Spesa di 97 euro al giorno, contro i 104 del 2012
Risparmio e tagli del budget sempre più concreti. Tra gli italiani che partono si spenderà quest’anno mediamente 97 euro al giorno, contro i 104 del 2012, con una riduzione di spesa procapite pari al 7,2%. Lo calcola il Codacons, precisando che questa cifra comprende i costi di trasporto (auto, treno o aereo), i soggiorni presso le strutture turistiche, le spese per l’alimentazione, per i servizi balneari (stabilimenti o altro), per svago e intrattenimento. Secondo l’associazione dei consumatori, la metà delle famiglie che potranno permettersi di partire trascorrerà fuori casa un periodo compreso tra i 7 e i 10 giorni, mentre il 35% opterà per una vacanza di 14/15 giorni. Solo il 15% di chi parte trascorrerà più di 15 giorni fuori casa. In testa alle preferenze degli italiani – prosegue il Codacons – restano salde le località di mare, scelte dal 65% delle famiglie: se in Italia spiccano tra le mete preferite l’Emilia Romagna, la Sicilia e la Toscana, per l’estero è la Spagna a risultare la meta più ambita per le vacanze, seguita da Grecia e Croazia.
Solo 32% italiani partirà per vacanze estive – Solo il 32% degli italiani partirà per le tradizionali vacanze estive (di almeno una settimana), ovvero 19,2 milioni di cittadini. La maggior parte di essi punterà, in ogni caso, a trascorrere vacanze improntate al risparmio. A stagione avviata si confermano le previsioni negative sull’andamento del turismo nel nostro Paese effettuate dall’osservatorio nazionale della Federconsumatori, come evidenzia l’Ansa.
Si consolidano sempre di più le nuove modalità di turismo low cost: alle ormai note vacanze last minute si affiancano le vacanze “mordi e fuggi” (in cui il numero dei pernottamenti si riduce a 2-4 notti), la ricerca di ospitalità presso amici e parenti, lo scambio casa ecc ecc. Per questo – aggiunge – è fondamentale che il Governo si decida a sciogliere il nodo relativo a Imu, Iva e Tares: senza risoluzioni rapide in tal senso, i cittadini continueranno a trovarsi nella condizione di non poter programmare consumi e impegni di alcun tipo, con danni irreparabili all’intera economia”. A risentire di tale tendenza sono soprattutto le imprese che operano nel settore del turismo, le cui chiusure e fallimenti sono all’ordine del giorno. “È un dovere prioritario del Governo incentivare e valorizzare il settore del turismo, che rappresenta una grande opportunità di ripresa e crescita per l’intera nazione.