Prosegue fino al 24 febbraio al Palazzo Ducale di Genova la mostra fotografica dedicata a Steve McCurry, autore di uno degli scatti più famosi di sempre: la ragazza afgana dagli occhi verdi. Nel 1984 McCurry fotografò in un campo profughi una ragazza di 17 anni, in primo piano. La foto fu pubblicata sulla copertina del National Geographic un anno dopo, nel 1985, e quello sguardo spaventato e nello stesso tempo fierissimo fece il giro del mondo.
La ragazza di McCurry divenne il simbolo dei profughi afgani, e forse di tutti i profughi di ogni tempo ed ogni luogo. A distanza di 17 anni McCurry volle cercarla e fotografarla di nuovo. Si avventurò nella non facile impresa di trovare una donna rimasta senza nome, in un paese, il Pakistan, in cui le comunicazioni erano assai complicate e gli stranieri visti con sospetto. Ma ci riuscì, e la ragazza afgana, Sharbat, fu immortalata di nuovo.
La personale di Genova ospita questi e molti altri lavori di McCurry, che nel frattempo ha girato e fotografato anche la Birmania, la Tailandia, la Tanzania, Cuba. I temi sono quelli della guerra, ma anche della poesia, dello stupore, della gioia di vivere. 200 immagini -delle quali molte inedite- che raccontano l’umanità, fissandola in un attimo che la racchiude tutta.