Urbino-Palazzo Ducale: Raffaello e Urbino, 4 aprile – 12 luglio 2009. Urbino non fu solo la città natale di Raffaello, ma determinò in modo significativo la sua formazione, restando per tutta la sua vita un punto di riferimento essenziale. Partendo da questo presupposto, la grande mostra che si apre nel Palazzo Ducale di Urbino nella prossima primavera intende recuperare e valorizzare proprio questa stretta connessione tra Raffaello e la sua città natale. Esaminando il contesto urbinate, dalla fine degli anni Settanta a tutti gli anni Ottanta del Quattrocento, viene ricostruito l’ambito artistico-culturale in cui si formerà il giovane Raffaello e nel quale opera il padre, Giovanni Santi, pittore dei duchi e letterato, che è a capo di una ricca e fiorente bottega, oltre che autore della famosa Cronaca nella quale esprime importanti giudizi sui pittori a lui contemporanei.
La mostra, allestita nel Salone del Trono e nelle sale dell’appartamento della Duchessa del Palazzo Ducale, sede della Galleria Nazionale delle Marche, si pone l’obiettivo di ricondurre la prima formazione di Raffaello alla grande cultura espressa dalla corte urbinate e soprattutto all’influenza del padre, Giovanni Santi e presenta quindi i capolavori giovanili di Raffaello, 20 dipinti e 19 disegni originali, messi in rapporto alla pittura del padre e di altri pittori vicini alla fase giovanile della sua formazione ad Urbino, 32 dipinti e 10 disegni.
La mostra è curata da Lorenza Mochi Onori, Soprintendente per i Beni Storici Artistici e Etnoantropologici delle Marche e si avvale di un prestigioso comitato scientifico, che vede la partecipazione dei maggiori specialisti nella materia, impegnati in alcune delle più importanti collezioni museali del mondo: Linda Wolk Simon del Metropolitan di New York, Carol Plazzotta e Tom Henry della National Gallery di Londra, Silvia Ferino Pagden, del Kunsthistorisches Museum di Vienna, Cristina Acidini, Antonio Natali e Marzia Faietti, rispettivamente Soprintendente del Polo Museale fiorentino, Direttore degli Uffizi e Direttore del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, Giovanna Perini, Preside della Facoltà di Storia dell’Arte dell’Università degli Studi di Urbino, Antonio Paolucci, e Arnold Nesselrath rispettivamente Direttore e curatore del Dipartimento di pittura dei Musei Vaticani, oltre ai direttori storici dell’arte della Soprintendenza di Urbino.
La mostra è promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici delle Marche, Soprintendenza per i Beni Storici Artistici e Etnoantropologici delle Marche, dalla Regione Marche, dalla Provincia di Pesaro-Urbino, dal Comune di Urbino e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro. L’organizzazione è affidata a Gebart in collaborazione con Civita. Il catalogo è edito da Electa.
Forlì, Musei di San Domenico: Canova. L’ideale classico tra scultura e pittura. 25 gennaio – 21 giugno 2009
Canova. L’ideale classico tra scultura e pittura” si configura come la più impegnativa e completa esposizione sino ad oggi dedicata al maestro veneto, dopo quella di Venezia del 1992. A Forlì si potranno ammirare 160 opere.
La mostra è promossa dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, curata da Antonio Paolucci, Fernando Mazzocca e Sergéj Androsov, con l’allestimento di Wilmotte e Alessandro Lucchi.
Attraverso una serie di capolavori esemplari, l’esposizione forlivese ripercorrerà l’intera carriera del “moderno Fidia”, ponendo per la prima volta a confronto le sue opere (marmi, gessi, bassorilievi, bozzetti, dipinti e disegni), oltre che con i modelli antichi cui si è ispirato, anche con i dipinti di artisti a lui contemporanei con i quali si è confrontato.
Da Canova al grande neoclassicismo internazionale, con un focus di partenza – Forlì – ben localizzato ma non locale. Una mostra che spazierà dalla scultura alla pittura, proponendo anche alcuni, altissimi confronti con Raffaello e Tiziano, e altri capolavori di quel “classico” che fu fonte di ispirazione per molti artisti tra l’ultimo Settecento e il primo Ottocento.
Siena, Complesso museale Santa Maria della Scala. Arte Genio Follia. Il giorno e la notte dell’artista. Una mostra ideata da Vittorio Sgarbi. 31 gennaio – 25 maggio 2009 Oltre 300 opere raccontano il complesso rapporto arte, genio e follia Van Gogh, Kirchner, Munch, ma anche Ernst, Dix, Grosz, Guttuso, Mafai, Ligabue sono solo alcuni degli artisti che si potranno ammirare all’interno di “Arte, Genio, Follia. Il giorno e la notte dell’artista”. La mostra è nata da un’idea di Vittorio Sgarbi in collaborazione con la Fondazione Antonio Mazzotta, ed è promossa dal Comune di Siena e dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena, con l’organizzazione di Vernice Progetti Culturali e del Museo Santa Maria della Scala. Il catalogo è a cura della Fondazione Antonio Mazzotta, che si è occupata del coordinamento scientifico generale della mostra. L’esposizione rappresenta il primo tentativo in Italia di indagare il rapporto tra produzione artistica e disagio mentale in un percorso che attraversa momenti fondamentali della storia dell’arte.
