«Misurare l’impatto ambientale del turismo en plein air con metodologie standard e riconosciute a livello internazionale può dare visibilità a tutto il settore». Queste le parole di Antonio Cellie, amministratore delegato di Fiere Parma, che al Salone del Camper ha aperto i lavori del convegno “Plein Air & Ecoturismo: tendenze e opportunità”. Cellie ha suggerito di mutuare il modello che si sta rapidamente diffondendo nel largo consumo, dove industria, distribuzione e consumatori possono misurare l’impatto ambientale di un prodotto o di un punto di vendita attraverso la sua “impronta carbonica” (www.carbonfootprint.org) calcolata secondo metodologie standardizzate e condivise. «Sarebbe estremamente semplice ma straordinariamente oggettivo applicare la stessa metrica anche al settore turistico, misurando l’impatto ambientale che le attività umane delle diverse forme di turismo (tra cui il plein air) hanno sull’ambiente in termini di gas serra prodotti (il Carbon Foot Print)».
La proposta ha trovato il consenso anche di Francesca Conti, presidente di ACTA (Associazione Cultura Turismo e Ambiente), secondo cui la metrica internazionale garantisce trasparenza e facilità di comparazione, purché sia inserita nell’ambito di una programmazione territoriale. Conti ha citato anche, fra gli strumenti di certificazione delle imprese turistiche, l’Ecolabel europeo (il marchio di qualità ambientale per i servizi di ospitalità e campeggio riconosciuto in tutta Europa), la cui applicazione dimostra come le imprese sono solitamente ben disponibili ad un impegno diretto attraverso processi di certificazione perché hanno capito che ciò ha un impatto positivo sul loro bilancio ma anche sulle relazioni con il territorio e con il mercato. Secondo il Presidente di Acta, infine, si sta passando da una “certificazione dei servizi” ad una “certificazione delle destinazioni turistiche”, perché «turismo en plein air significa vivere un’esperienza: il turista si sposta sul territorio, viene a contatto con l’ambiente e percepisce la qualità dell’offerta».
Esperienze positive in tal senso sono state presentate al convegno da Angelo Macola, presidente del “Manifesto Turistico Ambientale Veneto” (MTAV), e da Luca Natale, responsabile stampa del Parco delle Cinque Terre.
Anche Marco Berchi, direttore della rivista “Qui Touring”, ha sottolineato l’importanza del rapporto qualità/prezzo dei servizi erogati al turista all’aria aperta e la creazione di una rete di servizi compatibili con l’ambiente. «Vacanza en plein air – ha detto Berchi – significa oggi non solo contatto con la natura ma anche possibilità di disporre di tutti gli standard di qualità e sicurezza cui il cliente ha diritto».
Nel dibattito è intervenuto anche Vittorio Costantini, titolare del Centro Caravan Costantini di Roma, per sottolineare che «il camper è l’unica forma di vacanza che non ha impatto sul territorio, anche perché è costruito con materiali che ne favoriscono lo smaltimento al termine del suo ciclo di vita, alluminio e legno in primis». «Il turista è un esploratore – ha continuato – curioso anche della cultura e dell’enogastronomia del territorio e dunque accogliere il camperista non deve esser visto come un peso ma come un elemento che porta valore aggiunto”. Costantini ha colto l’occasione anche per esprimere grande soddisfazione per il successo di pubblico del Salone del Camper: le iniziali perplessità sulla posizione decentrata di Parma rispetto al mercato del centro-sud sono state completamente fugate dalla grande affluenza di visitatori e dall’ottimo andamento dei contatti con i potenziali acquirenti.
Ha concluso i lavori del convegno il vice presidente APC, Mauro Guglielmini. «Con Parma finisce l’epoca dei pionieri e, dopo quarant’anni, il turismo en plein air esce dalla dimensione settoriale attraverso la costruzione di una rete», ha detto. «Siamo convinti che in una città come Parma, che rappresenta una zona neutra dal punto di vista turistico, sia più facile parlare e mettere insieme aziende di certificazione, associazione di categoria ed esperienze sul territorio».
Una visione condivisa anche da Beppe De Simone, segretario generale di Parma Fiere: «Finalmente ci siamo messi sulla buona strada per creare un unicum tra costruttori ed associazioni di categoria che possa dare dignità ad un settore che per troppo tempo ha viaggiato diviso e smarcato».