“Per il turismo crescita e sviluppo sono obiettivi già raggiunti nei primi otto mesi del 2011. Il settore si conferma asset strategico per il Paese, l’unica industria che, nonostante la difficile congiuntura, continua a produrre ricchezza e occupazione”. E’ questa la sintesi del ministro Brambilla alla presentazione del rapporto sull’andamento del turismo italiano nei primi mesi del 2011 e durante l’estate che si è appena conclusa.
Un bilancio positivo che oltre all’aumento dei connazionali che hanno scelto di restare dentro i confini nazionali (con una spesa passata da 23,5 a 27,9 miliardi di euro), ha visto la crescita dei turisti stranieri (+6,6%) e della spesa (+7,3): “una boccata d’ossigeno per la nostra economia”, ha sottolineato il ministro. Risultati positivi che hanno aiutato anche l’occupazione, che ha superato i 2,2 milioni di lavoratori diretti nel settore. Nei mesi estivi anche gli albergatori hanno potuto respirare (+3,7% di camere vendute a luglio e +5,4% ad agosto), dopo i dati allarmanti lanciati nei primi sei mesi dell’anno da Federalberghi.
I dati
L’aumento degli arrivi internazionali è stato trainato dai turisti provenienti dall’America (+15,9%) e dai paesi Ue (+4%). I paesi che hanno fatto registrare il maggior aumento percentuale sono stati la Cina (+86%), Messico (+84,8%) e Australia (+38,3%), seguiti da Brasile, Russia e Stati Uniti. Nell’estate 2011 (giugno luglio e agosto) sono stati 24,5 milioni gli italiani che hanno fatto una vacanza.
Analizzando i vari segmenti (dati riferiti al 2010), a trainare il settore sono stati soprattutto il turismo balneare (38,4%) e le città d’arte (28,2%). Grande anche l’appeal del “Made in Italy”: nel 2010 il 40,7% dei turisti durante il soggiorno si è dedicato allo shopping e all’acquisto di prodotti dell’enogastronomia e dell’artigianato locale. In crescita anche il turismo legato alla natura e all’ambiente: montagna, laghi e fiumi, riscoperta della natura e della fauna.
Buoni risultati dunque che inducono all’ottimismo, ma molto resta da fare in un Paese che per arrivi internazionali, potenzialmente, potrebbe essere il primo al mondo (come lo è stato a lungo) e non lo è più. Come ammette implicitamente lo stesso ministro Brambilla affermando che “l’Italia è il Paese più bello del mondo con una straordinaria ricchezza di eccellenze che la pone in una posizione privilegiata rispetto a tutte le altre nazioni del pianeta”.