“L’impatto economico prodotto dai visitatori di Expo in Lombardia è quantificabile in 12.6 miliardi di euro, dei quali 5.3 nei settori core della ricettività e della ristorazione, 4.1 nei settori del commercio e delle diverse forme di intrattenimento e tempo libero, 3.2 nel settore dei trasporti, con aumento complessivo sull’occupazione pari a circa 87000 nuove unità di lavoro”. Ad annunciarlo è l’assessore allo Sviluppo Economico Mauro Parolini presentando i dati che emergono da uno studio condotto dall’Osservatorio regionale sul turismo T.R.A.V.E.L. coordinato dal CeRST (Centro di Ricerca per lo Sviluppo del Territorio) della LIUC – Università Cattaneo, in collaborazione Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia. “A questi numeri – ha continuato Parolini – si aggiungono anche quelli altrettanto positivi relativi ad arrivi e presenze truistiche, che attestano un aumento a doppia cifra rispetto all’anno precedente in tutto il territorio regionale, con picchi vicini al 30% sulla città Milano”. Dati e risultati che non possono non decretare ancora una volta il turismo come asset strategico. “L’Esposizione universale- ancora l’assessore- è stata un banco di prova che il nostro sistema turistico ha saputo superare con successo, ma anche un’occasione per proiettarlo nel futuro e per mettere le basi per compiere quel salto di qualità che merita. Gli oltre 20 milioni di visitatori rappresentano infatti un volano naturale di promozione che offre già da ora opportunità di crescita”. “Per il turismo in Lombardia è cambiato il vento: c’è una nuova legge, un nuovo modo di gestirlo e c’è un grande e rinnovato spirito di collaborazione tra gli operatori e con le istituzioni. Nei prossimi due anni – ha concluso Parolini – investiremo 60 milioni di euro per far sì che la Lombardia faccia un salto di qualità come destinazione turistica, partendo già da subito con un piano da 20 milioni di euro che andrà a sostenere progetti di promozione e valorizzazione di tutti quegli ambiti meno maturi e più promettenti della nostra offerta come il turismo religioso, quello enogastronomico, quello culturale legato alle città d’arte e il cicloturismo”.