Nel 2009 l’86% delle famiglie ha fatto almeno una vacanza con i figli, il mare è al top delle preferenze (nel 64% dei casi) e cresce l’interesse per parchi naturali e divertimento; a partire dai 10 anni cominciano le prime esperienze di viaggio in autonomia. Sono i dati del primo Osservatorio Nazionale sul Turismo Giovanile, che indaga le realtà di Emilia Romagna, Lombardia e Veneto. Soddisfatte dell’andamento del settore il 70% delle strutture: servizi specifici alle famiglie premiano gli operatori.
Il 2009 rispetto al 2008 è stato un anno positivo, almeno per quanto riguarda il settore del turismo delle famiglie con bambini e ragazzi. Lo dichiara la maggior parte delle 1.158 strutture – 1.057 alberghi e 101 parchi naturali e divertimento – di Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, intervistate dall’Osservatorio Nazionale sul Turismo Giovanile, presentato in occasione di Children’s Tour, il Salone delle vacanze 0-14, che si è svolto dal 19 al 21 marzo a ModenaFiere. Nel 2009 ben l’86% delle famiglie ha fatto almeno una vacanza con i figli (sono 451 i nuclei familiari intervistati), il mare è in assoluto al top delle preferenze, scelto come meta nel 64% dei casi, e cresce sempre più l’interesse per parchi naturali e divertimento; mentre a partire dai 10 anni cominciano le prime esperienze di viaggio in autonomia.
I dati dell’Osservatorio Nazionale sul Turismo Giovanile – promosso e finanziato da studio Lobo, ModenaFiere, Unione di prodotto Appennino e Verde, APT Servizi e realizzato da Iscom Group – parlano chiaro e indicano che, pur in un contesto critico, le famiglie non rinunciano alle spese per la sfera “benessere e divertimento”, tra cui le vacanze. Il periodo considerato, infatti, è molto particolare: la crisi economica ha avuto conseguenze significative sui consumi delle famiglie.
Per gli operatori intervistati, però, il mercato del turismo delle famiglie con bambini ha tenuto e la valutazione è positiva: il 70% degli intervistati giudica “abbastanza buono” l’anno appena trascorso.
Il turismo giovanile è un fenomeno articolato e complesso, in cui il destinatario è il bambino, ma i decisori di acquisto sono genitori, insegnanti o educatori. Attualmente le informazioni sul settore sono scarse o frammentate e l’Osservatorio Nazionale sul Turismo Giovanile rappresenta lo strumento ideale per affrontarne i vari aspetti: conoscere come cambiano le abitudini di consumo, quali tendenze si stanno manifestando.
Il mercato delle famiglie che viaggiano con i bambini
Il mercato delle famiglie che viaggiano con bambini è consistente: il campione considerato dall’Osservatorio è costituito da 451 nuclei familiari ed emerge che di questi nel 2009 ben l’86% hanno fatto almeno una vacanza di 4 giorni con i figli. Si può pertanto stimare il mercato di riferimento in circa un milione e mezzo di famiglie. Il dato è stato ottenuto partendo dall’universo demografico delle tre regioni considerate: Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, aree densamente popolate e con alta capacità di generare flussi turistici. Queste regioni possono essere considerate, in un certo senso, anticipatrici delle tendenze, per questo il loro comportamento è molto importante.
Solo il 14% delle famiglie non ha fatto vacanze e si tratta prevalentemente di nuclei composti da genitori e un figlio, generalmente con più di 10 anni. Non incide quindi la numerosità del nucleo familiare, sembra piuttosto che alla vacanza non si rinunci, ma che nelle famiglie in cui ci sono fratelli più piccoli, i grandi sono “obbligati” a viaggiare con i genitori più a lungo: i figli unici hanno più spazi di autonomia per le vacanze. Le famiglie, quindi, sono un mercato numeroso e remunerativo se si pensa che si viaggia almeno in 3; i nuclei atipici, con un solo genitore o le famiglie composte da nonni e nipoti sono una nicchia, ma con valori ancora marginali per pensare a specifiche specializzazioni dell’offerta.
