Di Tiziana Conte
“La storia della Giordania offre un legame profondo con il luogo di nascita del cristianesimo e questa mostra è una celebrazione di unità e pace”. Con questo messaggio la ministra del Turismo e delle Antichità del Regno Hashemita di Giordania, Lina Hannab, ha inaugurato la mostra “Giordania: l’alba del cristianesimo” in corso al Palazzo della Cancelleria e aperta al pubblico fino al 28 febbraio 2025. All’evento inaugurale sono intervenuti l’ambasciatore del Regno Hashemita di Giordania in Italia Sua Eccellenza Kais Abu Dayyeh, il segretario generale del Ministero del Turismo e delle Antichità della Giordania Dr. Fadi Balaawi, il direttore generale del Jordan Tourism Board Dr. Abed Alrazzq Arabiyat, e il direttore generale del Sito del Battesimo Dr. Rustom Mkhjian.
Organizzata dal Ministero del Turismo e delle Antichità di Giordania in collaborazione con la Santa Sede in occasione del Giubileo della Pace, l’esposizione offre un viaggio unico attraverso la storia sacra di una delle terre più significative del cristianesimo: 80 reperti della cristianità provenienti da oltre 30 siti archeologici giordani mai usciti prima dal Regno Hashemita. L’ingresso per i visitatori è gratuito su prenotazione da effettuarsi sul sito www.mostragiordania.com.
Questo evento eccezionale, come ricordato dalla Ministra Hannab, celebra i 30 anni di relazioni diplomatiche tra la Giordania e la Santa Sede, e coincide con l’Anno Giubilare del Vaticano a tema “Pellegrinaggio della Speranza”, nonché il 60° anniversario della visita di Papa Paolo VI in Giordania nel 1964. I visitatori potranno intraprendere un viaggio immersivo attraverso reperti che provengono da siti archeologici in Giordania, esposti all’estero per la prima volta, che narrano la storia del cristianesimo dai suoi albori fino ai giorni nostri rappresentando un legame profondo con le radici del cristianesimo in questa terra.
Un viaggio attraverso storia e fede
La mostra mette in risalto, attraverso suoni e suggestive immagini anche i cinque siti di pellegrinaggio riconosciuti dal Vaticano: Tel Mar Elias, il luogo di nascita del profeta Elia; Nostra Signora della Montagna, santuario che commemora la Vergine Maria; Monte Nebo, ultimo luogo di riposo del profeta Mosè; Macheronte, dove si racconta del martirio di Giovanni Battista; il sito del Battesimo di Gesù Cristo (Maghtas) sul fiume Giordano.
Gli antichi reperti in esposizione tracciano l’evoluzione del cristianesimo: dal battesimo di Gesù Cristo all’epoca bizantina, attraverso il sorgere delle ere islamiche, fino all’attuale era hashemita. Mosaici intricati, simboli antichi come l’Ichthys, la storia della Chiralità in Giordania. Questi tesori riflettono non solo come il cristianesimo abbia avuto inizio, ma anche come abbia continuato a prosperare e fiorire in Giordania fino ai giorni nostri, contribuendo all’arte, all’architettura e alla conservazione culturale dal primo secolo a oggi.