E’ dedicata ad uno dei più significativi rappresentanti della tradizione pittorica novecentista veneta la mostra che Itaca Investimenti d’Arte firma, con il patrocinio del Comune, al Palazzo della Ragione di Verona. “Aldo Tavella.Il respiro di una vita” celebra, nella città natale e a pochi anni dalla sua scomparsa (2004), il centenario della nascita di un maestro della pittura ad olio e dell’affresco. La mostra, in programma dal 14 novembre al 13 dicembre 2009, è curata da Mario Guderzo e Paolo Levi e contempla un centinaio di opere che documentano una carriera ricca di riconoscimenti e una ricerca impegnata a ritrarre la natura, viva e autentica, e il quotidiano spettacolo dell’umanità.
Aldo Tavella (1909-2004) è ormai definitivamente entrato nel novero dei protagonisti dell’arte del Novecento. Negli ultimi anni, la lettura critica della sua opera lo ha infatti consacrato come un grande interprete del suo periodo e della città dove ha operato.
Personaggio di profonda umanità, capace di superare, con una preparazione prettamente accademica, il dislivello culturale esistente fra un giovane artista veronese e il vivace ambiente letterario ed artistico della città, ha rappresentato una figura di alti ideali umanitari, sociali, culturali. La sicurezza del segno, la precisione e la capacità di creare profonde spazialità vanno molto al di là di una pittura tecnicamente valida, così come la maestria del tratto, raggiunta grazie alla scioltezza della pennellata, è sempre stata sostenuta da un impegno e da una ricerca costante, tesi a raggiungere una determinata compiutezza formale.
Nato nell’anno di pubblicazione del Manifesto di Filippo Tommaso Marinetti, nel suo apprendistato non si è lasciato attrarre né dalle suggestioni del post Futurismo e neppure, più tardi, dal Ritorno all’Ordine proclamato dal gruppo romano di Valori Plastici, guardando piuttosto al paesaggio come entità freddamente oggettiva, e alla figura come garbato riferimento ai Primitivi. Ha attraversato le correnti contemporanee dell’astrattismo e del simbolismo, senza rimanere ingabbiato in categorie fisse, esprimendo una sintesi personale tra i diversi piani linguistici. Egli stesso dichiara di avere scelto l’insegnamento per essere un artista libero (dal 1963 fu infatti docente di discipline pittoriche all’Accademia di Belle Arti Cignaroli, ricoprendone la carica di direttore dal 1982).
Lo spazio contemplato nelle opere di Tavella è un universo intimo di immagini, figure, gesti, colloqui, un corpus di opere ingente e di complessa e variegata narratività, frutto di più di mezzo secolo di attività pittorica, trascorsa a dipingere paesaggi, figure, nature morte, racconti fantastici, ritratti, opere d’arte sacra e soggetti inventati. Una produzione che rileva la sua consolidata pratica artistica, capace di avvalersi di linguaggi diversi, di rielaborarli e di sottoporli ai più inattesi innesti.
Le caratteristiche ormai consolidate della sua pittura sono la serietà dell’impianto costruttivo del quadro, secondo una lezione non immemore di Cezanne; l’intelligente novità della figurazione, pur nel rispetto di una atmosfera sottilmente romantica che rivela agli attenti le segrete inclinazioni dell’anima; il colore scrupolosamente costruito sulla tavolozza, come accade a chi deve ricavare i toni dallo studio, piuttosto che dalla fantasia.
Tavella ebbe il merito, secondo Remo Brindisi, di aver portato ai più alti gradi la “sensorialità”, una pittura “dove la luce non viene realisticamente affidata ad un preciso punto d’incidenza, ma nasce dallo stesso impasto pittorico, in un’analisi segreta degli oggetti, finendo poi con il collocarli in una sorta di sospensione senza tempo, talora venata di malinconia”. Periodo dopo periodo ( i biografi ne riconoscono tre), Tavella è passato dalle pennellate decise con colori grassi alla pittura più distesa, pacata, con una maggiore ricchezza di particolari, e poi al favolistico, al simbolico, all’allegorico.
Una pittura in movimento. La scelta e la combinazione dei colori e della loro maturazione, la collocazione delle forme nello spazio definito, rispondono a una precisa esigenza: comunicare attraverso la luce. Essenziale nella forma, ricercato nella giustapposizione degli elementi figurativi, con i suoi quadri, cattura lo sguardo dello spettatore per intensità e per una forte carica comunicativa. Seppure con un linguaggio colto e pur iscrivendosi nel solco di una tradizione artistica legata al figurativo, essi conservano un’immediatezza coinvolgente, senza distanze formali tra l’opera e il suo fruitore.
