Lavoro: 150 mila persone a rischio e -24% giro d’affari. Bocca: “dal Governo interventi urgenti”. E’ urgentissimo che il Governo dimostri un interesse concreto per il turismo, applicando provvedimenti che ne invertano la tendenza fortemente ribassista”. È quanto sostiene Bernabò Bocca, Presidente di Confturismo-Confcommercio alla constatazione dell’ennesimo dato negativo sull’andamento della stagione turistica.
Nel corso del Consiglio Generale convocato d’urgenza da Confturismo-Confcommercio, tenutosi ieri per analizzare la drammatica situazione in cui verte il settore, si è parlato anche del problema del demanio turistico verso il quale ancora non è stata definita una soluzione e dove si rischia di cancellare in un colpo solo migliaia di aziende, dei diversi regimi Iva cui sono sottoposte le imprese del turismo e della necessità di istituire una tassazione fissa sulle locazioni turistiche al fine di far emergere il sommerso impedendo che continui l’attuale concorrenza sleale.
“Inoltre, l’iniziativa varata ieri dal Presidente francese Nicolas Sarkozy -sottolinea Bocca- che ha annunciato il taglio dell’Iva per la ristorazione dal 19,6% al 5,5%, percentuale già vigente da anni in Francia anche per il comparto alberghiero, deve essere la strada da seguire anche in Italia per fare competere ad armi pari le imprese turistiche italiane con quelle dei Paesi nostri concorrenti. “I risultati infatti dei primi mesi del 2009 indicano un calo del 24% del giro d’affari ed una flessione dell’occupazione tra il 5% ed il 7%, che in ragione d’anno potrebbe portare ad una fuoriuscita di 100.000 lavoratori diretti nel turismo e 50.000 lavoratori indiretti nelle attività connesse (agro-alimentare, artigianato e made in Italy).
“Così è impossibile andare avanti e per un settore quale il nostro, che dà lavoro in Italia a quasi 3 milioni di persone tra attività diretta ed indiretta, occorrono iniziative concrete.
“Il turismo italiano chiede dunque -reclama Bocca- fondi veri per la promozione, iniziative fiscali mirate ed un sistema premiante per le imprese che si impegnano a mantenere il proprio organico di forza lavoro.
“Sarebbe assurdo che la politica ignorasse il turismo, -conclude Bocca- un settore economico che non ha possibilità di delocalizzare come avviene per altri settori e pensasse che la nostra crisi possa essere superata solo in virtù di una auspicata ripresa economica mondiale”.
ma possibile che, quando si parla di turismo, si parla di alberghi, agriturismi, finanche ristoranti, ma mai di Agenzie di Viaggi outgoing?
Questo settore, come l’altro, non deve essere protetto, come, se non di più, considerando che probabilmente (non ho dati specifici) il calo del giro d’affari supera di gran lunga il 24%? Basta guardare in che situazione si trovano i vari tour operator…
Gentile Sig. Fuga,
purtroppo tranne rare eccezioni, tra le quali rientra la mia modesta persona, nessuno parla seriamente della grave crisi dell’outgoing. Le Associazioni di categoria degli albergatori si fanno sentire e vedere anche in televisione per denunciare la crisi profonda in cui versa il turismo. Purtroppo, non ho mai visto fra gli invitati qualche rappresentante delle varie Associazioni dei T.O. o agenzie di viaggi. I responsabili delle associazioni dei consumatori sono sempre in televisione o nelle Rai di stato a fare da contraltare ai vari invitati – appartenenti sempre al settore turistico-alberghiero. Sfortunatamente non mi è mai capitato di vedere i vari Presidenti della Fiavet, Astoi, Assotravel, Autotutela, Assoviaggi ecc…nelle trasmissioni televisive di grosso ascolto. Non li ho visti perché guardo poco la televisione o è perché, come vado ripetendo da tanti anni, il settore agenziale continua ad essere inesistente per i media, tranne quando c’è da parlarne male per i disservizi creati da pochi T.O. – che di certo non fanno onore al comparto?
Da pochissimo tempo c’è stato un cambio di guardia alla guida della Fiavet Nazionale. Auguriamoci che le cose riescano a prendere una piega diversa rispetto a come è andata fino ad oggi perché la politica dello struzzo, che mette sempre la testa sotto la sabbia, non giova minimamente a chi lavora del settore agenziale, soprattutto quello dell’outgoing.