bolsena-basilica-santacristinadi Liliana Comandè.

La parte più affascinante del Lazio che conserva le testimonianze del misterioso popolo etrusco.

Un percorso fra le testimonianze degli antichi etruschi, dei pellegrini sulla via francigena, dei castelli e delle chiese medievali, alla ricerca dei buoni sapori di una volta.  La Tuscia viterbese, situata nella parte nord del Lazio, è un vasto territorio che confina con la Toscana e con l’Umbria e sicuramente le sue bellezze non hanno nulla da invidiare alle due regioni così vicine e, per certi versi, così simili.

La Tuscia, però, a differenza degli altri due territori, che sono conosciuti e visitati ogni anno da milioni di turisti provenienti da ogni parte del mondo, ha iniziato da poco tempo a promuovere le sue bellezze (che sono veramente molteplici) e i suoi prodotti enogastronomici (tutti di prima qualità).

Una nuova e saggia politica, questa, che si prefigge di favorire l’arrivo di turisti sia europei sia italiani. Turisti che possono diventare un’importante risorsa economica per tutti quei comuni – piccoli e medi – che devono saper sfruttare quanto di importante e unico possiedono nei loro territori.

tomba_francoisE in questa splendida provincia laziale sono molte le vestigia e le testimonianze di una storia millenaria, che la rendono particolarmente preziosa e incomparabile, ad iniziare dalle necropoli degli antichi etruschi per proseguire con la via Francigena, forse la strada più importante dell’alto medioevo perché era percorsa dai pellegrini che dalla Francia si recavano a Roma a vedere il Papa seguendo il tracciato della strada consolare Cassia.

Roma, che assieme alla Terra Santa e a Santiago de Compostela, era meta di un pellegrinaggio religioso, è ancora oggi un traguardo da raggiungere da viandanti che ripercorrono con lo stesso animo questa via piena di significati spirituali, sostando proprio nei luoghi di culto che nella Tuscia sono stati importanti tappe prima del raggiungimento della città eterna. Ma la Tuscia, cosa ancora più apprezzabile da chi ha la possibilità di visitarla, conserva tradizioni radicate saldamente nella sua popolazione che le rievoca attraverso eventi – che si effettuano in vari periodi dell’anno – nei quali si mischiano il sacro con il profano, la superstizione con la religione.

vulcicastelloabbadiaI suoi territori, che nel passato sono appartenuti in modo alternato sia allo Stato Pontificio che a nobili casati, quali i Farnese, gli Orsini, i Monaldeschi e i Baglioni, sono ancora oggi un museo a cielo aperto per i numerosi castelli, le chiese romaniche, i palazzi nobiliari, gli eremi e i conventi che dominano dall’alto antichi borghi medievale, ancora perfettamente conservati.

Le bellezze delle costruzioni sono praticamente complementari a quelle naturali, paesaggistiche, archeologiche, folcloristiche e gastronomiche. L’Alto Lazio, per chi non lo conosce, è il regno delle antiche – e ancora misteriose – popolazioni etrusche, dei paesaggi costituiti da dolci colline, delle fertili pianure verdi e dei paesi arroccati sulle alture i cui centri urbani sono una continua, piacevole scoperta.

 

Recuperare il tempo perduto…

calanchi4La Tuscia si sta finalmente svegliando dal lungo letargo e sta cercando di recuperare il tempo perduto attraverso una politica di marketing mirata che si rivolge a coloro i quali sono alla ricerca di percorsi al di fuori di un turismo standardizzato che possa soddisfare gli occhi, la mente e…i piaceri della buona tavola.

I 26 Comuni, tutti compresi nell’Alta Tuscia viterbese, si propongono, quindi, sia di valorizzare l’identità dei luoghi e delle tradizioni richiamando nei territori quei turisti che amano i sapori legati ad un’antica usanza, sia di offrire nuove forme di turismo alternativo – quali trekking, percorsi in bicicletta, a cavallo o vacanze in moto. Una diversificazione oggi più che mai necessaria per conquistare differenti fasce di età ed esigenze specifiche.

Si potrebbe definire quasi un turismo che spazia dalla ‘Via del Gusto’ ad una ipotetica ‘Via della Storia e della Cultura’ in un percorso a ritroso nel tempo.

pugnaloni2Ma i 26 Comuni invitano sì alla scoperta di splendide e mistiche chiese romaniche, di tombe etrusche, di castelli e di borghi dal fascino unico, di vini e di cibi genuini e sicuri, ma anche a visitare alcune riserve naturali protette, come quella di Monte Rufeno, situata nel territorio del comune di Acquapendente.

