Nell’ambito della conferenza stampa “Minori, media e social network. Rischi reali, soluzioni possibili”, svoltasi ieri mattina presso la Commissione parlamentare per l’Infanzia, ECPAT ha presentato il progetto Virtual Parent. Progetto nato per contrastare una nuova forma di violenza contro bambini e adolescenti nel cyberspace: il grooming. Cosa è il grooming? L’adulto potenziale abusante “cura” (dall’inglese “grooms”) la potenziale vittima, inducendo gradualmente il bambino o ragazzo a superare le resistenze attraverso tecniche di manipolazione psicologica. Questa tecnica viene utilizzata anche attraverso i più moderni strumenti di Social Network (Facebook…) o Istant messaging (Messenger) in un primo momento per entrare in contatto online con i ragazzi e, successivamente, per conquistarne a poco a poco le confidenze e la fiducia necessaria che può portare all’incontro offline. Per ECPAT il grooming è mosso dal desiderio di usare un bambino per una gratificazione sessuale.

Nell’approcciare il minore, il potenziale abusante si informa dove è situato il PC del minore, se i genitori o i fratelli sono presenti e cerca di isolare il bambino dal resto delle relazioni, diventando un amico a cui confessare i propri sentimenti e segreti. Quando l’adulto è certo di non correre il rischio di essere scoperto, inizia la fase dell’esclusività che rende impenetrabile la relazione ad esterni. Qui può collocarsi l’invio/scambio di fotografie dal contenuto sessuale esplicito e la richiesta di incontro. Al rifiuto del minore, durante l’incontro, di avere un rapporto sessuale, l’adulto può minacciare di mostrare a genitori o amici le foto scambiate, oppure i testi inviati dal bambino.

Il VIRTUAL PARENT è un software che i genitori potranno istallare sul proprio pc per essere avvisati, in tempo reale, dei pericoli in cui il proprio figlio, minorenne, può incorrere nell’uso dell’Instant Messeging (chat). In particolare il software controllerà il traffico di messaggi del programma più in voga e utilizzato del momento, Messanger. Usato dal’84% dei ragazzi intervistati per una recente ricerca, maggio 2008, effettuata da Microsoft e NextPlora.

L’idea che sottende questo progetto è: il genitore deve assistere il bambino nella sua navigazione, soprattutto in un “luogo” come Messenger, dove vige l’anonimato e dove dietro ad un nickname può nascondersi chiunque. Qualora il genitore dovesse assentarsi o fosse impossibilitato a svolgere questa funzione entrerebbe in gioco il genitore virtuale. Il genitore reale verrebbe sostituito dal genitore virtuale per garantire che nessuno arrechi danno sia morale che fisico al bambino o adolescente. Il genitore avrà davanti a sé la lista dei nuovi contatti, dei file scambiati.Il progetto VIRTUAL PARENT è frutto della collaborazione di Università degli Studi Tor Vergata -Dipartimento di informatica, Sistemi e Protezione – CNR-Istituto Applicazioni e Calcolo “Mauro Picone”, ECPAT-Italia, Land srl, finanziato  con fondi del Programma PITT dalla Filas S.p.a., Finanziaria Lazio Sviluppo. Parte delle vendite del software, da acquistare on line http://www.virtualparent.eu/ dal primo dicembre,  sarà devoluta ad ECPAT-Italia.