di Luciano Riella

 

 Museo d’arte della Svizzera italiana, Lugano – Sede LAC

 

Artista svizzero con una personalità sfaccettata e multiforme – fotografo, pittore, grafico, regista ed anche gallerista ed editore – Ernst Scheidegger, nel suo centenario della nascita, apre la stagione espositiva 2024 del Masi di Lugano, sede Lac fino al 21 luglio 2024.

Attivo come fotoreporter e collaboratore della rinomata agenzia Magnum Photos e al contempo assiduo frequentatore della scena artistica d’avanguardia parigina, Scheidegger, noto a livello internazionale per i ritratti d’artista, ha scritto un capitolo della storia della fotografia. È una fotografia che non celebra sé stessa, ma si pone al servizio dell’arte.

La mostra al MASI ripercorre la produzione di questo straordinario fotografo attraverso un nucleo di oltre cento immagini composto da un’ampia scelta di scatti giovanili inediti del decennio 1945 – 1955 e dai celebri ritratti d’artista, realizzati su commissione dalla metà degli anni Cinquanta. Dal percorso espositivo emerge come l’accento sociale, lo sguardo poetico e sperimentale dei primi lavori sfocia nelle composizioni ariose, chiare ed elegantemente calcolate dei ritratti d’artista che hanno reso celebre Scheidegger.

Il percorso della mostra

Forti contrasti luminosi, prospettive stranianti e messa a fuoco disinvolta caratterizzano i lavori giovanili di Scheidegger, con cui si apre il percorso della mostra, Sono scatti privati, realizzati in bianco e nero. risultato delle peregrinazioni dell’artista tra vari Paesi europei. Le immagini immortalano gli abitanti di un’Europa devastata dal conflitto, ma anche desiderosa di vita. A interessare Scheidegger sono le persone e una realtà quotidiana che egli sa cogliere con accenti poetici e un’attenzione al sociale, un repertorio che racchiude molti temi classici dei neorealismi fotografici e cinematografici del secondo dopoguerra.

Il “faccia a faccia” tra Scheidegger e i protagonisti dell’arte del Novecento si sviluppa in un dialogo spontaneo tra i ritratti fotografici e una selezione di importanti opere degli artisti di volta in volta immortalati. Una sezione a parte è dedicata al legame stretto con Alberto Giacometti, amico di una vita, conosciuto durante il servizio militare in Engadina nel 1943. La mostra documenta, in una sala dedicata, il profondo rapporto con l’artista. Il legame di fiducia tra l’artista e il fotografo che consente a Scheidegger di rubare anche scatti emblematici, non da ultimo uno dei rari ritratti frontali di Giacometti, poi utilizzato anche sulla banconota svizzera da 100 franchi. La mostra presenta inoltre il noto cortometraggio ‘Alberto Giacometti’, realizzato da Scheidegger in collaborazione con Peter Münger tra il 1964 e il 1966.

A Parigi Scheidegger inizia a frequentare la scena artistica e letteraria d’avanguardia e si specializza in ritratti d’artista per riviste di settore e progetti editoriali. Da Joan Miró a Salvador Dalí, da Max Bill a Marc Chagall. In mostra sfilano i ritratti di grandi artisti del Novecento con cui l’obiettivo di Scheidegger si è trovato faccia a faccia. Raramente in posa, mai glamour, gli artisti compaiono sempre nel loro ambiente, al cavalletto o sul tavolo da disegno, con un taglio di luce e sapienti composizioni che creano un allargamento dello spazio.

In occasione della mostra è stato pubblicato, il volume “Ernst Scheidegger. Fotograf” con testi di Tobia Bezzola, Philippe Büttner, Alessa Widmer ed Helene Grob. Edizione tedesca e inglese Scheidegger & Spiess, edizione italiana Edizioni Casagrande Bellinzona.