Istituita nel 1983, all’interno della riserva è possibile ammirare alberi diventati quasi rari come l’olmo e l’ontano oppure osservare animali come la volpe, i cinghiali, i daini, le martore, i tassi e le numerose specie di uccelli (gufi, civette, assioli ecc…) che in questi 3.000 ettari di area protetta hanno trovato il giusto habitat.

La Riserva, all’avanguardia rispetto ad altre, è dotata di percorsi per disabili e per non vedenti e grazie ai numerosi sentieri si possono effettuare interessanti trekking guidati o piacevoli passeggiate a piedi, in mountain civita-con-calanchi-e-solebike o a cavallo..

 

Il buon vino D.O.C. , l’olio D.O.P, le lenticchie….

È notorio che il Lazio è una regione dove la vite trova una collocazione ideale grazie ad una clima favorevole e a terreni argillosi e vulcanici particolarmente fertili.

La Tuscia, soprattutto nella zona che costeggia il lago di Bolsena (quinto lago italiano e più grande lago vulcanico d’Europa), è una terra ricca di vigneti e di uliveti che producono vini famosi come l’Est Est Est, l’Aleatico e tanti ottimi rossi, oppure di oli pregiati come quelli di Canino, piccolo comune che annovera fra i suoi prodotti tipici anche gli asparagi. Ma ci sono anche i legumi – in primis le lenticchie di Onano di antica tradizione – e i ceci di Valentano, le patate, il grano, i salumi, la porchetta (più speziata di quella di Ariccia) oltre al buon ‘coregone’, saporito pesce di lago. La zona è ricca di tanti prodotti tipici che offrono l’occasione per un turismo all’insegna dell’enogastronomia di alta qualità.

I Comuni che si muovono…

Nel 2002 si è costituita l’Associazione ‘Strada del Vino della Teverina’, un consorzio di cui fanno parte 7 comuni: Celleno, Graffignano, Bomarzo, Lubriano, Bagnoregio, Castiglione in Teverina e Civitella d’Agliano, nato con lo scopo di far conoscere sia i loro prodotti d’eccellenza, ma anche i territori di produzione locale, che possono fare da traino per un turismo accorto e rispettoso delle tradizioni e dell’ambiente.

Le amministrazioni dei 26 comuni, grazie alle sovvenzioni della Comunità Europea e della Regione Lazio, hanno intrapreso un percorso contrassegnato dall’unità dando vita al cosiddetto ‘fare sistema’, auspicabile in ogni settore in quanto tante piccole entità possono fare una ‘grossa entità’, più ricca di forza, di risorse e di idee.

A tal proposito, il GAL Etruschi, Gruppo di Azione Locale, ha affidato alla società SL&A di Roma l’organizzazione di un tour per giornalisti italiani per far ‘toccare loro con mano’ il prodotto Alta Tuscia. Un interessante press tour ideato per far conoscere le aziende locali, i prodotti tipici, le strutture d’accoglienza, le bellezze locali e la popolazione nella sua quotidianità.

Nelle varie conferenze di presentazione dei progetti promossi dai Comuni dell’Alta Tuscia Viterbese, i sindaci e gli assessori hanno tutti evidenziato gli sforzi congiunti e le aspettative di questi propositi, che si possono riassumere con le parole di Paolo Epifani, Sindaco di Bolsena

Il nostro territorio fino ad ora è stato fuori dai circuiti turistici. Il nostro è un luogo lacuale e delicato e sicuramente non vogliamo un turismo di massa ma un turismo culturalmente interessato a ciò che possiamo offrire: storia, cultura, prodotti tipici e contatto con la natura. Speriamo che il progetto riesca nei suoi intenti. L’esigenza che abbiamo sentito è quella di dare sviluppo ad un prodotto rilevante per l’economia locale. Il progetto ha un significato ben preciso: abbiamo un prodotto di qualità che può far conoscere le caratterizzazioni del territorio. Ci sono Regioni che hanno avuto uno sviluppo prima di noi, la Toscana e l’Umbria, ma anche noi abbiamo strutture di prim’ordine che per qualità e quantità possono soddisfare qualsiasi esigenza. Il nostro è un territorio molto amato dagli abitanti del Nord Europa, con i quali abbiamo un legame affettivo. Tedeschi, olandesi, inglesi, belgi e austriaci frequentano da anni queste località, soprattutto i primi sono molto affezionati al nostro lago. Dobbiamo dire che gli stranieri ci conoscono molto più degli italiani e dobbiamo operare affinché anche questi ultimi frequentino i nostri Comuni. Abbiamo bisogno di presenze ma non di grandi numeri perché vogliamo continuare a proteggere l’ambiente così come la nostra identità, che riteniamo sia un valore aggiunto”.

