suggerisce al selezionatore il ” monte ore ” necessario alla funzione

B) L’orario proposto è incoerente rispetto al contratto, le necessità del reparto, al modello organizzativo spiegato dal selezionatore.

Qui l’esperienza di un candidato è da caso scuola.

Viene proposto un orario di lavoro sovradimensionato rispetto al ruolo ed alle necessità e incoerente rispetto all’orario che viene spiegato in sede di colloquio.

In un caso per 6 ore di lavoro per 5 giorni la settimana i candidati, ben 3, hanno dovuto far riflettere il selezionatore sul fatto che erano necessarie 30 ore settimanali ( e non 40 come per ben due volte evidenziato in due colloqui distinti di candidati ed aziende diverse e non 24 come segnalato da un candidato ).

Insomma la confusione regna sovrana.

L’esperienza dei candidati è stata piuttosto problematica e le situazioni venutesi a creare diverse:

A) Un colloquio che presentava una situazione diversa rispetto all’annuncio.

B) Cambi di strategia da parte dell’azienda quindi difformità fra quanto annunciato e quanto offerto

C) In alcuni casi i candidati sono stato invitati, dopo un primo colloquio, a richiamare i giorni seguenti per fissare il giorno del periodo di prova.
Nel richiamare il selezionatore più di un candidato ha dichiarato di non essere più stato in grado di interloquire con il selezionatore, costantemente definito ” impegnato” alle telefonate del candidato.

Su queste esperienze c’è da riflettere ed in questo caso la riflessione spetta alle aziende ed agli imprenditori.