L’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato dà ragione al ministero del Turismo: escludere dall’organizzazione di eventi congressuali gli hotel a cinque stelle, in quanto tali, può produrre effetti distorsivi della libera concorrenza. A queste conclusioni l’Autorità è giunta prendendo in esame, su segnalazione del ministro del Turismo, on. Michela Vittoria Brambilla, sia il Codice etico di
Assobiomedica, la federazione nazionale tra le imprese operanti nei settori dei dispositivi medici e delle tecnologie biomediche e diagnostiche, sia il Codice deontologico di Farmindustria, l’associazione delle imprese del farmaco aderente a Confindustria. I codici delle due associazioni, se pur con il lodevole intento di cercare di neutralizzare il conflitto di interessi in area medica, escludono tassativamente, per quanto riguarda la scelta del luogo dove tenere “conferenze informative” e “manifestazioni congressuali” finanziate dalle imprese, le strutture di categoria cinque stelle, “indipendentemente dalla tipologia tariffaria o dalle agevolazioni offerte” imponendo pertanto il soggiorno “in alberghi con un massimo di quattro stelle”.
Di tutt’altro avviso è stata l’Autorità, nell’adunanza del 24 maggio. “Le disposizioni esaminate – osserva in due distinte comunicazioni il presidente Antonio Catricalà – escludendo “tout court, a prescindere dal prezzo effettivamente offerto”, le strutture a cinque stelle da quelle abilitate ad ospitare gli eventi congressuali finanziati dai soci delle due associazioni appaiono “restrittive della concorrenza, in quanto idonee a conferire un ingiustificato vantaggio competitivo alle strutture alberghiere di categoria differente”.
Tali previsioni, “in quanto slegate da qualunque valutazione relativa alla tipologia tariffaria offerta o alle agevolazioni proposte dalla struttura alberghiera interessata”, possono determinare “l’ingiustificata esclusione degli alberghi a cinque stelle che potrebbero, peraltro, praticare prezzi uguali o inferiori a quelli degli alberghi di categorie inferiori”. Di qui l’invito ad Assobiomedica e a Farmindustria a prevedere, piuttosto, “tetti massimi di spesa” per ciascun professionista partecipante alle attività congressuali.
“Soddisfazione” per la posizione assunta dall’Autorità è stata espressa dal ministro del Turismo, on. Michela Vittoria Brambilla. “Il giusto obiettivo di neutralizzare possibili conflitti d’interesse in campo medico – ricorda il ministro – va perseguito senza creare distorsioni, limitazioni ed ingerenze nel mercato. I testi in questione, a mio avviso, introducevano una discriminazione ingiustificata tra le diverse tipologie di strutture ricettive. Per questo motivo, il ministero del Turismo si è rivolto all’Autorità, che ci ha dato ragione”.