Le Autostrade del Mare sono la principale attività di molti scali portuali italiani e il ruolo del Sud Italia è significativo e va ulteriormente valorizzato: i porti del Mezzogiorno assorbono, infatti, circa il 60% dell’import/export meridionale. Inoltre, da non trascurare è il cosiddetto mercato di transito, ovvero il traffico merci estere che utilizza i porti italiani e le reti terrestri nazionali per raggiungere i Paesi d’Oltralpe. Avvalorando, in buona sostanza, l’idea dell’Italia come piattaforma logistica europea nel Mediterraneo. Sono alcuni dei temi emersi dal seminario di Confcommercio “Le vie del mare per la crescita” tenutosi a Roma qualche giorno fa.
Per cogliere pienamente le opportunità offerte dalle Autostrade del Mare, Confcommercio propone la promozione di accordi di rete tra aziende di trasporto e di logistica complementari; il coordinamento e l’ottimizzazione delle diverse politiche di incentivo all’intermodalità esistenti; l’ampliamento della positiva esperienza dell’Ecobonus nazionale;la rapida rimozione dei limiti esistenti in termini di sagoma e moduli sulla rete ferroviaria nazionale (direttrice tirrenica) per consentire di caricare su ferro i camion e i rimorchi dai porti di sbarco diretti nei Paesi d’Oltralpe. Nel corso dei lavori il Vice Presidente di Confcommercio, Paolo Uggè, ha ricordato come l’Italia, con oltre 7.500 km di costa, riesca solo in parte a cogliere le opportunità offerte dalla geografia per lo sviluppo della logistica e la crescita della cosiddetta Economia Blu. “Competitività logistica ed Economia Blu – ha sottolineato Uggè – sono fatte di imprese, saperi, competenze e professionalità che non mancano nei nostri territori anche se troppo spesso faticano a lavorare in sinergia. Occorre, dunque, un Piano Nazionale sui trasporti e la logistica che definisca le linee generali di intervento, da cui far derivare gli approfondimenti settoriali. Inoltre, per dare attuazione ai contenuti del Piano Porti – ha puntualizzato il Vice Presidente di Confcommercio – sarebbe preferibile intervenire in maniera organica, con attenzione alla ripartizione delle competenze Stato/Regioni in materia, valorizzando il contributo delle imprese ed evitando la proliferazione di provvedimenti non coerenti con gli obiettivi prioritari e condivisi da perseguire, come avvenuto di recente con l’incidente di percorso, fortunatamente rientrato, sul Comando Generale delle Capitanerie di Porto”.