Testo e foto di Stefano Modena
C’era una volta una principessa di nome Libuše. In mezzo a una foresta scorse un’alta scogliera sulla riva del fiume Moldova e vide che lì sarebbe sorta una grande città. Così narra la leggenda che, nel 730, sia stata fondata Praga. Come in ogni fiaba che si rispetti c’è anche un castello, ed è proprio da qui che comincia il nostro viaggio in questa città da favola, che come nella visione della principessa diventò una grande città, un’importante capitale, un luogo di cultura.
Il castello domina Praga dall’alto e al suo interno troviamo una città nella città, con palazzi chiese e strade con abitazioni. Per prima cosa possiamo ammirare il Palazzo Reale immaginando i banchetti, i tornei e le incoronazioni dei re Boemi che si svolgevano qui. Poco lontano troviamo la basilica di San Giorgio, dove sono sepolti il re Vlatislav I, il duca Boleslav II, Santa Ludmila e altri dignitari e personaggi illustri. All’interno delle mura del castello sorge anche la Cattedrale di San Vito, il Duomo di Praga. Costruita in stile gotico, è una delle più grandi d’Europa, ospita la campana più grande di Praga dall’incredibile peso di 18 tonnellate e nella cripta custodisce i gioielli della Corona. Qui ha sede anche una pinacoteca con una ricca di collezione di capolavori e il Vicolo d’Oro, una graziosa stradina di piccole case tra le più belle e conosciute della città, in cui visse anche lo scrittore Franz Kafka.
Ai piedi del castello sorge Malá Strana, il “piccolo quartiere”, un rione abitato fin da metà del 1200. Distrutto da un incendio a metà del ‘500 fu ricostruito in stile rinascimentale e barocco con l’importante contributo di artisti e architetti italiani. Qui si trova anche la chiesa di Santa Maria della Vittoria, che al suo interno custodisce il famoso Bambino Gesù di Praga, una statuetta in legno intagliato appartenuta Santa Teresa d’Avila, donata dagli ambasciatori spagnoli nel XVI secolo.
Prima di lasciare Malá Strana passiamo davanti a una delle attrazioni più curiose di Praga, il Muro di John Lennon. Nato quasi per caso da un primo graffito di uno studente messicano apposto dopo la morte del cantante, con il il tempo si è trasformato in un coloratissimo e vivace luogo di espressione popolare. Durante il regime comunista divenne uno spazio di protesta e libertà, e fu più volte cancellato, ma è sempre tornato ancor più ridipinto. Il muro ospita opere di 30 artisti, e anche i turisti possono lasciare il loro segno con gessetti e pennarelli, facendone un inno alla pace e alla libertà.
Per continuare il nostro giro per Praga bisogna attraversare la Moldova, percorrendo uno dei luoghi iconici di Praga, il Ponte Carlo. A metà del 1300 il re Carlo IV di Boemia chiese a Petr Parléř, l’architetto che già aveva progettato il castello e la cattedrale di San Vito, di costruire un ponte che unisse Malá Strana e Staré Město, la Città Vecchia. I lavori durarono quasi mezzo secolo e coinvolsero tutti i villaggi del regno, che contribuirono con uova che furono aggiunte alla malta per renderla più solida, finchè nel 1402 il ponte fu inaugurato. Alle estremità furono poste due torri e la difesa del ponte affidata ad un corpo speciale, i Crocigeri della stella rossa.
Il Ponte Carlo è come una piazza, sempre pieno di gente che lo attraversa, chi di fretta chi passeggiando, quasi un ritrovo per tutta la città. È disseminato di statue che sembrano prendere vita con il calare del tenebre, e solo alle prime ore della mattina è possibile vederlo deserto, ma sempre attorniato di leggende e misteri. Tra le più curiose c’è quella dei Vodnik, folletti con i cappellini rossi che vivono nel fiume e imprigionano le anime di chi ci cade in grosse pentole. La più nota però è senz’altro quella che riguarda San Giovanni Nepomuceno, fatto uccidere dal re Venceslao IV perché si era rifiutato di raccontargli una confidenza della regina. Il punto in cui il suo corpo fu gettato nel fiume è ricordato da una statua a lui dedicata.
