L’attuale posizionamento del Terminal di Marittima è foriero del successo dello scalo veneziano come porto di arrivo e partenza in quanto possiede contemporaneamente 4 elementi fondamentali: accessibilità nautica, accessibilità merci, accessibilità passeggeri ed efficiente connessione con l’aeroporto di Venezia. I dati provengono da un convegno a Marghera, dove il presidente dell’ Autorità Portuale di Venezia, Paolo Costa, ha spiegato che dal punto di vista economico il traffico crocieristico a Venezia – dai dati elaborati da Cà Foscari e dall’Università di Padova – vale 435 mln di euro; di questi, 365 mln (90% del totale) sono dati dalle navi di stazza sopra le 40.000 ton., ovvero i piroscafi che in base al decreto Clini-Passera non potranno più transitare in futuro per il Canale della Giudecca con evidenti danni per le compagnie di navigazione e sul fronte del mercato del lavoro.
Nel convegno si è discusso quindi dei progetti alternativi al transito delle grandi navi da crociera su cui stanno elaborando prospettive la Capitaneria di Porto, Magistrato alle Acque, Autorità Portuale e gli enti che ne hanno responsabilità.
Il principale é la realizzazione di un canale di navigazione a sud dell’Isola della Giudecca: non verrebbe allontanato il traffico crocieristico dal centro storico, ma consentirebbe di mantenere il terminal a Marittima ed evitare interferenze fra traffici passeggeri e merci. Altra soluzione sarebbe l’ingresso attraverso la bocca di Malamocco, utilizzando tuttavia una ‘risorsa scarsa’: la navigazione attraverso il Canale Malamocco Marghera attualmente utilizzato dalle navi merci. L’interferenza fra traffici merci e passeggeri che si creerebbe lungo il canale avrebbe risvolti tali da penalizzare il traffico merci. Le interferenze sono sopportabili o ovviabili con costi ragionevoli sulla tratta da Malamocco a Fusins come riporta l’Ansa.
E’ per questo che è stata avanzata l’ipotesi prospettica di una nuova stazione marittima a Dogaletto, che però manca delle accessibilità terrestri acquisibili solo nel lungo periodo e con alti costi anche ambientali. L’ipotesi di una stazione Marittima a Marghera invece presenta limiti pesanti: dimensioni dei canali e dei bacini di evoluzione inadeguati, terminal commerciali già in uso, e soprattutto una interferenza fra traffici merci e passeggeri esiziale per il traffico merci.