Danno per il settore e i viaggiatori
L’IBAR (Italian Board Airline Representatives) si oppone fermamente all’aumento della tassa addizionale d’imbarco dei passeggeri in partenza dagli aeroporti nazionali proposto dall’Associazione Nazionale dei Comuni (ANCI). Pur comprendendo pienamente l’importanza dei servizi che i Comuni offrono alle rispettive cittadinanze, l’IBAR ritiene che un ulteriore aumento delle addizionali possa danneggiare fortemente il mercato del trasporto aereo, l’economia italiana e i consumatori, con ulteriori ripercussioni negative su un settore che, al contrario, dovrebbe essere utilizzato per rilanciare lo sviluppo economico del Paese.
L’addizionale d’imbarco istituita in Italia nel 2003 per compensare ENAV per i costi sostenuti per garantire la sicurezza ai propri impianti e per garantire la sicurezza operativa, è stata introdotta come tassazione con un valore iniziale di 1 euro a passeggero. Nove anni dopo, nel 2012, al fine di finanziare in parte la cd. Riforma Fornero, è stato previsto l’ultimo aumento che ha portato le addizionali all’attuale valore di 6,50 euro negli aeroporti italiani, ad eccezione degli scali romani dove questo dato è ancora più alto, 7,50 euro a passeggero.
“Un ulteriore aumento di 2 euro, come suggerito dagli emendamenti presentati dall’ANCI, danneggerebbe in maniera netta un settore che a fatica si sta lentamente riprendendo dagli effetti della crisi economica e che dovrebbe piuttosto essere incentivato e supportato quale spinta per una crescita economica duratura e sostenibile, specie in un paese a forte vocazione turistica come l’Italia”, afferma preoccupato il Presidente dell’IBAR Umberto Solimeno.