Dipinti e sculture, alcune delle quali di grande impatto emotivo, illustreranno il complesso rapporto tra arte e follia, dando vita ad un percorso espositivo articolato in 8 diverse sezioni, affidate alla cura di grandi nomi del campo dell’arte e della psichiatria. L’intento è quello di indagare “l’essere nel mondo” degli artisti attraverso i loro capolavori, senza tuttavia rinunciare alla fondamentale prospettiva storica e a tutti quei contributi che hanno studiato “arte, genio e follia” da punti di vista differenti, siano essi di natura artistica, scientifica o medica.
Napoli, Museo Pignatelli: Vincenzo Gemito 28 marzo – 5 luglio 2009
La Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico Etnoantropologico e per il Polo Museale della città Napoli ha in programma, per la primavera 2009, una mostra dedicata a Vincenzo Gemito, uno dei protagonisti della scultura europea tra Ottocento e Novecento, attivo a Napoli tra il 1868 e il 1925, anno della sua scomparsa.
Saranno esposte oltre settanta sculture, dalle terrecotte giovanili, di prodigiosa precocità, fino ai superbi bronzi della maturità; verranno, inoltre, presentati circa ottanta tra i disegni più significativi dell’artista, realizzati a penna, matita, carboncino, seppia, acquerello. Le opere provengono da raccolte pubbliche e private, italiane e straniere.
Le esposizioni dedicate a Gemito sono state rarissime: degne di rilievo quella del 1953 al Palazzo Reale di Napoli e la selezione presentata a Spoleto, nel 1989, nell’ambito del Festival dei Due Mondi.
Presentare, quindi, a distanza di anni, una rassegna ampia e articolata della produzione di Gemito, costituisce senz’altro un’occasione unica per riscoprire e far conoscere un grande esponente delle arti e della civiltà a Napoli tra Otto e Novecento, documentando anche aspetti poco noti della sua attività, come le piccole sculture cesellate, con ossessiva precisione, in metalli preziosi, secondo metodi sperimentali di grande modernità, ma al tempo stesso eredi di una lunga e fortunata tradizione locale, che affondava le sue radici fin in età ellenistico-romana.
Nella mostra al Museo Pignatelli verrà esposta, inoltre, un’ampia selezione di opere dell’artista -sculture e disegni – appartenenti alla celebre raccolta di Achille Minozzi, che quest’ultimo, in stretti rapporti con Gemito, realizzò, con passione e competenza, tra fine Ottocento e inizi Novecento.
La collocazione delle opere secondo criteri sia cronologici che tipologici consente un percorso che documenta l’intero itinerario artistico di Gemito, evidenziando, tra l’altro, affinità e diversità che caratterizzano la sua produzione grafica da quella plastica.
Milano, Pinacoteca di Brera 1809 – 2009: bicentenario della Pinacoteca di Brera.
Il 15 agosto 1809, giorno in cui si festeggiava il compleanno di Napoleone Bonaparte, la Pinacoteca di Brera viene aperta per la prima volta al pubblico. Le sue collezioni nascono da un primo nucleo di dipinti, disegni, sculture e stucchi raccolti dal primo segretario dell’Accademia, Carlo Bianconi, ai quali furono uniti i dipinti requisiti a seguito delle soppressioni di chiese e conventi attuate prima in età teresiana e poi napoleonica. Ma è soprattutto in età napoleonica che le collezioni della Pinacoteca si arricchirono tanto da permettere l’esposizione di una serie di ritratti ed autoritratti di pittori e di opere come lo Sposalizio della Vergine di Raffaello, la Madonna col Bambino di Giovanni Bellini, la Crocifissione di Bramantino. Le manifestazioni per la celebrazione del bicentenario della Pinacoteca di Brera sono realizzate dalla Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Lombardia Occidentale, con la collaborazione della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia; con il contributo di Civita e di Electa per il sostegno finanziario, il supporto all’organizzazione, le attività editoriali e di comunicazione; con il sostegno e la collaborazione del Comune di Milano.
Il programma dell’anno prevede le seguenti rassegne:
Brera ospita: Caravaggio: Dal 15 gennaio al 29 marzo 2009
Il restauro del gesso della statua di Napoleone: Da febbraio 2009
Brera restaura: Raffaello, lo sposalizio della Vergine: Dal 24 marzo 2009
Brera com’era: paesaggi di Lombardia. 1817-1822, la Sala dei Paesaggi: Dal 7 aprile al 7 giugno 2009
Brera com’era: il “Gabinetto dei ritratti dei pittori” di Giuseppe Bossi: Dal 16 giugno al 27 settembre 2009
I Crivelli che arrivarono a Brera: Da ottobre 2009 a febbraio 2010
Brera e la guerra. l’archivio fotografico della Soprintendenza: documenti sul primo e sul secondo conflitto mondiale a Milano: Da novembre 2009