In effetti la ricettività, tranne a Bolsena, che dispone di alberghi anche di categoria 4 stelle, è costituita prevalentemente da agriturismi (e sono circa il 60/70% degli agriturismi presenti nel Lazio) e dai Bed & Breakfast. Strutture che, per ciò che ci è stato dato di provare, soddisfano appieno anche le necessità dei turisti più esigenti.

Il progetto c’è, l’entusiasmo pure, auguriamoci che le speranze riposte in questi programmi di ‘riscatto’ turistico-enogastronomico abbiano il giusto riconoscimento da parte di quanti vogliono trascorrere brevi o lunghe vacanze all’insegna di un turismo appagante in ogni senso.

 

Un esempio di itinerario non completo ma…di assaggio

 

Castiglione in Teverina

Castiglione in Teverina, cittadina della provincia di Viterbo, sorge su una collina che si affaccia sulla valle del Tevere, ai confini tra Lazio ed Umbria. Il suo territorio è stato abitato da Villanoviani ed Etruschi. L’attuale abitato è sorto intorno all’Anno Mille attorno ad una Rocca e nel 1351 vi furono trasferiti gli abitanti della distrutta Paterno. Testimonianze dell’antica presenza etrusca (tra cui molte necropoli e le vie cave) sono presenti nei dintorni del paese (il “comprensorio della Valle dei Calanchi“), proposti per la realizzazione di un Parco Protetto, mentre del periodo medievale sono il borgo e la Rocca Monaldeschi (XII sec.), da cui è possibile ammirare un suggestivo paesaggio di valli, campagne e colline. Oltre alle diverse chiese, degno di interesse è l’antico Crocefisso in legno (XVI secolo), principale elemento di culto per il paese su cui è incentrata, ogni anno, una manifestazione per celebrarne la grandezza.

L’economia agricola, basata essenzialmente sui vigneti, è testimoniata dalla grande importanza data alla festa del vino nel periodo estivo e dalla presenza del Museo del Vino.

 

Civita di Bagnoregio

La Valle dei Calanchi è caratterizzata da argille sedimentarie accumulatesi sul fondo del mare che era presente fino a circa 680.000 anni fa e che prosciugandosi in seguito al sollevamento del suolo, ha lasciato dietro di sé una terra caratterizzata da un’intensa attività vulcanica ed è dominata da Civita di Bagnoregio.

La Valle presenta un territorio dalla fisionomia mutevole, in una alternanza di paesaggi dolci ed aspri che arrivano in crinali argillosi esposti all’erosione, e Civita di Bagnoregio, senza dubbio è il borgo più rappresentativo della Valle,  esempio di meraviglia unico nel suo genere: unita alla “terra ferma” solo da un lungo e stretto ponte, la “Città che muore”, ormai da tempo così chiamata a causa dei lenti franamenti delle pareti di tufo, racchiude case medioevali ed una popolazione di pochissime famiglie. Civita è ogni anno meta di numerosi turisti ed è stata diverse volte utilizzata come set cinematografico. All’interno del borgo ci sono varie case medievali, la chiesa di San Donato, il Palazzo Vescovile, un mulino del ‘500, la casa natale di San Bonaventura e la porta di Santa Maria.

 

Bolsena

Bolsena ha un centro storico che si snoda in vicoli e stradine, ed è dominato dal Castello Monaldeschi dal quale è possibile godere di un bel panorama sul Lago e sulla città. La città è conosciuta per la leggenda legata a Santa Cristina – la santa era miracolosamente riemersa dal lago dove il padre l’aveva gettata –  e per il miracolo dell’ostia sanguinante avvenuto nella chiesa proprio dedicata alla santa ‘la Basilica di Santa Cristina’. Il Castello ospita il Museo Territoriale che conserva importanti reperti etruschi e romani. Il caratteristico quartiere medievale, che costituisce il primo nucleo abitato dell’attuale Bolsena, venne edificato nel VI sec. d.C. a causa delle numerose incursioni dei Longobardi, che costrinsero la popolazione a ripararsi in questa piccola rupe.  Bolsena porta inoltre testimonianze del suo passato remoto grazie ai numerosi e significativi resti monumentali. Oltre a numerosi scavi archeologici di origine etrusca, si conserva anche l’imponente cinta muraria Etrusco-romano dell’antica Volsinii, notevole per la sua lunghezza, infatti copre ben 4 km.

