Diversi e contrastanti i segnali che scaturiscono dai sondaggi di quest’ultimo scorcio d’anno. A metterli tutti l’uno vicino all’altro si ricompone un caleidoscopio variegato, con punti oscuri e raggi di sole. Da un lato la Federalberghi fa notare un calo delle presenze negli anche ad ottobre (-1,3%), una contrazione dell’occupazione del settore del 3,9%, e un crollo dei ricavi per camera del 19 % negli ultimi 12 mesi rilevati. Sarebbero state realizzate ed immesse sul mercato troppe camere nuove (30.000 inaugurate nel 2009) a fronte di una domanda di turismo d’affari stagnante. Ma realisticamente questo è un fenomeno limitato al segmento business, agli hotel, alle città.
È certamente vero, però, come rilevato dalle indagini ISNART sugli operatori del ricettivo, che si è verificata una fortissima disintermediazione (sempre meno ricorso al canale delle Agenzie di Viaggi e dei Tour Operator), a fronte del crescere di peso dei grandi Portali di prenotazione, che propongono camere “last second” a prezzi stracciati. E questa sarebbe una causa del calo di redditività degli alberghi.
Intanto si conferma che abbiamo una bilancia internazionale deficitaria: i dati degli arrivi (-3 %) ma soprattutto della spesa degli stranieri (-10%) sono in calo anche nel secondo semestre dell’anno.
D’altra parte, però, l’Italia ha anche una fortissima domanda turistica interna: persino nel 2008 i viaggi di vacanza degli Italiani erano cresciuti dell’8%, e anche le previsioni sono favorevoli: secondo l’Osservatorio Turistico Nazionale 11 milioni di Italiani sarebbero in partenza per le vacanze natalizie, in netto aumento rispetto al 2008. Come al solito, vince la destinazione Italia, ed al suo interno si afferma la montagna (49%). Un italiano su due quindi, se fa vacanza in Italia, sceglie le montagna, mentre questo valore passa a uno su cinque per gli Italiani che espatriano.
C’è poca concorrenza internazionale per la vacanza bianca degli Italiani, quindi, ma anche poca competitività internazionale, perché in questo periodo gli stranieri latitano. Comunque gli operatori della ricettività, intervistati da ISNART, annunciano per dicembre 2009 prenotazioni in crescita del 2% rispetto allo scorso anno.
Infine, si conferma precisamente il fenomeno della frammentazione delle vacanze: permanenze medie in calo costante (persino le vacanze di agosto si erano ridotte di due giornate secondo Federalberghi, passando da 12 a 10 notti), microvacanze in netta crescita (+ 17 % durante il 2008 secondo l’ISTAT, con una stima di ulteriore crescita del 20% secondo SL&A nel corso del 2009).
Contemporaneamente si accorcia il raggio: secondo le proiezioni SL&A su dati ISTAT saranno il 60% gli Italiani che faranno la loro vacanza di Natale o Capodanno nella propria regione o in quelle confinanti, una quota in continua crescita: erano in fatti il 55% nel 2007, e il 57 nel 2008.