Sull’aeroporto di Malpensa la Lufthansa, precedendo la Emirates, ha messo in mostra il suo nuovo gigante dei cieli, l’A380. Solo vederlo, niente toccarlo, sarebbe il caso di dire dal momento che non sono previsti collegamenti regolari da/per l’Italia svolti con questo nuovo aeromobile. D’altra parte ciò risponde alle nuove geografie dei cieli che sul lungo raggio vedono privilegiare i collegamenti senza scalo al posto di quelli che una volta, prima di arrivare a destinazione, si fermavano su più punti lungo la rotta.

L’A380 della Lufthansa partirà quindi da Francoforte, oppure da Parigi con i colori di Air France, ma punterà diretto verso la sua destinazione d’oltremare e chi volesse provare  un volo con il nuovo aereo dovrà recarsi su queste città per imbarcarsi; d’altra parte ciò non è affatto una novità per l’utente a lungo raggio italiano il quale avendo vettori nazionali che dispongono di una ridottissima rete intercontinentale da tempo debbono andare a prendere le coincidenze altrove.

Certo con i nuovi trattati open skies e le nuove regole comunitarie in teoria un vettore europeo potrebbe pure aprile un collegamento con l’A380 da Fiumicino o da Malpensa, ma per il momento ciò non avverrà.  Questa favola metropolitana che nella nuova Europa dai cieli deregolamentati qualsiasi vettore avrebbe potuto aprire collegamenti in casa altrui non ha mai attecchito e l’unico esempio tuttora in essere è quello del vettore OpenSkies -la controllata di British Airways- che da Parigi ha istituito voli per il Newark in configurazione tutto-business. 

L’A380 è un aereo caratterizzato da una lunga autonomia (15.200 chilometri) e i vettori che lo hanno acquistato lo metteranno in linea dalla propria base principale  sulle destinazioni a lungo raggio  e chi vuole imbarcarsi dovrà convergere sull’hub europeo o medio-orientale; così vanno le cose in Italia per quanto riguarda l’utente d’affari che deve recarsi in un altro continente. E’ più  probabile che l’A380 venga messo in linea dall’Italia da un vettore del medio oriente quale Qatar Airways, Emirates o Etihad.

Il giorno successivo alla presentazione dell’A380 Rocco Sabelli, amministratore delegato di Alitalia diceva che“ mentre gli altri fanno solo vedere a Malpensa i nuovi aerei noi qui li facciamo volare” con chiaro riferimento alla presentazione di Lufthansa. L’occasione era stata fornita dalla  presentazione della nuova cosiddetta “terza classe” con la quale sono stati configurati gli A330  (ex ordine AirOne) che iniziano a venir consegnati ad Alitalia. Questi velivoli avranno una nuova configurazione interna con tre classi: Magnifica, Classica Plus e Classica. “Classica” sarà il nuovo nome della classe Economy: tutte le poltrone saranno ergonomiche e dotate di schermi individuali per l’intrattenimento. Tuttavia la principale novità riguarda proprio l’introduzione della “Classica Plus” (ex Premium Economy), dotata di un comfort superiore grazie a un maggiore spazio tra i sedili e maggiore comodità delle poltrone, La Classica plus, ex Premium Economy, è stata ripresa dalla stampa come “terza classe”.

In parole povere ciò significa che si ritorna alla vecchia configurazione delle tre classi “prima-business-economica” soltanto che le denominazioni sono state riviste e corrette.

Con i nuovi A330-200 l’Alitalia cercherà di recuperare terreno sui collegamenti a lungo raggio nel passato oggetto di chiusure che hanno portato la rete intercontinentale di Alitalia a una manciata di destinazioni contro le ben più numerose offerte da parte delle majors europee. E ciò malgrado la richiesta vi sia sempre stata, come ben si vede dal fatto che le compagnie straniere, in particolare quelle medio orientali, fanno da ponte nei loro hub per catturare passeggeri dall’Italia sull’Asia, sull’Estremo Oriente e Australia.

In generale, circa la politica di Alitalia, c’è da osservare che solo a febbraio di quest’anno era stata annunciata l’operazione low cost da Milano, mentre ora parte la campagna per nuovi voli a lungo raggio con l’introduzione di una nuova “middle class”; per quest’ultimi non saremo certo noi a lamentarci visto che abbiamo sempre criticato la politica di Alitalia di volersi ritirare dal mercato long-haul, tuttavia non si può non osservare un mix di iniziative che non fa ancora intravedere un chiaro indirizzo circa il ruolo cui voglia puntare il nostro principale vettore nello scacchiere aeronautico europeo.

Antonio Bordoni