 

Montefiascone

Montefiascone, nel centro dell’Etruria, ha un inconfondibile profilo disegnato dal centro storico da cui si ergono la favolosa cupola di Santa Margherita e la Rocca dei Papi. La Rocca sovrasta l’intero abitato ed è circondata da fortificazione romane e pre-romane, nel corso dei secoli venne più volte ristrutturata e abbellita non solo da Urbano V ma anche dai successivi Papi, che, la scelsero come meta di villeggiatura. A fianco della prestigiosa Rocca dei Papi fu edificata nel 1493 la poderosa chiesa di Santa Margherita famosa per la sua immensa cupola, fra le più grandi d’Italia. Tra le altre chiese di Montefiascone meritano quella di Sant’Andrea riedificata nel XI secolo e quella progettata da Sangallo il giovane a metà del cinquecento, la chiesa campestre di Santa Maria.

 

Notevole nel centro storico il palazzo Comunale sormontato da un imponente campanile, il pozzo di Urbano V e la casa in cui visse l’abate letterato Giovan Battista Casti intorno al 1750.

 

Capodimonte e le isole Martana e Bisentina

Capodimonte è dominato dal Castello Farnese, e da questo grazioso paese partono battelli per l’isola Bisentina, fitta di una ricca vegetazione che spazia da fitti boschi di leccio a curatissimi giardini all’italiana, ma anche monumenti come il Palazzo Farnese, la Chiesa di San Giacomo, e le cappelle disposte in vari punti dell’isola.

E’ situato su un promontorio nella parte meridionale del lago di Bolsena, dove in età etrusca sorgeva l’antica Bisenzio; deve la sua peculiarità alla sua caratteristica forma peninsulare, Capodimonte, ha una sola entrata, come si usava nel medioevo, in quanto è circondata e abbracciata per tutta l’area rimanente dalle acque dello splendido lago che la ospita formando cosi, una “penisola”.

 

Intorno al Lago di Bolsena.

Grotte di Castro, sorge su una rupe tufacea dei Monti Volsini, sul lato nord occidentale del lago di Bolsena. Fu fondata nell’Alto Medioevo dagli abitanti scampati alla distruzione della vicina Civita, alla ricerca di un luogo sicuro e difendibile. Sono presenti sul suo territorio necropoli Etrusche del VII secolo a.C. Paese ad economia agricola, ha affiancato alle coltivazioni tradizionali di vite, ulivo e frumento, la patata, che ha reso famoso il territorio.

Le origini di Grotte di Castro risalgono al periodo etrusco, ne sono testimonianza le numerose necropoli disseminate nel suo territorio e la moltitudine di reperti che ancora oggi riappaiono alla luce.

San Lorenzo Nuovo: questo paese offre uno dei più splendidi paesaggi sulle sponde del lago; inoltre gode di un clima salubre, caratteristica ben nota in tutta la zona. Le prime informazioni pervenuteci su questo suggestivo abitato risalgono al 770 a.C. quando gli Etruschi popolarono questa zona, chiamando l’odierna San Lorenzo, “San Lorenzo alle Grotte” proprio perché circondato da miriadi di grotte. San Lorenzo Nuovo ebbe sempre un importante rilevanza strategica dovuta al passaggio della Cassia ed infatti fu per molti anni un motivo di disputa fra la chiesa e i signorotti locali.

A San Lorenzo Nuovo troviamo la Chiesa Collegiata di San Lorenzo Martire: risalente al XVII secolo è caratterizzata al suo esterno da una facciata semplice e lineare sotto opera di Navone, e che, fece incastonare sul portone principale lo stemma di Pio IV e una lapide in cui viene ricordato la deportazione del pontefice da parte dei francesi, ma è al suo interno che la chiesa conserva le sue più belle e suggestive opere anche precedenti alla costruzione della chiesa e che prima erano custodite nell’antica chiesa del lago.

Gradoli, città famosa per i suoi vigneti (vi si produce l’aleatico), ma anche per il centro storico medioevale dominato dal Palazzo Farnese eretto nel XIV sec. Il palazzo ospita il Museo del Costume Farnesiano.

