di Liliana Comandè
L’isola è un cocktail spumeggiante capace di rigenerarci
Il merengue ti stordisce, ti elettrizza, ti mette allegria e poi ti stanca o ti illanguidisce a seconda dei momenti. Ma non lo puoi comunque evitare perché sarà la colonna sonora per tutta la permanenza nell’isola caraibica. S. Domingo si trova a due passi da Miami, Caracas e Puerto Rico, ma ancora più vicina a Cuba dalla quale dista solo settantacinque chilometri.
Sarà per il ritmo della musica e della danza, per la gioia di vivere, per la bellezza conturbante delle sue ragazze, il clima dolcissimo temperato dagli alisei, certo è che Santo Domingo è un po’ il sogno tropicale per un cocktail spumeggiante capace di rigenerarti.
La capitale è una città coloniale che cerca di darsi un’aria cosmopolita con i suoi grandi alberghi, i frequentatissimi casinò, i night club e le discoteche, ma la sua ricchezza resta il nucleo coloniale, dove rimangono importanti testimonianze dei quattro secoli di dominazione spagnola con l’Alcazar de Colon (Colombo), la Torre dell’omaggio, la Fortezza di Osama.
Divertenti e coloratissimi, stuzzicanti e allegri i mercati locali – da non mancare una visita al mercato Modelo – dove si può trovare di tutto, dal balsamo di tigre ai famosi dipinti creoli, dall’ambra ai coralli.
Lasci la capitale a vai alla scoperta dell’isola a bordo di una vecchia automobile o di un taxi un po’ “sgangherato” con un guidatore chiacchierone, ma simpatico, che ti conduce verso Sud, verso Punta Cana.
Passi davanti a Boca Chica, la spiaggia più frequentata dagli abitanti della capitale, costeggi la bellezza un po’ selvaggia di Juan Dolio e del suo mare verde come le palme di cocco, mentre l’autista “spara” la musica locale a volume un po’ troppo alto per le nostre orecchie.
Punta Cana fa parte della Costa del Cocco, ben 40 chilometri di spiaggia bianchissima impreziosita da complessi alberghieri prestigiosi.
Ma c’è anche una parte più riservata: la Romana, un tempo frequentata anche da qualche nostro famoso industriale, e Casa di Campo, apprezzatissima dagli sportivi.
Ritornando verso nord, sull’altro lato dell’isola, troviamo Samana dalla natura talmente incontaminata da essere meta delle balene durante i mesi di dicembre, gennaio e febbraio.
Si continua poi verso Puerto Plata, sulla costa nord-occidentale, ricca di piccole lagune e acque limpidissime, come Sosua.
Le notti dominicane sono molto lunghe, cominciano nei ristorantini sprofondati nella sabbia, per finire in una discoteca a due passi dal mare dove, tanto per cominciare, al cameriere si potrebbe ordinare un “servicio”. Lui porterà una bottiglia di rhum ed una di coca da miscelare.
La musica farà il resto in un’atmosfera afro-caraibica-latina tropicale che più non si può e non sai se quel senso di ebrezza che ti prende è per quel rhum che hai bevuto ( e non sei abituato) o per la felicità di ritrovarti in un mondo così lontano dal solito, dove esiste ancora quella semplicità e gioia di vivere che si percepisce appena si scende dall’aereo.