Di Stefano Modena
Sin dalla sua fondazione nel 901, Bressanone, ex città vescovile, ha beneficiato della sua posizione geografica e della vicinanza con il Passo del Brennero, il più basso valico alpino. Posta sull’importante asse nord-sud, tra la penisola e il centro Europa, è sempre stata un luogo di transito, tanto per le relazioni commerciali quanto per i viaggi degli imperatori tedeschi che scendevano a Rona per essere incoronati dal Papa. Qui si sono incontrate culture diverse, con un forte sviluppo dalla fine del XIX secolo, quando fu costruita la ferrovia del Brennero. La ferrovia non solo era anche in grado di trasportare merci verso tutto il mondo, cosa che fa ancora oggi, ma diede anche un forte impulso al turismo. Con la costruzione dell’autostrada del Brennero negli anni ’70, al traffico ferroviario si è sviluppato anche trasporto merci su gomma, ed l’autostrada è diventata la principale via di accesso in Italia del turismo d’oltralpe.
Su queste basi storiche gli imprenditori e le imprenditrice di Bressanone basano la loro visione del futuro. Le loro storie familiari sono strettamente legate ai successi aziendali e i nuovi edifici, gli ampliamenti e le espansioni ne costituiscono i segni visibili. Le aziende di Bressanone, turistiche, artigianali o industriali, nel costante spirito di adeguamento ai tempi, sono sempre più attente al tema della sostenibilità all’interno e all’esterno delle proprie attività, fornendo ottimi esempi per tutti. La combinazione di patrimonio storico, imprenditorialità innovativa e una forte attenzione alla sostenibilità e alla regionalità fanno di Bressanone un esempio eccezionale di sviluppo orientato al futuro. Queste visioni e l’instancabile impegno degli imprenditori locali assicurano che Bressanone rimarrà un luogo vivace e dinamico in cui vivere, ispirando e deliziando sia gli abitanti sia i visitatori.
La forza del passato i nuovi percorsi delle imprese familiari:
Michael, Johanna e Sebastian Huber. La nuova generazione di albergatori, cosmopolita, internazionale, vicina alla natura, è caratterizzata dall’ospitalità della storia familiare. Nel giugno di 60 anni fa, i nonni Maria e Wilhelm aprirono l’Hotel Pacher a Neustift, vicino a Bressanone. Il nuovo Boutique hotel Pachers, che i tre fratelli hanno rilevato dai genitori Martin e Annares, sorge ora sullo stesso sito. Oltre all’architettura moderna, l’attenzione si concentra su un concetto lungimirante tra “hip, fancy e green”. Le suite, la SPA, l’area piscina e la cucina sono completamente create su misura e con stile.
Teresa Pichler. Terza generazione di albergatori ha trasformato la locanda dei genitori in un boutique hotel. La terrazza sul tetto ospita una sauna in botte, da cui si gode di una vista panoramica su tutta Bressanone, come da tutte le camere e le suite. Levin Grüten, partner belga di Teresa e uno dei giovani chef più promettenti dell’Alto Adige, responsabile dell’offerta culinaria del ristorante AO, connotato da semplicità e creatività.
Andy, Christian e Alex Goller. Architettura moderna e sostenibilità concreta definiscono il concetto dell’hotel a 5 stelle Santre Dolomythic Home a S. Andrea, sopra Bressanone. Il nome sintetizza il nome della città natale, S. Andrea, e del numero dei fratelli Goller, tre. L’hotel, progettato dall’architetto Marco Micheli, è conforme agli standard di sostenibilità del GSTC, in cui la regionalità, i cicli brevi e la consapevolezza sono al centro dell’attenzione in tutti gli ambienti. Andy, Christian e Alex Goller gestiscono insieme ai genitori, Sigi e Albin, l’hotel a terrazze con impressionante vista panoramica.
Max e Ivo Barth. Quando in Alto Adige si nomina il nome Barth, molte persone interessate alla cultura e all’architettura pensano subito alle numerose opere dell’architetto Othmar Barth e al suo talento visionario. L’azienda, sorta nel 1877 come una piccola falegnameria specializzata nella scultura di altari, nel corso degli anni e delle generazioni si è trasformata in un’azienda di interior design professionale e innovativa che lavora con il legno e con altri materiali come vetro, tessuto, pelle, pietra, ecc. Max e Ivo Barth, i nipoti dell’architetto, gestiscono l’azienda di famiglia, specializzata nell’implementazione del design d’interni con un’artigianalità e una tradizione altamente qualificate. Nel 2023, la sede di Barth è stata ampliata ed è stata creata una galleria d’arte privata.
Harald Oberrauch. Al nome dell’architetto Barth è associato anche alla costruzione dell’originaria sede produttiva della Durst di Bressanone. Fondata nel 1929 da Julius e Gilbert Durst per riparare apparecchiature fotografiche, inziò a produrre apparecchiature per l’ingrandimento e la copia, finché nel 1933 fu acquisita dalla Technicon AG della famiglia Oberrauch. Durst divenne un pioniere nella produzione di tecnologia fotografica e negli anni ’70 iniziò l’espansione internazionale. Oggi è uno dei leader mondiali del mercato della stampa digitale per grandi formati e della tecnologia medica. Dal 2012, Harald Oberrauch, terza generazione della famiglia, dirige Technicon Holding che controlla il Gruppo Durst e Alupress a Bressanone.
Alessandro Marzola. La montagna locale di Bressanone, la Plose, domina il paesaggio urbano non appena si volge lo sguardo verso l’alto. Una montagna dominante sotto diversi aspetti, in estate e in inverno. Aria buona, fantastiche viste a 360°, sentieri escursionistici in estate e piste da sci in inverno. Il rifugio Plose del Club Alpino fu aperto sulla Plose alla fine del XIX secolo. Negli anni ’60, tutte le famiglie più note di Bressanone furono coinvolte nella costruzione della prima funivia, che rese la Plose accessibile ai turisti. Tuttavia, circa 20 anni dopo, la funivia entrò in crisi rischiando la chiusura. La ristrutturazione della funivia e degli impianti di risalita esistenti richiese nuovi capitali, nuovi investitori e una solida esperienza nella gestione delle funivie. Gianni Marzola, cofondatore della più grande associazione sciistica del mondo, il Dolomiti Superski, ed egli stesso proprietario di impianti di risalita in Val Gardena/Gröden, era in definitiva l’uomo giusto per questo compito. Dal 1985 la Plose è tornata a crescere e oggi il figlio di Gianni, Alessandro Marzola, gestisce le sorti della montagna brissinese con grandi investimenti, una nuova cabinovia, nuove idee e molte attrazioni per gli ospiti invernali ed estivi.