Riconoscerle significa quindi anche avere la possibilità di intervento in via preventiva.
Negli articoli precedenti, nell’analizzare le cause, abbiamo anche ipotizzato delle soluzioni, quando queste siano ancora di possibile attuazione, visto che far persistere in azienda determinati modelli gestionali e/o comportamentali ne può stratificare la problematica rendendola di difficile risoluzione.
Aziende immobili nella loro mentalità, spesso con modelli di gestione patriarcali, rischiano senza un cambio di rotta di esporsi prima delle altre a periodi di criticità che possono comprometterne irrimediabilmente la situazione.
Qui di seguito alcune casistiche tipiche:
1) Assenza di un efficace modello di controllo della gestione e dei flussi di cassa
In queste aziende la gestione è sempre per cassa e mai per competenza. Sembra strano che al giorno di oggi, e ben prima del Covid, si possa gestire una azienda in questo modo, ma i vari progetti consulenziali e di riorganizzazione seguiti hanno confermato la frequenza di questo tipo di criticità. Un modello di questo tipo compromette anche il momento decisionale che non ha basi analitiche.
2) Assenza di rilevazione, gestione o organizzazione dei dati
In un mondo che ha nel dato uno degli elementi di maggior valore, ci sono realtà che non curano questo loro patrimonio, non si alimentano anagrafiche e database, non si confrontano dati su base annuale o mensile, non si rileva l’incidenza della produzione sui singoli giorni della settimana in relazione ai vari account clienti e molto altro.
La mancanza di questo tipo di rilevazione compromette la strategia commerciale che non avendo fonti certe spesso prende decisioni sulla scia dell’impulsività.
In queste realtà ” le opinioni ” spesso del fondatore, contano più dell’oggettività dei dati.
3) Abbiamo sempre fatto così
Modello gestionale quanto mentalità stratificata nelle consuetudini e non in grado di intercettare sia il cambiamento che l’evoluzione
4) È colpa di…
Aziende di questo tipo sono perennemente alla ricerca di un colpevole, che ovviamente non è mai il loro modello gestionale , ma sempre qualcun’altro: la politica, le ota, il comune, i dipendenti, i fornitori…
5) Io sono il più bravo di tutti è il resto del mondo a non capire nulla
Tipico atteggiamento di alcuni fondatori che alimentano il loro ego con i ricordi. Accentratori, restii alla delega, questo tipo di imprenditori generalmente lasciano spazio troppo tardi, spesso in coincidenza di una età anagrafica molto avanzata. Subentrare in situazioni di questo tipo è spesso catalogabile come una delle crisi di più difficile risoluzione visto che, generalmente, questi modelli non dispongono neanche della prima linea manageriale e quindi totalmente privi di competenze.
6) Immobilismo del personale
Aziende di questo tipo non conoscono la meritocrazia ed il personale rimasto in azienda è quello che più si è plasmato, nel corso del tempo, a modelli gestionali errati. Il metro di giudizio non è la produttività ma la fedeltà a dei modelli anacronistici. Il personale in questi casi entra in zone di comfort sempre a discapito dell’azienda.
Il capo azienda è costantemente circondato da figure assertive abituate ad assecondarlo.
In realtà questo tipo di personale ha come unico obiettivo la difesa del suo posto di lavoro, non sono inoltre presenti stimoli professionali e spesso quindi non si sono inserite risorse adeguate.
Queste situazioni, alcune al limite del paradossale, sono ancora ampiamente diffuse nel comparto alberghiero italiano. Se il settore vorrà cogliere le sfide del futuro dovrà necessariamente ripensare se stesso ed i modelli gestionali relativi.
Il Covid in questo è stato un elemento cruciale accelerando il cambiamento e proiettando le aziende in uno scenario completamente diverso dal passato; una maggiore competitività sul mercato, un uso molto ampio della tecnologia nella relazione con il mercato e nella vendita oltre la necessità di organizzare e motivare in maniera sempre più efficace le donne e gli uomini dell’organizzazione.
Queste saranno le sfide del futuro.