La destinazione prevalente è l’Italia: solo il 20% va all’estero. Su questo dato ha influito probabilmente la crisi economica recente che ha visto molti “ripiegare” sull’Italia per risparmiare. Le famiglie che soggiornano in Emilia Romagna, Veneto e Lombardia, sono prevalentemente italiane (82%) e si muovono verso destinazioni di prossimità. Infatti, soprattutto in Veneto e Lombardia gli operatori segnalano percentuali intorno al 20% di clientela regionale. I principali generatori di flussi turistici costituiti da famiglie sono – oltre alle regioni del nord Italia – nel centro, il Lazio e la Toscana. Anche per gli stranieri vale questa considerazione dato che le provenienze più segnalate sono riferite all’Europa centrale. Sono composte soprattutto da genitori e 1 o 2 figli, e i bambini hanno per lo più meno di 10 anni.
Le famiglie che partono da queste stesse regioni preferiscono mete italiane (80%); sono composte prevalentemente da 2 adulti e 2 bambini (48%), e l’età dei figli in Emilia Romagna è abbastanza concentrata nella fascia tra i 3 e i 10 anni, ma si alza fino a 14 anni in Lombardia e Veneto.
Nei parchi può andare sia l’intera famiglia, generalmente due genitori con due figli (89%) o un figlio (58%), ma a volte anche solo un genitore (47,5%), oppure i nonni o le baby sitter 21%. In questo caso, i comportamenti delle famiglie si distinguono rispetto alla vacanza.
Le abitudini di consumo e di acquisto
La scelta della vacanza principale – generalmente quella estiva – è una decisione concertata all’interno della famiglia con il contributo di tutti. I figli e il padre da soli hanno poca influenza sul comportamento turistico della famiglie, anche se il ruolo del decisore cambia con l’aumentare dell’età dei figli: le mamme infatti sono le principali responsabili degli acquisti soprattutto quando i bambini sono molto piccoli (se il figlio maggiore ha meno di 4 anni, è la madre ad occuparsi della vacanza nel 50% dei casi).
Dove si va in vacanza? La vacanza balneare ha una particolare attrattività per le famiglie e rappresenta una meta molto “gettonata” per la vacanza principale (quella che ha la maggiore significatività economica) delle famiglie. Il 64% ha preferito andare con la famiglia al mare; la montagna ha un’incidenza del 18%. Le mete marine sono per il 90% localizzate in Italia; anche per quanto riguarda la montagna il mercato di riferimento è quello nazionale, ma aumenta l’incidenza delle scelte in paesi esteri (26%). Il 32% delle famiglie ha alloggiato in hotel, il 14% in case di proprietà e il restante 54% in strutture extralberghiere. Si va in hotel soprattutto in montagna, mentre le altre forme ricettive sono più diffuse al mare.
Per quanto riguarda il processo di scelta dell’alloggio, la ricerca di informazioni è fatta dal 42% su internet, strumento irrinunciabile ormai per le famiglie: la prenotazione viene ormai effettuata per l’89% tramite e-mail o online sul sito. Le motivazioni che spingono a scegliere una tipologia di alloggio piuttosto che un’altra sono innanzitutto la convenienza (35%) e la comodità (25%).
Il 29% delle famiglie ha dichiarato di aver scelto l’alloggio perché lo conosceva già; in questo mercato ci sono quindi numerosi “repeaters”, su cui la fidelizzazione può ancora avere una ricaduta positiva anche di fronte a una sempre più ampia gamma di offerte. In particolare la dotazione di servizi ad hoc per i bambini è un elemento su cui costruire la fedeltà delle famiglie, dato che chi è partito con l’idea di avere servizi ne è rimasto più che soddisfatto (59% di molto soddisfatti e un totale di giudizi positivi del 98%) e chi non li aveva cercati ne è comunque rimasto altrettanto soddisfatto in termini di rapporto prezzo qualità (giudizio positivo totale 62%).
