di Roberto Necci.

Ogni Paese al mondo ha fatto della propria Capitale il suo biglietto da visita; una Capitale che al di là della sua importanza politica, proietta nel mondo il destino e le sorti dell’intero Paese.

 

Tutte le Capitali del mondo rappresentano di volta in volta, il progresso tecnologico, l’avanguardia architettonica, il modello sociale del Paese stesso.

 

Città che da sole fanno la politica estera.

 

Spesso alcune città sono anche ” fumo negli occhi “per il resto del mondo, ovvero accanto ad una Capitale all’avanguardia esistono intere aree dei Paesi che nulla hanno a che vedere con il progresso che la Capitale rappresenta, sostanzialmente in questi casi il Paese orienta la totalità dei suoi investimenti esclusivamente sulla sua città più importante riconoscendone l’importanza rappresentativa.

 

Esiste tuttavia un Paese che per qualche ignoto motivo, del resto qualche motivo dovrà pur esserci, martorizza costantemente la sua Capitale, come se avesse l’obiettivo inverso, ovvero rappresentare quanto di peggio esiste nel Paese.

 

Il Paese è l’Italia e la Capitale di cui parliamo è quella che un tempo fu definita “Caput Mundi “.

 

Se la modernità, l’efficienza, lo sviluppo e la società italiana dovessere essere giudicati dall’organizzazione della sua Capitale sicuramente saremmo contemplati non tanto nel mondo occidentale, contraddistinto dal progresso, ma fra i paesi del terzo mondo, che tra l’altro rispetto all’Italia stanno anche avendo consapevolezza del loro ritardo e si stanno impegnando a modernizzare le loro società.

 

Roma al pari di una città del terzo mondo?

 

Un paragone forte ma se entriamo nei dettagli ci accorgeremo di quanto questa città ha perso rispetto al passato.

Chi scrive è doppiamente interessato alle sorti di Roma, non solo in quanto sua città natale e città nella quale ha deciso di vivere, lavorare e posizionare i suoi investimenti, ma anche per l’appartenenza ad organizzazioni che si pongono l’obiettivo di valorizzare le eccellenze della città attraverso un dialogo costante con le istituzioni.

 

Ma evidentemente qualcosa non ha funzionato.

 

Non è più solo una questione politica o di schieramento quanto di incapacità di gestire i servizi essenziali.

 

Organizzare la raccolta dei rifiuti, garantire efficienza nei mezzi di trasporto, garantire decoro urbano, rendere fruibile la città, garantire un rapporto chiaro, puntuale, veloce con la Pubblica Amministrazione cittadina non sono argomenti che hanno un colore, ma sono la base di ogni azione di governo.

 

Del resto cosa volete che importi ai lavoratori che prendono i mezzi pubblici se il governo è bianco, rosso o verde? Cosa importa ai lavoratori che terminano il turno di lavoro la sera, in zona stazione, di che colore sia il governo della città? Queste persone cercano sicurezza e decoro, null’altro.

 

Cosa interessa al cittadino che richiede una carta di identità, ed è costretto ad attendere mesi, di che partito sia il Sindaco? 

 

Si parla, spesso in maniera ideologizzata, della condizione femminile, ma mai che qualcuno avesse preso il ” toro per le corna ” garantendo asili nido efficienti, ben organizzati in termini di orario e fruibilità.

 

In sintesi: parole molte, fatti pochi.

 

Una volta un assessore, una volta un altro, sono impegnati nell’autocelebrazione di questo o quell’evento che se fossero inseriti in un contesto di efficienza avrebbero anche un senso, ma mai nessuno che si preoccupi dei turisti che nel centro di Roma fotografano increduli la spazzatura, che i Taxi siano introvabili e che il centro della città sia in mano a bande organizzate atte a depredare il malcapitato di turno.

 

Tutti i cittadini vorrebbero vivere in una città in grado di garantire servizi essenziali, sicurezza, decoro, trasporti efficienti e buon modello di organizzazione ed in queste necessità la politica non c’entra.

 

C’entra l’azione di governo e la capacità di metterla in atto.

 

Visti i risultati a Roma è decisamente mancata. Non da oggi, da anni.

 

Chi ha la responsabilità di tutto questo?

 

Per rispondere bisogna conoscere Roma da dentro, comprenderne i meandri dei poteri.

 

Ma quali sono questi poteri? Quali sono le forze che non riescono ( o non vogliono ) incidere sul destino della Capitale?

 

Entreremo nei dettaglio nei successivi capitoli del presente articolo che i lettori del blog potranno ricevere in anteprima iscrivendosi alla newsletter in home page www.robertonecci.it

 

I PROSSIMI CAPITOLI:

LA LEGGE ” ROMA CAPITALE ” E L’OSTRACISMO DEL NORD

VATICANO IL POTERE INVISIBILE 

I RICHELIEU DI DESTRA E DI SINISTRA CHE DECIDONO LE SORTI DELLA CITTA’

GLI IMPRENDITORI INTERESSATI ALLA CITTA’

I SINDACATI 

LA ROMA DEI CIRCOLI 

 

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