Eravamo più o meno abituati a gestire una crisi aziendale ma nessuno aveva esperienze di crisi in periodi di instabilità dovute a pandemie.
Senz’altro un bagaglio di esperienza che avremo modo di capitalizzare per il futuro e che ha segnato e segnerà in maniera indelebile il nostro futuro ed il nostro stile di management.
A distanza di due anni si possono ripercorrere i tratti salienti della gestione che è stata, senza dubbio alcuno, una gestione caratterizzata dalle emergenze.
A marzo 2020 il nostro Paese ha proclamato il lockdown, una situazione nuova sia per le persone che per le aziende.
È vero che le aziende alberghiere non sono state fra quelle ” chiuse per decreto ” ma è altresi vero che sono state costrette a chiudere o limitare fortemente l’attività per la situazione venutasi a creare.
La maggior parte degli alberghi ha preferito chiudere e da quel momento ci si è resi immediatamente conto che chiudere una attività non a carattere stagionale ha già di per sé una serie di difficoltà, dalla messa in sicurezza dei punti di accesso al presidio, sino al trasferimento della strumentazione necessaria alla gestione commerciale e contabile amministrativa della società.
Si è dovuta affrontare quindi una situazione a dir poco insolita, la gestione del personale in aziende chiuse e la gestione delle cancellazioni per i mesi successivi.
In particolar modo questo processo ha tenuto sotto pressione l’aspetto prettamente amministrativo con la gestione dei rimborsi ed i successivi provvedimenti governantivi relativamente ai voucher.
Discorso a parte la gestione e sopratutto la motivazione della forza lavoro che spesso aveva nei vertici aziendali l’unico punto di riferimento.
Motivare e tranquillizzare i nostri collaboratori è stato un esercizio decisamente non semplice quanto necessario.
Parallelamente si sono dovuti seguire tutti i provvedimenti governativi dalla cassa integrazione ai ristori sino a quelli di natura prettamente sanitaria.
Una serie interminabile di provvedimenti spesso di non semplice comprensione ha reso particolarmente difficile il nostro lavoro.
Intorno al mese di maggio 2020 alcune aziende anche in presenza di una domanda crollata del 90 % hanno riavviato le attività, con tutte le complicazioni e le difficoltà che ne sono successivamente derivate.
Riorganizzare ambienti e spazi alla luce delle disposizioni governative ha impegnato tempo e risorse, predisporre la sanificazione, il monitoraggio degli accessi, implementare i dispositivi di distanziamento ci ha fatto affrontare situazioni e problematiche decisamente nuove.
Le aziende orientate al traffico business hanno, seppur lentamente, ripreso prima le attività rispetto a quelle a vocazione turistica.
Si è cosi dovuto gestire un cliente decisamente diverso rispetto al passato, più esigente e per certi aspetti a maggior capacità di spesa.
Un cliente che dato il contesto storico è meno ” price oriented ” e più ” service oriented “.
Gestire una azienda durante il periodo Covid ha significato anche occuparsi di una corretta comunicazione verso il personale ed i collaboratori, è piuttosto evidente che la pandemia abbia cambiato le vite di tutti.
Oggi abbiamo tutti una nuova dimensione, molti hanno cambiato i loro obiettivi e spesso si sono scoperte diverse priorità.
Motivare le persone è stata e sarà sempre di più una sfida difficile quanto ambiziosa per il management aziendale.
Le aziende sino al 2021 hanno ricevuto vari tipo di sostegni che sono in esaurimento nel 2022, si entrerà così in una fase nuova che dovrà essere affrontata con competenza ed esperienza gestionale.
La domanda non è ancora tornata ai livelli pre crisi ed i sostegni sono terminati, fra tutti l’assistenza al reddito ( Cig e Fis ), da ora in avanti le aziende dovranno trovare il corretto equilibrio gestionale tenendo conto dei ricavi ed i costi effettivamente sostenibili.
La forza lavoro dovrà necessariamente essere ridimensionata ed andranno esplorate nuove opportunità di ricavo che non potranno più limitarsi alle camere ed alla ristorazione.