Dall’altra parte del ponte ci si addentra in dedalo di viuzze, tanto frequentate dai praghesi quanto dei turisti, e in pochi passi si raggiunge un altro dei luoghi imperdibili della città, la torre del Municipio, sulla quale è posto l’Orologio astronomico. Un magnifico esempio di meccanica di precisione che ogni ora stupisce il folto pubblico che si raduna sotto con il corteo degli apostoli, una sfilata di statuette che si affacciano alle finestre della torre al suono dei rintocchi della campana. Il quadrante riporta anche le posizioni delle stelle che si muovono intorno al sole e i segni dello zodiaco. L’ambiente che si respira è di stupore e incredulità, come se ad ogni ora si ripetesse un prodigio.
Appena dietro l’angolo si apre Staroměstské náměstí, la piazza della Città Vecchia, sulla quale si affacciano gli edifici più importanti della città: il Municipio, la chiesa di San Nicola in stile barocco, il palazzo dei Kinský splendido esempio di rococò, sede della galleria nazionale, e la Casa alla Campana di Pietra. In mezzo alla piazza troviamo il memoriale del teologo Jan Hus, fondatore dell’ordine degli hussiti, bruciato sul rogo come eretico nel 1415.
Di fronte al Municipio si trova il principale luogo di culto degli hussiti, la chiesa di Santa Maria di Tyn, all’interno della quale si trova la tomba dell’astronomo danese Tycho Brahe che a Praga servi il re Rodolfo II. Oggi la chiesa è immersa tra vicoli e stradine, quasi soffocata da altri edifici che la avvolgono, tanto da rendere difficile ammirarla nella sua interezza. Insomma, un tripudio di vita sociale concentrato in una sola piazza, in cui oggi, come nei secoli passati, si svolge gran parte della vita cittadina.
Una delle peculiarità di Praga è di aver accolto da prima del’anno 1000 una delle più grandi comunità ebraiche dell’europa centrale. Poco lontano dalla Piazza della Città Vecchia si trova Josefov, il quartiere ebraico, di cui il cimitero è sicuramente il luogo più caratteristico e famoso. Per secoli, a partire dal 1400, i defunti sono stati seppelliti in un appezzamento di terreno così piccolo che più volte è stato necessario rialzarlo con nuovi strati di terra. Le lapidi, accatastate una sopra l’altra, rendono bene l’idea della grande quantità di persone che qui giacciono e ognuna di queste racconta la propria storia attraverso precisi segni che rivelano la professione e lo status.
Tra i più noti personaggi della comunità ebraica praghese c’è sicuramente Franz Kafka, di cui abbiamo già visto la casa nel Vicolo d’Oro, dentro i bastioni del Castello. Passato alla storia soprattutto per La metamorfosi, il libro che racconta la trasformazione del protagonista in uno scarafaggio, a lui è dedicata una bella statua di bronzo. L’enorme cappotto vuoto ci fa domandare dove sia finito l’uomo, e guardando bene alla base si può notare un mosaico di ciottoli bianchi e neri che rappresentano proprio… uno scarafaggio!
Praga non è solo passato, si proietta anche nel futuro. Lungo la Moldava, in un’area distrutta dai bombardamenti durante la Seconda guerra mondiale,. fu costruita tra il 1994 e il 1996 la “Casa danzante”. Chiamata anche “Ginger e Fred”, in onore dei due famosi attori protagonisti di memorabili scene di ballo, due palazzi si appoggiano l’uno all’altro, proprio come due ballerini in un passo di danza.
Dal medio evo al futuro Praga affascina e avvolge, raccontandoci una favola senza tempo con molteplici vie d’entrata e d’uscita. Una città allo stesso tempo antica e moderna, ma sempre a misura d’uomo.