La cittadina affascina i visitatori per le sue stradine e per le sue costruzioni tipicamente medievali. Altra importantissima testimonianza artistica è la chiesa della Maddalena al cospetto di una fontana a fuso, venne edificata in forme barocche con un suggestivo campanile però dalle forme settecentesche, che al suo sfarzoso interno custodisce una fonte battesimale marmorea di origine rinascimentale e un affresco “staccato” raffigurante la Madonna col Bambino.

Caratteristica peculiare di questa suggestiva chiesa risiede in un ambiente adiacente alla navata centrale adibita a piccolo museo d’arte sacra dove è possibile ammirare un ciclo di affreschi di scuola manieristica raffiguranti la Passione del Cristo ed inoltre 15 tavolette del XVI secolo che raffigurano i Misteri del Rosario ed una mostra di paramenti liturgici , suppellettili sacre, ex voto e candelabri.

 

Acquapendente

Sito nell’alta Tuscia, ai confini con la Toscana e l’Umbria, il paese ebbe un ruolo determinante nella storia per la sua posizione strategica, essendo attraversato dalla via Cassia, (e dal tracciato della via Francigena), che gli permise di progredire notevolmente, ma nello stesso tempo lo rese molto vulnerabile.  Nel 964 Oddone I vi costruì un castello che poi passò agli Svevi. Il medioevo fu alquanto acceso e tumultuoso poiché, con la grande donazione di Matilde di Canossa dei suoi possedimenti alla Chiesa, Acquapendente venne assoggettata alla diocesi di Orvieto.

La città fu conquistata da Federico I Barbarossa, subendo un lungo periodo di tirannia fin quando il popolo, con l’aiuto delle armate pontificie, non si liberò dal giogo nel 1166. Fu una data memorabile che ancora oggi, nel mese di maggio, viene rievocata con la festa dei Pugnaloni.

Sconvolta, nel periodo rinascimentale, dalle guerre tra i Farnese e gli eserciti dei Papi Urbano VIII e Innocenzo X, nell’ottocento Acquapendente conosce una ripresa economica e culturale che si manifesta nel settore edilizio, soprattutto dopo l’annessione al regno d’Italia. La città ospita sia importanti monumenti di origine medievale, tra i quali si possono annoverare la Cripta S. Sepolcro, il Monastero S. Chiara, la Torre Julia De Jacopo e le Chiese di S. Giovanni, S. Francesco, Santa Vittoria e S. Agostino, sia di origine rinascimentale (diversi palazzi e chiese).

 

Torre Alfina

Frazione di Acquapendente, si affaccia sulla valle del Paglia e rientra tra i Borghi più Belli d’Italia. Durante il medioevo rappresentava un baluardo invidiabile, infatti con la sua vista controllava i confini di tre regioni: Lazio, Toscana e Umbria. Quando Carlo Magno scese verso Roma, nell’809, arrivò da queste parti e un suo fratello diede inizio alla famiglia dei Monaldeschi. Camminando attraverso i vicoli del paese si scoprono angoli caratteristici, e nella piazza principale si erge la pittoresca Chiesa di S. Maria Assunta, e poi, muretti, antiche case costruite con i materiali colorati provenienti dalle colate laviche del vulcano e la forte attrazione verso il castello, dal quale i luoghi appaiano meravigliosi anche grazie agli immensi panorami.

 

Onano

È situato, come gli altri piccoli borghi della zona, su una rupe tufacea, molto vicino al confine con la provincia di Siena. Durante il medioevo subì diverse vicissitudini legate al conflitto tra Guelfi e Ghibellini, ed alla dispute tra signori locali e Stato Pontificio. Dopo il dominio degli Sforza il piccolo borgo passò nuovamente sotto il controllo della Chiesa e successivamente dei Duchi di Onano.

Tra i luoghi da visitare ricordiamo la Chiesa di Santa Croce, una costruzione moderna, edificata nel 1956, al cui interno sono custodite opere d’arte riconducibili al Ruffini e a Claudio Ferri. C’è poi il Palazzo Madama, una maestosa ed imponente fortezza costruita nella metà del ‘300, situata al centro del paese.

 

Proceno

Immersa nel verde, si trova in una posizione che permette di avvistare il Monte Amiata, il Monte Rufeno, il fiume Paglia e la campagna toscana. Il suo borgo medievale si trova in una zona ricca di reperti etruschi e di monumenti romani, medievali e rinascimentali, a testimonianza delle presenze di antiche civiltà.

