La giornata conclusiva di COM-PA, il Salone Europeo della Comunicazione Pubblica e dei Servizi al Cittadino e alle Imprese, vede il turismo al centro del dibattito sul tema della competizione locale e globale che le nostre P.A. si trovano ad affrontare.
L’Italia ha urgente bisogno di migliorare le proprie strategie di comunicazione e promozione turistica dopo un 2008 sostanzialmente negativo. La crisi di Alitalia pone un nuovo interrogativo sulla possibilità di raggiungere in modo capillare i siti coperti dalla compagnia e la perdita progressiva di alcuni punti percentuali nei ranking internazionali per il Paese. Il messaggio emerso da COM-PA, che vede concordi quasi tutti i relatori, è che le P.A. devono concentrare i propri sforzi per non disperdere un potenziale comunicativo determinante per la competitività italiana.
All’incontro “Comunicare il turismo” sono intervenuti Matteo Marzotto, presidente dell’Agenzia Nazionale del Turismo –Enit, Manuela De Carlo, direttrice del Master in Tourism Management presso l’Università IULM e Bernabò Bocca, presidente di Confturismo.
I dati esposti sono esplicativi: le regioni spendono solo il 2% dei fondi in turismo e di questa percentuale, il 39% – pari a 1,9 miliardi di euro- riguarda la promozione. Forse è anche questo il motivo per cui negli ultimi anni l’Italia ha registrato un trend di crescita e di presenze stabile ma stazionario rispetto agli altri Paesi. “Francia e Italia – spiega Manuela De Carlo- diminuiscono la quota di mercato in favore di Paesi come Turchia ed Egitto che hanno investito molto nella comunicazione e si sono resi sempre più competitivi negli anni. La posta in gioco è l’immagine dell’Italia a livello internazionale”.
Le principali criticità della strategia attuale emerse durante il forum “comunicare il turismo” si sviluppano sull’asse di governance e su quello del sistema di prodotto. Il primo mostra una situazione ampiamente frammentata e caratterizzata da una dispersione delle risorse, che porta al prevalere degli stereotipi nei confronti dell’Italia. Per quanto riguarda l’offerta invece si manifesta la necessità di rafforzare la comunicazione attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie.
Su 72 indicatori di competitività l’Italia ne possiede 22 positivi e ben 50 negativi tra i quali i più critici sono il rapporto qualità-prezzo, l’apertura al turismo, lo sviluppo sostenibile e la priorità del governo verso il settore. Questi indicatori determinano il 28° posto del Paese all’interno della classifica di competitività internazionale.
“Le ricette per uscire da questa ‘pigrizia’ sono tre” prosegue Bernabò Bocca. “Incrementare la qualità dell’offerta turistica dall’arrivo alla partenza del visitatore, investire maggiormente nelle infrastrutture e cambiare la strategia di promozione, puntando ad una totalità dell’offerta integrata gestita a livello nazionale”.
“Bisogna mettere in evidenza tutti i punti di forza del Paese – conclude Matteo Marzotto- attraverso un processo di ‘brand building’ che tenga anche in considerazione i temi attualmente più scottanti quali sicurezza e abitabilità. L’Enit, l’Ente Nazionale Italiano per il Turismo, ha la missione di provvedere alla promozione turistica dell’Italia all’estero e persegue questa finalità attraverso la presenza in 15 Paesi”.