La scelta della attività da svolgere durante il soggiorno è molto legato all’età dei bambini, e sono soprattutto i più grandi a svolgere più attività con conseguente indotto sul territorio. La capacità di attrazione va costruita con specifiche scelte di servizio. Va tenuto anche conto del fatto che i bambini più grandi, dai sei anni in su, sono anche in grado di scegliere un prodotto rispetto ad un altro, e quindi chiedono di tornare nei luoghi che hanno apprezzato.
Almeno il 62% delle famiglie nell’ultimo anno hanno visitato parchi naturali o di divertimento. Tali visite non sono necessariamente associate al periodo di vacanza principale.
Il mercato del turismo scolastico
Le famiglie in cui almeno uno dei figli ha partecipato a iniziative organizzate dalla scuola (uscite didattiche o viaggi scolastici con almeno un pernottamento) sono il 63%. L’esperienza didattica di gruppo fuori dall’aula viene proposta nelle scuole di tutti gli ordini e gradi, ma è più diffusa a partire dalla scuola dell’obbligo. I più attivi sono i ragazzi delle medie (88% ha fatto almeno un viaggio), seguono quelli delle superiori (75%). Anche nelle scuole elementari è molto diffuso fare gite (in questo caso senza pernottamento), con il 68% del campione coinvolto; infine il 35% dei bambini che frequentano le scuole materne ha fatto almeno un’uscita. Il pernottamento in Italia (34,5%) e soprattutto all’estero (10%) coinvolge solo i bambini nelle fasce d’età dagli 11 anni in su.
Nelle famiglie risulta forte la relazione tra chi ha fatto gite scolastiche e viaggi con associazioni sportive: conta evidentemente l’età. Le famiglie iniziano a mandare i bambini in viaggio con associazioni sportive dai 10 anni di età: sono infatti il 20% i ragazzi delle medie e delle superiori che partono per un viaggio di questo tipo. Per bambini più piccoli il fenomeno, che pur si riscontra, è molto marginale.
Il mercato del turismo scolastico è prevalentemente italiano, il 95% nei parchi, più del 64% nelle strutture ricettive. Per i viaggi scolastici i flussi provengono dalle regioni confinanti con quelle del campione, in parte da Emilia Romagna, Veneto e Lombardia che sovrappongono il proprio bacino d’utenza e dal Lazio, Campania e Puglia.
Per i viaggi scolastici, l’agenzia o il tour operator rappresentano gli specialisti di organizzazione del viaggio (l’intermediazione ha un peso del 20% sui parchi e del 61% sugli operatori ricettivi), mentre per l’escursione collegata a momenti ludico didattici lo specialista è l’insegnante stesso o il referente della scuola.
Gruppi sportivi giovanili che viaggiano
Il mercato dei gruppi sportivi giovanili che viaggiano è un segmento di nicchia, ma è interessante perché coinvolge sia famiglie che strutture ricettive, e può avere forti potenzialità.
Le famiglie con minori che nel 2009 hanno fatto un viaggio, con pernottamento, organizzato da società o associazioni sportive, sono il 14%. E l’età è un elemento discriminante: se si considerano solo i ragazzi delle medie e delle superiori, la quota si alza al 20%.
Si tratta in prevalenza di esperienze ludico sportive o sportivo dilettantistiche. Tra queste si segnalano i campi sportivi estivi; nell’edizione 2009 dell’osservatorio, gli opinion leader avevano rilevato un incremento di questa tipologia di attività sportiva negli ultimi anni.
Almeno il 40% delle strutture ricettive del campione ha ospitato gruppo sportivi giovanili; in Emilia Romagna anche più del 52%. Chi non li ha ospitati ha dato come motivazione principale i limiti strutturali. Ma tra i segnali deboli si nota che è stato percepito un calo della domanda (non ci sono state richieste 18%, diminuzione richieste 8%). In generale però più della metà degli operatori ha dato una valutazione positiva sull’andamento del segmento rispetto all’anno scorso.
Si tratta in prevalenza di gruppi sportivi italiani (80% circa). In Emilia Romagna i gruppi vanno soprattutto per praticare attività sportive dilettantistiche o ludiche, mentre nelle altre regioni del campione prevale il ritiro sportivo e l’attività agonistica. L’organizzazione del viaggio fa capo alle associazioni e organizzazioni sportive per il 73