Secondo la leggenda Proceno fu fondato da Porsenna e, fin da allora, dovette sempre fare i conti con gli invasori: il passaggio della Via Cassia favoriva non solo gli scambi culturali ma anche le prepotenze dei più forti. Perla della città è il Castello di Proceno, fortezza medievale del XII sec. sorta su una collina a guardia e protezione dell’antico borgo e delle vallate sottostanti, luoghi di confine e di cruente battaglie, è un raro esempio di fortificazione medievale le cui strutture sono nel suo stato originario. La pianta, di forma pentagonale, include una torre maggiore e due torrette secondarie collegate tra loro da cammini di ronda e da un ponte levatoio. Il complesso include un Fortino collegato al castello da una parte della cinta muraria del borgo. All’interno del Castello c’è la sede dell’Associazione Culturale Ing. Carlo Cecchini (la famiglia Cecchini Bisoni è proprietaria del castello da circa 300 anni), che promuove studi di etruscologia e antichità italiche oltre a eventi musicali e culturali.

 

Vulci

Il parco archeologico di Vulci è natura, archeologia, tradizioni e cultura, ed è stato istituito nell’area occupata nell’antichità dalla grande città etrusca. Le strutture visibili risalgono soprattutto al periodo romano, ma non mancano interessanti testimonianze della fase etrusca, come la cinta muraria, costruita con blocchi regolari di tufo provvista di almeno cinque porte. ll’interno del Parco sono comprese le grandi necropoli che occupavano l’area a nord della città. Nella Necropoli dell’Osteria, si può visitare la Tomba dei Soffitti Intagliati, monumentale sepolcro del VII secolo a.C. articolato in cinque camere. Nell’ambiente centrale si conserva la raffinata decorazione ad altorilievo che riproduce le travi lignee del soffitto di un’abitazione. Altre tombe interessanti e da non perdere, la Tomba di Francois, fra le più famose della civiltà etrusca e la Cuccumella, imponente tumulo funerario.

 

Canino

Nell’immediato entroterra rispetto alla costa tirrenica, nella Maremma laziale, a due passi da Vulci e dalla distrutta città di Castro. e dolci colline intorno a Canino si spingono fino a lambire la Selva del Lamone e le sue campagne sono molto frequentemente coltivate a vite e olivo, oltre che famose per la ricchezza di cacciagione e di asparagi. Il celebre olio Canino extra vergine di oliva ha ricevuto la DOP nel 1996. Qui visse e fu sepolto insieme alla famiglia, presso la chiesa Collegiata di Canino, Luciano Bonaparte fratello di Napoleone, principe di Canino e Musignano. Inoltre Canino fu la residenza della famiglia Farnese, e proprio qui nacque il 28 febbraio del 1468 Alessandro Farnese, in seguito diventato Papa Paolo III.

 

Tuscania

Tuscania, tra le più belle e suggestive città della Tuscia, è circondata da un paesaggio vario per le infinite prospettive che offre e per la densa e ricchissima tavolozza di colori, che vanno dai caldi violacei e sanguigni delle rocce ai verdi più vari e preziosi della vegetazione. Questo paesaggio è parte viva e spirituale della nobiltà di questa città. Qui fiorì la misteriosa Tusena, antichissimo centro etrusco; qui restano documenti di vita perenne e di arte dal VII secolo a.C. ai nostri tempi. Ipogei a camere vastissime, tumuli e cunicoli, sono sparsi ovunque nella campagna circostante: un importante rinvenimento presso la tomba della Regina, ha portato alla luce numerosi, interessantissimi e bei sarcofagi di fase post-ellenistica della famiglia CURUNAS. A Tuscania ci sono le più importanti chiese romaniche fra le quali spiccano per bellezza la Basilica di S. Pietro e la stupenda S. Maria Maggiore, set di film che avevano bisogno di una location particolarmente bella e suggestiva. Tuscania, dopo la fase etrusca, visse come fiorente municipio romano: lo dimostrano i ruderi dell’acquedotto e delle terme. Ma il volto battagliero e severo della città, si rivela nei suoi monumenti medievali ai quali la patina del tempo ha un poco smorzato la tinta sanguigna del tufo locale. Essi sono una testimonianza originalissima della fede religiosa, dell’arte e della fierezza dei padri.

 

…E l’Alta Tuscia non finisce qui!

Liliana Comandè