Tavella espone pubblicamente per la prima volta nel 1946. Nel 1950 è presente alla XXV Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, presieduta da Carlo Carrà, che seleziona il dipinto di Tavella Morte delle maschere, del 1948, esposto nella sezione di pittura. Sarà un susseguirsi di appuntamenti, innanzitutto le rassegne della Gran Guardia di Verona, dove la Società Belle Arti realizzerà le celebri Biennali. Nel 1952 Tavella sperimenta la sua prima personale, un punto fermo nel suo percorso ma anche un riferimento importante per gli artisti veronesi e per la Città stessa perché propone con naturalezza e spontaneità immagini e racconti che scandiscono lo scorrere del tempo della sua Verona che diventa la protagonista. Le Biennali veronesi lo vedranno sempre presente, fino all’ultimo appuntamento del 2004, alla mostra organizzata al Palazzo della Gran Guardia, dove ancora una volta si rivelerà prodigiosamente “giovane” perché sempre propositivo ed innovativo nelle sue scelte stilistiche e, comunque, un illustre rappresentante della pittura veneta di un intero secolo.
Note Biografiche
Artista veronese, Aldo Tavella (1909-2004) ha compiuto i suoi studi presso l’Accademia Cignaroli di Verona, dove è poi ritornato quale titolare della Cattedra di affresco; è stato inoltre insegnante di figura presso il Liceo Artistico Statale dal 1967 al 1979. Dal 1963 è titolare della Cattedra di pittura presso l’Accademia Cignaroli, della quale è stato anche Direttore dal 1982 al 1985.
Sempre presente alle più importanti manifestazioni d’arte nazionali ed internazionali, la sua attività artistica punteggiata di successi e sue opere figurano in varie collezioni pubbliche e private, italiane e straniere. Di anno in anno, le partecipazioni sono sempre più numerose e i riconoscimenti frequenti. E’ alla Biennale di Venezia nel 1950, anno in cui viene premiato con tavolozza d’argento al “Nazionale di Pittura F. Michetti”. Sempre nel ’50 è presente alla Mostra dei due secoli dell’Accademia Cignaroli di Verona, al premio Suzzara, all’Angelicum di Milano. L’anno seguente partecipa alla Quadriennale d’Arte di Roma e Torino, al Premio Roma per la Figura, alla 1° Biennale internazionale d’arte Marinara di Genova. Espone alle Mostre Nazionali di Messina, Monza e Gallarate e al premio di Pittura di Clusone. Non manca alla 1° Biennale Nazionale di Verona, alla quale ritorna nel ’53 e nel ’55, né alla Biennale Triveneta di Padova, dove s ripresenta negli stessi anni ’53 e ’55. Nel ’53 ritorna al Premio Burano dove già si era presentato nel ’51 e partecipa al Premio Brescia. Anche negli anni seguenti è presente a tutte le Biennali Nazionali di Verona e alle Biennali Trivenete di Padova, nonché ad altre numerose manifestazioni artistiche, conseguendo significativi riconoscimenti e premi.
La stagione del 1956 ha visto quello che la stampa ha definito “un approdo” per Aldo Tavella, nella Mostra alla Galleria Scala di Verona.
Negli ultimi venti anni l’artista veneto ha continuato a proporre ed esporre i suoi dipinti. Sue mostre sono state realizzate a Verona, Milano, Roma e nelle più importanti capitali europee.
Nel 1992, infine, il Comune di Verona ha voluto tributare un omaggio a questo suo grande figlio ospitandolo nel Palazzo della Gran Guardia con un’antologica che ha riscosso un notevole successo di pubblico e di critica.
La stessa celebrazione gli è stata tributata nel 2004.
Aldo Tavella. Il respiro di un vita
Mostra del Centenario
1909 – 2009
a cura di Mario Guderzo e Paolo Levi
Organizzazione Itaca Investimenti d’Arte
Palazzo della Ragione, Verona
14 novembre – 13 dicembre 2009
Orario 9.30 – 19.30. Chiuso il lunedì.
Ingresso libero.
Informazioni: tel. +39 045 9273027
Il catalogo della mostra è inserito nella collana Cataloghi d’Arte della EDITORIALE GIORGIO MONDADORI. Testi di Paolo Levi, Mario Guderzo, Ennio Pouchard, Federica Luser, Marco Maria Polloniato. Prezzo 30,00 euro.
Con il biglietto di ingresso alle Mostre Mercato Nazionale dell’Antiquariato “L’Antico e il Prezioso” (Palazzo della Ragione, Verona, 14 novembre – 13 dicembre) e “Corot e l’Arte Moderna” (Palazzo della Gran Guardia, Verona, 27 novembre 2009 – 7 marzo 2010) è possibile acquistare il catalogo della mostra con uno sconto del 20%.
Durante il periodo di apertura della mostra, i gentile visitatori potranno degustare i vini gentilmente offerti dalle aziende Zenato e Masi.