220.000 visitatori in pochi mesi, un record assoluto per la città che registra anche un importante indotto economico di oltre 13 milioni di euro per la presenza dei molti visitatori accorsi per le mostre.
Le lunghe code che per mesi si sono formate davanti al Museo Revoltella sono diventate una foto simbolo di Trieste.
Incessanti gli arrivi in città da ogni parte d’Italia e dall’estero, con tutto esaurito di hotel, ristoranti, bar ed esercizi commerciali.
È l’effetto delle grandi mostre che, come noto, producono un indotto sul territorio di circa 60 euro a visitatore. Nel caso delle mostre di Van Gogh e Ligabue, si parla di oltre 13 milioni di euro di ricaduta sull’economia cittadina, un risultato decisamente positivo da tutti i punti di vista.
“Ci aspettavamo circa 120.000 visitatori, che sarebbero già stati tanti in rapporto alla città di Trieste – dice Iole Siena, Presidente di Arthemisia, l’azienda che ha prodotto e organizzato la mostra – ma 220.000 è un numero decisamente sopra le aspettative. Siamo molto felici di questo risultato, frutto di anni di lavoro, 10 mostre e una splendida collaborazione con l’Amministrazione Comunale e l’Assessorato guidato da Giorgio Rossi. I risultati importanti si ottengono con impegno e serietà.”
“Questo record di presenze – dichiara l’Assessore alla cultura del Comune di Trieste Giorgio Rossi – ci conferma che siamo sulla strada giusta e abbiamo raggiunto un duplice obiettivo.
Da una parte migliaia di turisti triestini, italiani e stranieri, adulti e bambini, hanno potuto godere dei capolavori di due straordinari artisti internazionali, dall’altra hanno scoperto la storia del Barone Revoltella e del suo legame con la storia di Trieste, visitando la sua sontuosa residenza e apprezzando la nostra importante collezione d’arte moderna. 220mila volte grazie!”
Vincent van Gogh, L’Arlesiana (da Gauguin), 1890. Olio su tela, 60×50 cm. Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea. Foto Schiavinotto
Antonio Ligabue, Autoritratto con sciarpa rossa, s.d., (1952- 1962). Olio su tavola di faesite, cm 91×74,5. Collezione privata